Capitolo 13. Che resta dentro di me

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Capitolo XIII

Che resta dentro di me

Firenze 27/04/2017

Mi rivesto nell'oscurità di camera mia. Stamattina ho freddo, è un freddo che viene da dentro, sono coperta ma continuo a sentire freddo. Non ho il coraggio di aprire le imposte e la finestra.
Mi siedo piano in cucina e aspetto che il bollitore riscaldi l'acqua per il mio tè. Oggi inizio le lezioni di scenografia a Prato, ma la voglia è meno di zero.
Attacco le casse al mio ipod e mi verso l'acqua nella tazza.
Le note amare, faccio scrocchiare il collo.

"Io lavoro e penso a te

torno a casa e penso a te

le telefono e intanto penso a te.

Come stai e penso a te,

dove andiamo e penso a te,

le sorrido abbasso gli occhi e penso a te;

Non so con chi adesso sei,

non so che cosa fai,

ma so di certo a cosa stai pensando!
É troppo grande la città,

per de che come noi,

non sperano però si stan cercando."

La canto sentendo quel lieve pizzicore nella gola, ah il Genio di Battisti, che ultimamente mi conosce più che bene.
Continuo a sentire Ignazio, non mi va di staccarmi da lui, e non mi importa di stare male.

"Scusa è tardi e penso a te,

t'accompagno e penso a te,

Non son stato divertente e penso a te

Sono al buio e penso a te

chiudo gli occhi e penso a te

io non dormo e penso a te."

Sorrido e recupero il mio telefono.
Whatsapp a quest'ora è super sgamabile. Decido di mandargli una mail, Clara non va a guardarle e la mail che uso non ha il mio nome, anche se lui sa che sono io.
Come oggetto scrivo "aprimi", e il mio testo è un semplice

"Chiudo gli occhi e penso a te."

Senza fronzoli, senza niente di troppo smieloso, questo basta.
Bevo il mio tè con dei biscotti che Azzurra ha preparato per noi prima di partire, andava coi suoi a fare una gita in trentino, andrei volentieri anche io in quelle lande sconfinate, a camminare tutto il tempo tra quei sentieri, a bere tisane e abbuffarmi di strudel.
Mentre in camera sistemo un po' sento il trillo delle mail, e vado a vedere.

Oggetto: Non lasciarmi chiusa.

"Non può essere soltanto una primavera.

Peretola 18:57"

Non capisco che intenda, chiedo spiegazioni e mi dice che sta venendo qui, ma io non posso mancare a lezione, è la prima e c'è l'iscrizione, verrò via prima.
La lezione è molto interessante, davvero tanto, ma ho la testa da altre parti, in più il prof è davvero tanto simpatico, e ci fa fare due ore in meno di lezione, arrivo a casa e posso fare la doccia prima che arrivi Ignazio.
Faccio il viaggio di ritorno in treno con il prof, è una persona davvero interessante.

Se a mani vuote di te non so più fare |Ignazio Boschetto| COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora