Tornati in camera a sistemare le ultime cose per la partenza del giorno successivo, poi raggiunsero subito Casa Italia dove tutta la delegazione li attendeva per la solita festa dei medagliati.
Percorrere insieme il corridoio illuminato che portava all'interno della sala principale ed essere accolti dagli applausi di tutti fu molto emozionante per entrambi. Gabriele lo aveva già fatto da solo, ma arrivare lì con Gregorio era stato decisamente diverso. Con lui TUTTO era diverso...bello, speciale.
Rivedersi insieme nel video della gara e della premiazione non potè che far riemergere tutte le sensazioni vissute qualche ora prima in quella piscina che avevano tanto sognato.
Concluso il video fu spontaneo per i due campioni abbracciarsi, di nuovo, per l'ennesima volta perché negli abbracci riuscivano a dirsi tutto senza dirsi niente. Nonostante le tante persone che li circondavano, in quel momento erano solo loro, Gabry e Greg. Niente e nessuno avrebbe potuto intromettersi."Ok, direi che può bastare. Adesso passiamo ai veri festeggiamenti" si fece avanti il capitano della nazionale, Filippo Magnini, avvicinandosi ai ragazzi con due calici e una bottiglia di spumante.
"Adesso potete darvi alla pazza gioia, le gare sono finite, è l'ultima notte a Rio. Bevete e divertitevi! Ve lo meritate!" esortò Gabriele e Gregorio porgendogli i bicchieri e rivolgendo un occhiolino a entrambi.
Stappò la bottiglia e riempì i calici.
"Grazie a tutti, siamo molto felici di quello che abbiamo fatto per la squadra, per l'Italia e anche per noi." disse Gabriele facendo alla fine un sorriso al compagno che non potè che ricambiare mentre sentì un leggero brivido attraversagli il corpo.La serata proseguì tranquilla tra risate, bevute e aneddoti raccontati ai presenti.
Gregorio in un momento più tranquillo andò fuori per rispondere ad alcuni messaggi che aveva ricevuto da parenti e amici che non avevano potuto raggiungerlo in Brasile. Ma quell'idea svanì subito quando vide Gabriele e Stefania abbracciati sulla spiaggia iniziare a baciarsi con molta passione. Greg avvertì una stretta allo stomaco e fu inevitabile per lui ripensare alla sera precedente, quando Gabry era in spiaggia con lui, quando ad abbracciarsi erano loro due. Sentì il desiderio di volersi sostituire a quella ragazza "Chissà cosa sarebbe successo se Gabry non si fosse scans..." pensò per poi bloccare quel pensiero e ripetersi subito dopo "No, no che cazzo faccio. Non è possibile, non posso. Io e Gabry...no...ma che mi sta succedendo?'Gregorio era confuso, quella era una situazione nuova per lui. Da quando la sua storia con Letizia era finita si era avvicinato molto a Gabriele, la loro amicizia era diventata più salda di prima, ma no, non era proprio possibile che Gabriele gli piacesse in quel senso. A lui erano sempre piaciute le ragazze. Ma perché allora si sentiva così, come se qualcuno gli avesse preso il cuore tra le mani e lo stringesse così forte da fargli male, come se lo stomaco fosse compresso tra le tenaglie?
Si allontanò da lì, quasi disgustato, e tornò dal resto della squadra.
" Eccolo il nostro campione!" Urlò Luca Dotto cercando di attirare l'attenzione di tutti - dov'eri finito? Qui la gente ti reclama. Vogliono vedere la medaglia"
-"Tieni, ecco la medaglia. Mostrala tu agli altri." Disse Greg senza rendersi conto delle sue stesse parole
-"Ma stai bene? Ha ragione Gabry. Ti basta poco alcol per iniziare a dire e fare cose senza senso"
-Che c'entra Gabry ora? - quasi gli urlò contro
-come che c'entra?! Siamo qui per festeggiare voi! Vabbè, sì lui sta con Stefy, chissà in quale posto nascosto sono andati a infrattarsi quei due." si guardò intorno Luca
Non fece in tempo a finire che quando si girò di nuovo verso Greg lui non c'era e si ritrovò con la medaglia tra le mani.Gabriele, appena rientrato con Stefania, un po' brillo, aveva trascinato via Gregorio mentre parlava con Luca.
''Che fai?" chiese Greg nervoso
"Ti porto via" disse sorridendo Gabriele
"Te non stai bene!" affermò sorridendo rassegnato.Era bastato rivedere Gabriele da solo che sorrideva, per dimenticare per un istante quello che aveva visto poco prima fuori e che lo aveva tanto innervosito.
Era sempre così. Quel sorriso gli trasmetteva tranquillità, riusciva sempre a rimetterlo in pace col mondo.
A Gabriele veniva spontaneo farlo, sempre.
Prima di entrare in vasca durante gli allenamenti, prima delle gare, quando parlavano. E in quei mesi avevano parlato tanto, di loro, delle loro vite e i sorrisi di Gabriele erano stati una costante per Gregorio."Guarda che quello che non sta bene sei te! La medaglia dove l'hai lasciata?" Replicò ridendo Gabriele.
"La medaglia?" disse guardandolo perplesso e toccandosi il petto ..."Cazzo! La medaglia!" esclamò poi in preda al panico "..se solo tu non mi avessi trascinato via in quel modo!!" continuò Gregorio.Mentre i due continuavano a chiedersi, senza arrivare a un punto, dove fosse la medaglia, accusandosi allegramente a vicenda, Luca Dotto riuscì finalmente a trovarli.
"È possibile che ogni volta dobbiate isolarvi, voi due? Proprio non ce la fate a stare separati e tu.." disse riferendosi al livornese "..non dovresti stare con la tua ragazza, invece che con questo tipo qui che non sa nemmeno tenersi una medaglia?" chiese dando una pacca sulla spalla a Gregorio e facendo oscillare tra le mani la medaglia d'oro che il campione gli aveva lasciato poco prima, senza rendersene conto.
"Anche te potresti stare con la tua ragazza e invece sei qui a romperci, come tuo solito" lo rimproverò scherzosamente Gabriele "e poi che ci fai con la sua medaglia?"
"Eh, chiedilo al tuo caro amico. Me l'ha lasciata lui"
"Anni e anni a parlare e a sognare l'oro olimpico e poi lo lasci a un tipo poco raccomandabile come lui?" domandò il livornese al campione, indicando Luca Dotto.
"Vabbè se io sono poco raccomandabile, tenete la medaglia. Vi lascio piccioncini" andò via Luca facendo il finto offeso."Come ci ha chiamati?" chiese Gregorio all'amico pensando di non aver capito bene.
"Eh, piccioncini....ma sai com'è fatto. Deve sempre sfotterci!"
"Senti chi parla!"
Gabriele rise, lui fece lo stesso di rimando e rientrarono poi per gli ultimi momenti della serata e i saluti.Terminata la festa, tornarono nella loro stanza.
Entrambi stavano chiudendo le valigie, ma Gabriele stava avendo qualche difficoltà con la sua.
Non faceva altro che saltarci sopra per provare a chiuderla, invano e Gregorio osservava divertito la scena."La smetti di ridere e vieni a darmi una mano?" esordì Gabriele vedendolo godersi la scena poggiato all'armadio di fronte.
Gregorio si avvicinò e si sedette sulle gambe del compagno di stanza, ma non appena cominciarono a fare forza sulla valigia, il modenese diede involontariamente una spinta con la spalla al compagno e entrambi si ritrovarono sul letto, uno sull'altro.
Si guardarono negli occhi per qualche secondo.
Era sicuramente una situazione insolita. Avevano dormito tante volte insieme, sempre insieme, in tutti gli hotel del mondo in cui erano stati, ma avevano sempre mantenuto spontaneamente le giuste distanze l'uno dall'altro.
Gabriele rideva di quella scena imbarazzante, Gregorio era perso nei suoi occhi e quel solito sorriso che lo fregava sempre.
Non perse tempo a pensare a quello che stava per fare, perché se ci avesse pensato si sarebbe lasciato sfuggire l'attimo giusto, il momento perfetto.
Mentre Gabriele continuava a ridere con gli occhi chiusi, Gregorio si chinò e posò le sue labbra su quel sorriso, cogliendo di sorpresa il livornese che, questa volta ricambiò il bacio prendendo il volto di Gregorio tra le mani, lasciando toccare le loro labbra per qualche secondo.Fu un bacio rubato, leggero, casto. A quel semplice contatto di labbra Gregorio sentì un brivido percorrergli la schiena e non riuscì più a pensare lucidamente, fino a quando Gabriele non lasciò la presa e lo spinse dolcemente dall'altra parte del letto.
Restarono un po' così, distesi uno accanto all'altro a osservare il soffitto non sapendo cosa dire.
"Hai bevuto eh?" domandò Gabriele rompendo quel silenzio imbarazzante
"Un po' "
"Un po'? Sai di alcol?"
"Beh, anche tu!" concluse Gregorio sorridendogli.
L'imbarazzo era quasi dimenticato e terminarono la sistemazione delle valige senza tornare su quello che era appena successo.
Poi si addormentarono, sfiniti da quella giornata.

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Water&Fire.
Fanfiction«Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l'acqua. Niente ostacoli - essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensab...