Chapter XII

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Tutto sembra andare per il meglio.
Tornati in Italia, Gabriele e Gregorio passano gli ultimi giorni prima della pausa natalizia insieme. Anche se non ne hanno parlato ufficialmente con nessuno, tutti a Ostia ormai sanno di loro. Non riescono più a fare a meno l’uno dell’altro.
Pur di sfruttare ogni attimo e stare assieme, Gabriele ha proposto a Gregorio di passare un paio di giorni da lui a Livorno, prima di andare a Carpi dalla sua famiglia. Il nuotatore ha accettato senza pensarci un secondo.

Sono in macchina che ascoltano la musica che la radio sceglie per loro, quando Gregorio interrompe le note di una canzone.
“Ma...ai tuoi come mi presento? Come tuo amico?” chiede sorridendo mentre Gabriele è alla guida.
“Sei scemo? Ti hanno visto migliaia di volte a casa, non è mica una novità questa!”
“Sì, ma adesso è diverso.”
“Lo so benissimo che quello che abbiamo fatto ultimamente non è proprio da amici.” dice rivolgendogli uno sguardo malizioso e strizzandogli un occhio, distogliendo un attimo lo sguardo dalla strada.
“Pensa a guidare e non guardarmi in quel mondo, se non vuoi che ti costringa a fermarti da qualche parte.”
“Dillo un’altra volta e mi fermo subito, alla prima stazione di servizio.”
“Ma smettila, stupido!”
“Ai tuoi ordini!” esclama mentre entrambi scoppiano a ridere.

Arrivati a Livorno, prima di lasciare l’auto, Gabriele nota che Gregorio è turbato.
“Oh Greg, ma davvero ti preoccupi? Comportati normalmente, senza farti paranoie inutili. Se ti ho chiesto di venire con me è perchè non ho nulla da nascondere alla mia famiglia. Tu fai parte della mia vita e loro lo capiranno. Pensa che il Moro lo sa già.” confida.
“Quest’ultima la sapevo, anche se a me non ha mai detto nulla.”
“Gli ho detto io di non farlo.”
“Non avevo dubbi” sorride baciandolo dolcemente e scendendo poi dall’auto.
Vanno verso il portone di casa, mano nella mano, incuranti dei passanti e di tutto ciò che li circonda. Prima di suonare e farsi aprire, si scambiano l’ennesimo bacio della giornata abbracciandosi.

“Oh Stefy, ma quello non è Gabry? E quello è...cazzo, è Gregorio!”
“Ti avevo detto che volevo evitare questa zona, immaginavo che sarebbe tornato a casa per Natale.”
“Sì, ma non hai visto quanto erano vicini, quasi si baciavano.”
“Ma cosa dici? Sono sempre stati così quei due, vivevano in simbiosi, sempre insieme sempre attaccati. A volte sembrava che Gabry tenesse più a lui che a me.”
“Sembrava? Visto come è finita, mi sa che non sembrava... era così.”
“Ormai non mi interessa. Gabriele è sparito dalla mia vita e meglio così, non ho perso nulla.” dice cercando di autoconvincersi.
Stefania e l’amica proseguono per la loro strada, ma quando torna a casa ripensa alle parole della ragazza e inizia a ricollegarle agli eventi passati. In particolare, la mente torna a quando ha raggiunto Gabriele a Ostia e ha udito la sua voce dagli spogliatoi ripetere “cosa mi stai facendo..” in un modo che conosceva troppo bene. Non era solo, ne era certa, ma quando il ragazzo le aveva fatto notare che con lui c’era solo il suo migliore amico gli aveva creduto e aveva pensato di aver frainteso quelle parole.
Adesso però dopo quello che le ha fatto notare l’amica, non può fare a meno di ripensarci e di chiedersi se davvero tra Gabriele e Gregorio ci sia qualcosa.

Nel frattempo i due nuotatori sono a casa. Al pomeriggio sono soli perché i genitori di Gabriele escono per delle commissioni.
“Noi andiamo, mi raccomando fate quello che volete ma noi non vogliamo sapere e vedere nulla. Ciao.” dice il papà di Gabriele rivolgendo un sorriso al figlio prima di chiudersi la porta alle spalle.
Il ragazzo non ne aveva ancora parlato apertamente con i genitori, ma loro lo conoscevano troppo bene. Da quando Gabriele gli aveva detto che la storia con Stefania era finita, avevano intuito tutto e il fatto che Gregorio fosse lì con lui in quei giorni e il modo in cui si guardavano e stuzzicavano lo aveva confermato.
Sapevano tutti che prima o poi sarebbe successo, era inevitabile. E lo sapevano anche i suoi genitori.

Alle parole del signor Detti, come lo chiamava lui scherzosamente, Gregorio rivolge uno sguardo stranito al livornese.
“Che c’è?”
“Tuo padre lo sa?”
“Greg, non ho bisogno di parlare con i miei genitori, loro hanno già capito. È tutto ok.” lo tranquillizza lasciandogli teneri baci sul collo.
“Che...che...fai?”
“Possiamo fare quello che vogliamo, no? E poi, non volevi fermarti in strada prima?” sussurra Gabriele all’orecchio mentre un brivido percorre la schiena di Gregorio.
“Siamo sul divano dei tuoi!”
Gabriele si alza di scatto dal divano, “Andiamo in camera mia” dice tirandolo per un braccio.
Gregorio non se lo lascia ripetere e in un baleno si ritrovano sul letto, l’uno sull’altro privi dei vestiti a esplorare i propri corpi.
“So che non aspettavi altro...eh..” dice Gabriele mentre si fa spazio in lui e vede comparire sul viso del ragazzo un sorriso seguito da un gemito. E poi un altro gemito e un altro ancora, fino a quando non giungono al culmine.
“Sei bellino!” afferma Gabriele guardandolo intensamente negli occhi.
“Tu invece sei bellissimo... e ti…” le parole gli muoiono in gola. In un secondo di lucidità si rende conto che forse quello che sta per dire sarebbe troppo e non è nemmeno il momento giusto per farlo.
“Ti voglio bene Greg” completa la frase Gabriele, consapevole che in quelle parole è nascosto qualcosa che va ben oltre il bene.

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