Chapter I

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Era la vigilia della loro gara. L'indomani si sarebbero giocati un posto sul podio olimpico.
Al mattino Gabriele fu il primo a svegliarsi e prima di iniziare a prepararsi per andare in piscina e allenarsi, andò in bagno, prese del dentifricio e lentamente, attento a non svegliarlo, iniziò a sporcare il viso del compagno di stanza, disegnandogli dei baffi e una finta barba. Fiero della sua opera, tornò in bagno per farsi una doccia.
Gregorio appena sveglio, notò nello specchio dell'armadio di fronte a lui come era conciato e corse subito in bagno.
"Ma ti pare che devi fare ogni volta questi scherzi del cavolo?" urlò spalancando la porta del bagno e vedendo l'ombra dell'amico sotto la doccia.
"Sei tu che mi ispiri" disse Gabry mentre l'acqua continuava a scorrere.
"Ma ispiro cosa? Sei il solito ragazzino!"
"Ah, io ragazzino?" aprì la doccia e uscì dopo essersi avvolto un asciugamano in vita.
"Con questi muscoli e pettorali ti sembro ancora un ragazzino?" disse ridendo il livornese, toccandosi i bicipiti.
"Beh ... in effetti..." tentennò Greg restando qualche secondo in silenzio.
"In effetti?! continua continua" ripetè Gabriele presuntuoso.
"No. Vedendoti così, no." concluse Gregorio e subito dopo deglutì.
"Bravo. Bravo! Adesso vedi di muoverti perché abbiamo un allenamento che ci aspetta." gli disse il livornese uscendo dal bagno.
Gregorio si lanciò sotto la doccia. Mentre l'acqua scorreva sul suo corpo, cosí anche i pensieri scorrevano nella sua mente. Quella battuta di Gabriele sul suo non essere più un ragazzino, sul suo corpo, lo aveva messo un po' in imbarazzo. Eppure lo aveva visto tante volte così, in piscina, negli spogliatoi e in tutte le camere d'albergo che avevano condiviso in quegli anni.
Ma quella mattina era stato diverso e non riusciva a spiegarsi il motivo di quella sensazione.

Durante l'allenamento, fuori dalla piscina, Gregorio spesso restava incantato a guardare Gabriele senza rendersene conto e ripensava a quello che era successo poco prima in albergo. A quelle sensazioni che ormai non poteva scacciare.
Era talmente preso che non sentì il fischio di Stefano, il loro allenatore, zio di Gabriele, che li avvisava di salire sui blocchi di partenza per poi nuotare le ultime vasche prima del meritato riposo pomeridiano che li attendeva.
"Oh, Greg ci sei?" urlò l'allenatore
"Sì, Moro, dimmi" rispose il ragazzo.
"Ma dimmi cosa? Che cazzo fai? Ti sei imbambolato, hai troppi pensieri? Non so che cazzo hai in quella testa in questi giorni, ma vedi di liberarla entro domani perché non accetto figure di merda dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi 4 anni." urlò Stefano arrabbiato, mentre Gabriele scendendo dal blocco, ascoltò perplesso quelle parole.
"Oddio, scusami. Scusami davvero. Stavo pensando..."
"Non mi interessa a cosa pensavi. Vai e nuota!" lo interruppe l'allenatore.
Gregorio non disse nulla e tornò verso i blocchi di partenza, pronto a tuffarsi. Sul blocco, poco prima di entrare in vasca, Gabry gli fece un occhiolino e sorrise e a Greg sembrò che la sfuriata di Stefano non fosse mai esistita. Quel gesto gli scaldò il cuore e ora era pronto ad affrontare tutto come doveva e come voleva.

Il pomeriggio lo trascorsero in giro per il villaggio olimpico. Erano vicini al distributore automatico di bevande energetiche, quando Greg si rivolse a Gabriele:
"Che ne dici se stasera ce ne andiamo un po' in spiaggia io e te? Così magari il mare ci aiuta a calmare un po' l'ansia per domani."
"Sì, grande! Mi piace l'idea!" rispose il livornese entusiasta.
Greg però subito dopo pensò che Gabriele era fidanzato e che forse voleva passare del tempo con Stefania.
"Aspetta, ma non è che vuoi stare con Stefy? In questi ultimi giorni non siete stati molto insieme da soli, a parte la sera della tua medaglia nei 400" domandò Gregorio.
"No, no. Stasera preferisco stare con te. Domani è un giorno importante e voglio vivere l'attesa insieme."

"Preferisco stare con te".
A Greg quelle parole risuonarono nella testa per tutto il pomeriggio, fino a sera. Davvero Gabriele avrebbe rinunciato a una serata con la sua ragazza per stare con lui? Solo con lui?
Era successo altre volte che avessero passato serate fuori da soli, ma perché erano quasi "costretti" , lontani da amici e fidanzate. La maggior parte delle volte passavano il tempo e le serate libere con gli altri compagni di squadra.

La sera, dopo la cena in hotel, andarono in spiaggia come avevano deciso. Gabriele si avvicinò a un chiosco che era poco distante e ordinò due cocktail. L'amico lo raggiunse e non fece in tempo a dirgli: "Non dovremmo bere alcolici stasera" che Gabriele gli aveva già passato il bicchiere in mano.
"Ora sei diventato astemio? Devo ricordarti di quella volta a Ostia quando ho dovuto portarti in camera in spalla dopo che ti eri scolato non so quanti mojito?" disse Gabriele ridendo.
"Ti pare che io diventi astemio?" rispose Gregorio.
"No,appunto. Quindi bevi questo e non rompere! Vivi un pò" lo esortó Gabriele divertito.
"Ok, capo!" esclamò Greg facendogli l'occhiolino.
Dopo un'ora si ritrovarono seduti in riva al mare con il vento e il rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia.
"Grazie!" esordì Gregorio rompendo il silenzio.
"E per cosa?" chiese perplesso Gabriele.
"Per questi giorni, per oggi. Per essermi stato vicino quella sera quando sono crollato, per aver scelto me stasera invece della tua fidanzata. Per esserci sempre per me. Per tutto, Gabry. Grazie."
Gabriele sorrise a quelle parole e poi con la sua solita aria scherzosa gli disse "Ma la smetti di ringraziarmi? Cosa è tutto questo affetto stasera? Il mare ti rende troppo sdolcinato!"
"Sdolcinato io? Senti chi parla! Potrei elencare tutte le cose che hai fatto per Stefania da quando state insieme e poi vediamo chi è davvero quello sdolcinato" disse Greg colpendo l'amico al petto.
"Stavolta devo darti ragione." ammise Gabriele, abbracciandolo subito dopo.

Quell'abbraccio sembrò essere infinito. Gregorio poggiò la testa nell'incavo del collo del compagno. Gabriele lo stringeva forte a sé e entrambi potevano sentire il rumore dei loro respiri fondersi col rumore del vento.
"Grazie" gli sussurrò di nuovo Greg all'orecchio.
Quando Gabriele spostò la testa, Gregorio si ritrovò a pochi centimetri dalle sue labbra e d'istinto provò a unire le sue a quelle dell'amico, che però subito girò la testa dall'altra parte.
"Oh, Greg che fai?" chiese Gabriele staccandosi subito dall'abbraccio.
"Ehm.. io...scusa... non so, forse è l'alcool che ho bevuto che è in circolo e..." provò a giustificarsi Gregorio.
"Ma ti pare che a momenti mi baci? Sei fuori?"
"Oh, Gabry che cavolo vuoi! Lo sai che anche poco alcool mi fa strani effetti. Ti ho chiesto scusa" gli urlò contro Greg
"Forse è meglio se andiamo a dormire prima che tu faccia altre cazzate" replicò il livornese alzandosi e iniziando a lasciare la spiaggia.


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