9°Capitolo_Training

5.4K 329 10
                                    

9.Training

Quel coglione mi ha voluto pure far cambiare. Ho dovuto togliermi tutte le cinghie e la divisa è sempre un peso da togliere. Prendo dal mio armadietto i vestiti per l'allenamento e incomincio a mettermeli. Una canottiera scollata e attillata corta che copre il seno e qualche centimetro più giù e dei pantaloni della tuta lunghi che mi arrivano poco sopra la caviglia. Poi delle semplici scarpe per la corsa.
Incomincio a far scrocchiare qualche osso facendo dei movimenti circolari con le braccia e stiracchiandomi la schiena mentre esco dallo spogliatoio. Mi sono fatta una coda alta per evitare che i miei capelli intralcino il lavoro. Mi scoccia fare questo allenamento, so perfettamente difendermi e uccidere i giganti ma è da un po' che non mi alleno col corpo a corpo e sono evidentemente arrugginita.
Entro in palestra e vedo Levi di spalle contemplare qualcosa davanti a lui. Lo osservo per un attimo e decido di avvicinarmi senza far rumore e attaccarlo dalle spalle.
Gli tappo gli occhi con una mano mentre con la gamba destra gli faccio lo sgambetto, ma lui rimane in piedi con non so quale forza di gravità e con un braccio libero mi circonda il collo e, prendendomi di peso, mi atterra. Sembra che io non pesi niente.
-Ahia...-mugugno dolorante. Ci è andato giù pesante o sbaglio?
Sposta i piedi ai lati della mia testa e mi guarda dall'alto.
-Un mese e mezzo fa lo avresti schivato o saresti riuscita persino ad atterrarmi in un colpo solo. Sicura che sia solo un mese e mezzo? –mi chiede. Lo continuo a guardare da terra e gli mando un paio di occhiatacce.
-Un mese e mezzo o due...che differenza fa? –chiedo acida. Non mi piace essere debole, ma non ho avuto l'occasione di allenarmi.
-Tch. Sei debole, non resisteresti neanche mezzo minuto ad un corpo a corpo. –la sua voce è aspra e sono come chiodi nel petto. È deluso, si vede lontano da un miglio.
Stringo i denti e porto le mani sopra i suoi piedi per poi darmi la spinta e cercare di dargli un calcio sul mento.
Prima che possa raggiungerlo, mi prende per le caviglie e mi tira su, senza neanche fare un po' di fatica.
-Ma che caz...- mugugno sorpresa.
-Non pesi niente, sei dimagrita e sei diventata pure debole. Non ti riconosco più, mocciosa -
Guardo da un'altra parte mentre lui mi riappoggia, stranamente, delicatamente al suolo. Mi rialzo evitando il suo sguardo e mi pulisco i pantaloni.
-Cento giri di campo, flessioni e addominali. –mi ordina. Se sarei in circostanze diverse, lo avrei mandato a quel paese, ma ha ragione. Non so più difendermi come un paio di mesi fa e nella spedizione di domani non si sa cosa potrà accadere. So che se mi allenerò con lui in poche ore ritornerò quella di una volta, ma ho l'ansia. Seriamente? Ho l'ansia da prestazione. Non mi è mai fregato del suo giudizio, eppure ora che ho visto la delusione nei suoi occhi voglio fargli vedere come ero e come sono.
Incomincio a correre per tutta la palestra. Correre per me non era mai stato un problema, avevo un'ottima resistenza e avevo una notevole forza nei muscoli per essere una ragazza.
-Vai troppo piano –sento dire da centro campo. Lancio un'occhiata fulminante al ragazzo e accelero il passo. Voglio spingermi al massimo, ma lo farò solo quando sarò al cinquantesimo giro.
Ogni tanto do qualche occhiata verso Levi, che nel frattempo si è messo a fare un riscaldamento per mettere a posto la sua gamba. Dovrebbe rimanere a letto o comunque a riposo, ma giustamente è testardo come un mulo e non vuole rimanere fermo a non fare niente. Almeno ha capito che non può sopportare il peso di una spedizione.
Senza rendermene conto arrivo al cinquantesimo giro e da lì incomincio ad aumentare sempre di più il passo. In meno di un minuto ho già fatto tre giri di campo.
Sento lo sguardo di Levi addosso e aumento nuovamente. Sento le mie gambe incominciare a bruciare ma non mi importa e continuo ad aumentare il passo.
Raggiungo il mio limite massimo al terz'ultimo giro e finisco i miei giri in poco meno di 10 minuti.
Mi dirigo verso Levi e, a pochi metri di distanza, mi butto a terra e incomincio a fare le flessioni. In quello non ci sono problemi, faccio tutto in pochissimi minuti, lo stesso per gli addominali.
Mi tiro su dandomi forza con le mani ai lati della testa e finisco esattamente davanti a Levi.
-Almeno la tua velocità è rimasta invariata, pensavo che anche quella se ne fosse andata. –commenta facendosi scrocchiare un braccio portandoselo dietro la schiena.
Non rispondo e aspetto che lui mi dica qualcosa.
-Ora passiamo al corpo a corpo. Passiamo subito il sacco e armi varie perché a te non servono. Combatterai con me fino a quando riuscirai a non finire a terra in meno di un minuto. -
Sbuffo sonoramente e mi posiziono senza dire nulla in difesa. 5 secondi, questa è la nostra regola. Prima di iniziare un incontro, da quando tutti e due si sono messi in posizione, si contano 5 secondi e poi si parte.
Appena scoccano i cinque secondi nella mia testa parto e mi avvento su di lui. Gli avvolgo il braccio destro dietro il collo e lo faccio piegare per poi dargli una ginocchiata dritta allo stomaco. Lo sento trasalire ma lega pure lui un braccio dietro il mio collo e, prendendomi per un fianco, mi ribalta dall'altra parte, dietro di lui.
Sento tutte le ossa della schiena vibrare al contatto col pavimento e un rimbombo nel petto.
-Sei riuscita a darmi un calcio, andiamo già meglio, ma ti sei fatta atterrare. Ti avrei potuto uccidere in questo esatto momento se fossi stato un nemico. Due mesi fa non avresti neanche toccato il pavimento, ti saresti rialzata. -
-Tch –mugugno. I miei riflessi sono lenti, ha ragione, devo ripristinarli.
Mi rialzo di colpo e mi scaglio nuovamente su di lui iniziando a dare una raffica di pugni, tutti schivati da lui.
Mi guarda serio. Quello sguardo, di nuovo...è di nuovo deluso.
Stringo i denti mentre sento una scarica elettrica passare per tutto il mio corpo. In pochi secondi gli do nuovamente un calcio nello stomaco facendolo piegare in due e, spingendogli la testa con un gomito, lo faccio scontrare con quello stesso ginocchio stando attenta a non beccare nessun punto in cui possa rompersi o il naso o i denti e con la gamba sinistra gli do un calcio sul fianco per spedirlo lontano da me.
Finisce contro la parete. Gli sanguina un labbro ma non è niente per lui.
Sospiro e abbasso lo sguardo sui miei pantaloni per togliere la polvere su di essi. Sento all'improvviso una presenza dietro di me e prima che mi possa colpire porto indietro un braccio e lo faccio scontrare col suo, bloccando il colpo. Incontro gli occhi glaciali di Levi. Era stato veloce nonostante la sua ferita.
-Ti stai riprendendo –dice. Mi sento sollevata ma quando incrocio i suoi occhi vedo che la delusione non è scomparsa del tutto. –Ma non è abbastanza -
Blocco un suo calcio diretto verso il mio fianco e schifo un pugno diretto verso la mia faccia. Faccio forza nelle due braccia liberandomi e indietreggio facendo due verticali in successione.
Lo vedo scomparire dal mio raggio visivo e mi ritrovo un colpo al coppino che mi fa girare la testa all'improvviso. Sollevo una gamba per dargli un calcio ma lui me la blocca e mi tira lontano da lui. Prima di toccare terra con la schiena, poggio le mani e mi ritiro su ricadendo in piedi.
-Questo è quello di cui parlavo prima –commenta avvicinandosi a passo veloce a me.
-Stai parlando tanto oggi. –dico con un sorrisino e il fiatone sotto mentre cerco di allontanarmi sempre di più da lui.
-Non dire sciocchezze –dice bloccandosi a qualche metro da me –Io parlo sempre tanto –si catapulta su di me e io, schivando il pugno, mi posiziono dietro di lui e gli salto sulla schiena facendolo cadere e, con lui, io.
Finiamo io sopra di lui.
-Beh, sono riuscita ad atterrarti. –dico sorridendo mentre lui mi guarda male. –Che c'è? Non mi guardare in quel modo! –dico infastidita. Mi sta fissando, non è un buon segno.
Dopo un po' sento le guance bruciare e mi allontano dal suo viso, tirandomi a sedere sempre sopra di lui.
-Quindi? Ora posso andare in spedizione, caporale Ackerman? –chiedo con un sorriso malizioso stampato sulle labbra. Sospira combattuto e annuisce. Facendo partire un urlo da parte mia.
Sento i suoi addominali contrarsi e i siede pure lui, poggiandomi le mani sui fianchi scoperti.
-Ci tieni così tanto ad andare a farti ammazzare dai giganti? –chiede con un tono acido frenando immediatamente il mio entusiasmo.
Lascio ricadere le braccia sui miei fianchi, sfiorando le sue mani e lo guardo seria.
-Non è che ci tenga, ma visto che non ci sei te e siamo i due soldati più forti dell'umanità non penso abbia molta scelta –rispondo sinceramente.
Rimane qualche secondo in silenzio e abbassa lo sguardo.
-Se tu avessi la possibilità di non combattere più i giganti, di non dover più uscire dalle mura e vivere agiatamente nel Wall Sina, cosa faresti? –mi chiede all'improvviso.
Non capisco del perché di questa domanda, io sono entrata nell'esercito per combattere e ho scelto la legione esplorativa per una ragione, se avessi voluto vivere nel Wall Sina e non preoccuparmi dei giganti sarei andata nel corpo della Gendarmeria o nella polizia militare.
-Continuerei a combattere lo stesso – alza gli occhi di scatto e li incatena ai miei facendomi bloccare per qualche millisecondo. –Ho scelto la legione esplorativa per una ragione, Levi. Se avessi voluto la vita che mi hai dato come esempio tu, avrei scelto la Gendarmeria o la Polizia Militare –mi blocco pensando a come sarebbe cambiata radicalmente la mia vita se avessi scelto un altro corpo militare. Non sarei stata etichettata come donna più forte dell'umanità e non avrei conosciuto lui. La mia vita sarebbe stata molto più monotona e senza senso. –Magari, quando vorrò avere dei figli e se ce li avrò, per qualche anno mi piacerebbe fare quella vita ma non riuscirei a stare lontano dalla legione, da voi. –dico alla fine sorridendo.
Lo vedo sovrappensiero, ha lo sguardo vuoto ma so che mi ha ascoltato fino infondo.
-Te invece? –chiedo senza pensarci. So come è andata la storia, so come lo abbia praticamente obbligato Erwin ad entrare nel corpo di ricerca, ma voglio sapere se è quello che voleva veramente quando ha deciso.
-Allora non ti piacerà quello che ti sto per dire. –dice tutto d'un tratto, ignorando la mia domanda. Lo guardo confusa ma, quando alza lo sguardo su di me, sento dentro una brutta sensazione.
-Voglio che tu lasci la legione -
Il mio cuore perde un battito e spalanco gli occhi. Come può dire una cosa del genere? Mi sta cacciando? Mi odia a tal punto che non vuole più neanche vedermi?
-Che cos-
-Oggi stesso –mi interrompe. Ha la sua solita voce strafottente, gelida e senza emozione di sempre.
Senza controllo e senza rendermene contro, la mia mano si scontra con la sua guancia facendo risuonare lo schiocco per tutta la palestra. Dalla forza, gli si gira il volto e i capelli gli ricadono sopra gli occhi.
-Come osi –inizio. Ho il fiatone, ma non ho fatto niente di che. –Come osi dirmi una cosa del genere, Levi!? – non l'ho mai chiamato per nome così tante volte in un giorno, non so cosa mi stia prendendo. –Ho capito che mi odi, lo so perfettamente, ma mi odi veramente al tal punto di cacciarmi dalla legione?! –rimane in silenzio, senza dire assolutamente niente. –Chi tace acconsente, no? –dico ridacchiando con un tono pieno di amarezza. Faccio per alzarmi ma mi blocca per un polso e mi fa girare nuovamente verso di lui .
-Cosa vuoi? –chiedo.
Rimane zitto e cerco di liberarmi dalla sua presa ferrea. Potrei liberarmi in qualsiasi momento visto che mi tiene solo da un braccio ma vorrei sentire cosa ha da dirmi.
-Non voglio che tu muoia –dice semplicemente.
-E perché? Sentiamo. Forse per comodità? -
-Ti sbagli. Fai parte della mia squadra, non voglio che muoia nessuno. -
-Allora perché non ritirare tutta la squadra già che ci sei? -
-Perché posso salvare solo il salvabile, e ho una brutta sensazione a riguardo –dice.
Sussulto e lo guardo sconvolta.
-Pure tu? –chiedo.
-Pure io? –
Rimango in silenzio. Meglio che non lo sappia o non andrò più in spedizione veramente e mi caccerà seriamente dalla legione. Scuoto la testa.
-Non preoccuparti per me, so cavarmela anche da sola. È una spedizione da poco, torneremo a casa tutti sani e salvi. Dobbiamo solo controllare i territori del Wall Maria -
Fa schioccare lingua sul palato mentre io mi alzo e gli porgo una mano per aiutarlo con la sua gamba.
Lo tiro verso di me e si alza in un colpo.
-E ora? Cosa si fa? –chiedo stiracchiandomi.
-Ti sei già scordata? Non sono così sicuro di lasciarti la squadra...-dice ironico, spero.
-Cosa? –chiedo seguendolo vicino all'entrata degli spogliatoi.
-Devi preparare l'attrezzatura, la squadra, i cav-
Non lo faccio finire di parlare che mi fiondo dentro lo spogliatoio e incomincio a cambiarmi. Come ho fatto a scordarmi di una cosa del genere?!
-Maledizione! –urlo in preda al panico più totale.
Sono nella merda, come al solito.

•Hate Me• └ LevixReader ┐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora