Chapter VIII

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Lo so è tardi, e dovrei avere un discorso pronto all'uso...ma non ce l'ho.
Vorrei dire qualcosa di sensato...ma non riesco.
Vedere le 1000 views di questa storia, veder crescere quei numeri giorno dopo giorno mi ha destabilizzata un po', ma nel senso più positivo possibile. Non avrei mai lontanamente pensato di arrivare a tanto.
Vi ringrazierò all'infinito per aver intrapreso quest'avventura con me. ❤
Questo è per voi.
Ditemi la vostra. 😘

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Ostia.
Gabriele è appena arrivato nella sua stanza, che come sempre condividerà con Gregorio.
Non avrebbe voluto, ma non gli è sembrato il caso di chiedere una camera diversa perché quella richiesta sarebbe apparsa insolita agli addetti, visto che ormai era scontato che i due nuotatori stessero lì insieme e condividessero tutto.
Ultimamente anche troppo.

I ragazzi non si sono più sentiti dopo il brevissimo scambio di messaggi per il compleanno di Gregorio.
Nessuno dei due ha più trovato il coraggio di scrivere all’altro, quello degli auguri di compleanno è stato per Gabriele un pretesto per sapere come stava Gregorio e cosa pensava di lui. Non importava che fosse ancora arrabbiato per la reazione avuta dopo il bacio, non importava che qualche giorno prima Gregorio non si fosse fatto sentire per il suo compleanno. Non voleva che provasse ciò che aveva provato lui non ricevendo nulla perchè, anche se gli sembra strano ammetterlo, tiene troppo a Gregorio e l’ultima cosa che vorrebbe è che lui non sia felice ed è consapevole che adesso non lo è. Anche se non si sono mai affrontati dopo la discussione avuta a Rio, sa perfettamente cosa pensa il suo migliore amico. Lo conosce troppo bene ed è certo che sia deluso dal suo comportamento.
Gabriele è consapevole che quello che è accaduto quella mattina a Rio sia stato un errore, un suo errore.
Non doveva scappare in quel modo.
Per questo ha scritto quel messaggio a Gregorio e il “Ti voglio bene” è stato anche un modo per chiedergli scusa, per fargli capire che ci sarebbe sempre stato per lui, nonostante tutto.
Non era importante che l’amico rispondesse o meno, contava solo fargli sapere che in quel giorno, anche se da lontano, lui c’era.
L’aver ricevuto una risposta ha in parte placato i tormenti e le preoccupazioni del livornese.
Il suo unico pensiero ora è mostrarsi sereno quando lo vedrà, lo deve a lui, a se stesso e anche all’allenatore perché non possono iniziare la nuova stagione continuando a non parlarsi e guardarsi.
E’ intento a disfare le valigie, quando sente la porta aprirsi e il rumore di alcuni passi.
Non ha il tempo di pensare a chi possa essere che appena alza lo sguardo vede Gregorio. Ha con sé borsoni e valigie e indossa jeans appena sopra il ginocchio con una camicia bianca che gli sta perfettamente addosso e per un attimo Gabriele sente che il respiro mancargli.
E’ una sensazione diversa, strana. Gregorio è bellissimo, ha la pelle dorata a causa dell’abbronzatura messa in risalto maggiormente dal candore della camicia.
Non sa spiegarsi il motivo di quella reazione, non ha mai osservato il suo migliore amico da quel punto di vista. Hanno sempre scherzato su chi fosse il più bello e apprezzato fisicamente tra i due, si sono sempre presi in giro scambiandosi battute di spirito senza mai soffermarsi a pensare che quello che si dicevano forse era quello che davvero pensavano l’uno dell’altro.
“Nello scherzo c’è sempre un briciolo di verità” è la frase che ripetevano tutti i compagni che li ascoltavano e vedevano riempirsi di sfottò.
La verità strana, un po’ scomoda, difficile da ammettere e accettare ma che era inevitabile che prima o poi sarebbe venuta fuori, facendo rendere conto entrambi che l’amicizia nascondeva qualcosa di più profondo e intenso.

“Ciao eh!” esclama Gregorio muovendo la mano davanti agli occhi del livornese, rendendosi conto che è come incantato.
“Ciao.” dice Gabriele di rimando.
L'imbarazzo è palpabile, nessuno sa come continuare la conversazione e il silenzio aleggia nella stanza dopo quel semplice saluto, fino a quando Gregorio prova a rompere il ghiaccio.
“Grazie del messaggio, mi ha fatto piacere riceverlo. E scusa se io...beh...io… non mi sono fatto vivo. Se non fosse stato per te..”
“Shhh” lo interrompe Gabriele posando un dito sulle labbra del compagno che rabbrividisce a quel tocco leggero e delicato.
“Se ho deciso di scriverti è perchè lo volevo. Ricorda che le cose, giuste o sbagliate, le faccio sempre perchè ne ho voglia senza pensare al giudizio degli altri….”

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