Chapter VI

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Esserci.
Era quella la parola perfetta, adatta a descrivere il loro rapporto.
C'erano sempre stati l'uno per l'altro come presenze costanti.
Anche quando non erano a Ostia o in giro per il mondo a disputare gare, quando erano lontani per svariati motivi in realtà non lo erano mai del tutto.
Non c'era giorno che scorreva senza una telefonata o un banale messaggio scherzoso.

Ma ormai è passata quasi una settimana senza messaggi e chiamate, senza le loro conversazioni serie e stupide allo stesso tempo, senza le strane foto e video assurdi che di tanto in tanto Gabriele inviava a Gregorio.
Nessuno dei due ha avuto il coraggio di farsi sentire.
Entrambi convinti di essere responsabili di quella situazione, entrambi in attesa che l'altro facesse il primo passo, entrambi in vacanza con le menti reciprocamente annebbiate dal pensiero dell'altro.

Gabriele era in un villaggio nelle Marche con Stefania.
Gregorio e i suoi amici avevano deciso di passare qualche giorno in tour per la costiera Amalfitana.

I ragazzi passano la giornata in spiaggia.
Durante l'aperitivo pomeridiano Gregorio a un tratto si allontana dal gruppo senza avvisare e va verso il mare.
Non ci pensa un attimo e si tuffa in acqua, ha bisogno del contatto con quella superficie. Ha bisogno di sentirsi inebriato dal profumo di salsedine, ha bisogno di percepire l'acqua accarezzargli la pelle e i muscoli, ha bisogno di sentirla addosso e di accarezzarla anche lui con quei movimenti di braccia che lo contraddistinguevano e di scivolare con le gambe leggermente su di essa.
È il posto dove si sente più a casa, il mare. Spesso i nuotatori hanno paura di essere risucchiati da quell'immesità, abituati a muoversi nel rettangolo d'acqua che racchiude la piscina.
Gregorio no, lui è cresciuto nella piscina gestita dal padre, ma le vacanze al mare da ragazzino con la famiglia gli sono rimaste nel cuore assieme alle sfide che faceva col papà nuotando in quell'acqua salata. Ogni volta che torna al mare, ovunque sia, nella sua mente riaffiorano quei ricordi felici.
È per questo che da un po' di tempo ha iniziato a pensare di dedicarsi al nuoto in acque libere e magari preparare la 10km per le Olimpiadi di Tokyo.

Il mare gli suscita serenità e libertà.
La serenità che in quei giorni lo ha un po' abbandonato per lasciar spazio all'inquietudine.
La libertà di fare quello che amava e per cui aveva sacrificato tante cose, la libertà di essere davvero se stesso.

Dopo il bacio con Gabriele però non sapeva più chi fosse, cosa fosse. Non riusciva a spiegarsi perché a Rio avesse sentito il bisogno di baciarlo, di avere un contatto più diretto con lui, che andasse oltre i soliti abbracci che non perdevano occasione di scambiarsi.

Gli amici si rendono conto che Gregorio è sparito, sono sicuri che sia andato a nuotare e sanno che quello non è un buon segno perché quando Gregorio si isolava per lanciarsi improvvisamente in acqua c'era qualcosa che occupava la sua mente per cui aveva bisogno di liberarsi.
Fabio, con cui era riuscito a sfogarsi la sera prima della partenza, immaginava o meglio, sapeva il motivo di quell'allontanamento ma non voleva rivelarlo al resto del gruppo. Era una cosa di Gregorio troppo personale e insolita e sarebbe dovuto essere lui a dirlo.

"Oh, Greg ma scappi nel bel mezzo dell'aperitivo e del divertimento. Stai bene?" domanda Ale.
"Sì, volevo solo nuotare un po' "
"Come se non lo facessi abbastanza tutto l'anno. Ti sei appena fermato, dovresti rilassarti e pensare a divertirti" lo esorta.
"Eeh io mi rilasso così ...e mi diverto anche"
"Non ho mai capito cosa troviate di divertente nel fare avanti e indietro in una piscina tu e Gabriele"

Gabriele.
Provava a non pensarci, ma poi ecco che qualcuno lo nominava e il velo di tristezza scendeva di nuovo sul viso.

Fabio, che nota l'espressione del volto di Gregorio cambiare, lo prende per un braccio e dice
"Oh, andiamo a prendere qualcosa da bere"
"Veniamo anche noi" dichiarano in coro gli altri avviandosi verso il bar.

Terminato l'aperitivo pomeridiano in spiaggia tornano tutti in hotel per poi raggiungere la discoteca dove avrebbero passato la serata.

La musica rimbomba nelle orecchie, le luci basse non permettono di vedere bene chi si ha intorno, l'alcool scorre nelle bottoglie e nei bicchieri, scorre anche nello stomaco di Gregorio e inizia a inebriargli i sensi.

"Ho baciato Gabry, lo sapete? L'ho baciato!" ripete più di una volta nel locale sollevando il braccio che sorregge il bicchiere. Il volume della musica è alto e a udire le parole del campione sono solo i suoi amici che si trovano nello stesso punto in cui è lui.
Fabio gli mette una mano sulla bocca per indicargli di non parlare, mentre gli altri sono leggermente interdetti e stupiti da quello che hanno ascoltato.

Rientrano in hotel prima del previsto. Gregorio non sta bene, non è completamente ubriaco ma nemmeno del tutto lucido.
Ha buttato giù qualche bicchiere di troppo per liberare la mente e l'alcol ha dato voce ai suoi pensieri.

"Scusa Greg, ora che sembra tu stia un po' meglio, vuoi dirci con calma cosa è successo?" chiede Daniele.
"Mi manca" risponde Gregorio senza pensarci due volte.
"Scusa chi? Con Letizia hai chiuso da un pezzo e mi sembra che avessi superato bene la rottura."
"Gabriele." ripete il nome più volte.
"No no, non sta bene." afferma rivolgendosi a Fabio e Alessandro.
"No che non sto bene. Ho bisogno di parlare con lui."
"Quindi quello che dicevi prima in discoteca era vero?"
Fabio ascolta la domanda e, prima che Gregorio risponda, fa un cenno col capo agli altri che restano di stucco.
"L'ho baciato. Ci siamo baciati. E mi manca, non ci parliamo e sentiamo da Rio."
"Ma non ti sarai innamorato del livornese?" domanda Alessandro stranito.
"Non so che fare." risponde.
"La domanda di Ale era un'altra ma ok." afferma rassegnato Daniele.
"Ti manca? vuoi parlargli? Prendi il cellulare e mandagli un messaggio!"
"Non vuole sentirmi."
"Non puoi saperlo se non provi."
"Ma è in vacanza con la fidanzata, di certo ha di meglio da fare che pensare a me e ai miei messaggi." ribatte nervoso suggerendo poi ai ragazzi di andare e lasciarlo un po' solo a smaltire la sbronza.

Le giornate di Gabriele e Stefania trascorrono come al solito. Hanno deciso per una vacanza tranquilla, in un villaggio, senza troppo stress.
"La cosa importante è stare insieme" si erano detti.

Stefania si sveglia prima di Gabriele e si sposta in bagno per iniziare a prepararsi per la giornata al mare. Entrando urta contro il mobile accanto alla porta lasciando cadere il piccolo vaso poggiato su.
Al tonfo Gabriele si sveglia.
"Che succede? Stefy tutto ok?"
"Sì amore, tranquillo. Ho solo fatto cadere il vaso che c'è qui."
"Ah bene. Sempre pronta a fare danni" esclama ridendo
"E tu sempre pronto a prendermi in giro" lo canzona scherzando la ragazza, uscendo dal bagno in costume già pronta per andare in spiaggia.
"Ma sei ancora a letto? Dai preparati!" lo esorta quando lo vede beatamente steso, per metà coperto dal lenzuolo.
"Sì, ancora qualche minuto." la supplica.
La nuotatrice si avvicina e gli lascia un bacio sulle labbra e prova a tirarlo giù dal letto ma Gabriele la tira a sé e approfondisce il bacio.
Quella situazione gli è familiare...il letto, la camera di un hotel, il bacio. Tutto lo fa tornare con la mente a Rio e al contatto tra le sue labbra e quelle di Gregorio.
Allontana improvvisamente Stefania che resta di stucco.

"Scusami!" le dice provando a nascondere il disagio.
"Cosa c'è? Non ti senti bene? Ti vedo leggermente sconvolto, pare che tu abbia visto un fantasma."
"No, è solo che... che ...sto bene. Ho avuto un giramento di testa, sarà il caldo o l'alcol di ieri sera." tentò di giustificarsi.
"Và a farti una doccia per riprenderti."
"Sì, mi sa che ne ho bisogno."

Una doccia fredda. Sì, ne aveva decisamente bisogno.

Ha in viso un'espressione sconvolta ma anche spaventata. La paura di non sapere cosa vuole davvero che lo aveva tormentato per tutto il viaggio di ritorno da Rio era tornata, questa volta però con una sola certezza. Nell'esatto istante in cui ha rifiutato Stefania la persona che avrebbe voluto lì al suo posto era Gregorio.

Nonostante quella certezza, sotto la doccia non faceva altro che ripetersi che non poteva desiderarlo in quel senso. Loro erano amici,  migliori amici e a entrambi erano sempre piaciute le ragazze. Quella era stata una delle altre certezze della sua vita, almeno fino a quel maledetto 13 agosto.
Una situazione del genere non era assolutamente possibile, era fidanzato da quasi due anni ormai e una storia così lunga non l'aveva mai avuta ma dopo quello che era successo si chiedeva per la prima volta se amasse ancora Stefania senza saper rispondere. Adesso aveva nella testa una sola immagine e non era quella della sua ragazza.

Gli sembrava di essere stato catapultato in un vortice senza possibilità d'uscita. Girava girava, cambiava direzione ma tornava sempre a un punto: Gregorio.

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