34°Capitolo_Surrender

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34.Surrender

POV TN

Il vestito verde scuro percorre tutta la mia figura come se fosse stato cucina appositamente per me, ancor prima di essere congiunto con ago e filo. È uno dei miei vestiti più belli, anzi, il più bello.
Sotto ha un tessuto nero che cade dolcemente fino a terra, con sopra un ulteriore tessuto verde scuro, adornato con ricami dorati nel distacco tra il nero e il verde nella parte anteriore e nella parte alta del braccio come cerchio. Nel corpetto invece sono presenti dei fili verdi incrociati tra loro che tengono unite le due parti dorate.
I capelli invece sono legati in una coda raggomitolata su se stessa e con una ciocca di capelli dondolante davanti al mio viso, leggermente mosso per via dei bigodini che mi ero messa prima a capelli bagnati e lasciati asciugare al vento e, come al solito, compilando rapporti.
Esco dalla caserma dirigendomi verso il locale affittato da Historia giù in paese, non troppo lontano, e mi sento immediatamente gli occhi addosso.
Vedo gli uomini fissarmi nei punti focali del corpo e sento dei fischi provenire da ovunque.
Storco il naso e cerco di ignorarli prima di spaccare il naso a qualcuno.
A pochi passi dal locale, un uomo ubriaco si avvicina e mi tocca il braccio.
-Tn, sei davvero te, non sapevo nascondessi questo sotto l'uniforme militare. –il suo sguardo è languido di malizia, una patina opaca davanti ai suoi occhi indicano la sua non lucidità. –Che ne dici se-
Non fa in tempo a finire la frase che una mano lo prende per il coppino della maglietta e lo tira violentemente all'indietro, scaraventandolo verso il muro della casa presente sullo sfondo. Vedo la figura avvicinarsi a me e sbattere le mani tra di loro dalla polvere che si è attaccata a esse per via della giacca vecchia dell'uomo  stata più sull'asfalto che su un attaccapanni.
-Che ci fai qua? –chiedo, guardandolo dall'alto in basso, sorpresa di vederlo qua fuori e soprattutto a quest'ora.
Lui è vestito interamente scuro. I pantaloni e scarpe eleganti, i primi legati alla vita da una cintura nera, racchiudendo al loro interno la bellissima camicia del medesimo colore, aperta fino al terzo bottone.
-Ti stavo aspettando fuori, sei in ritardo. –incrocia le braccia al petto e lancia un'occhiata alle sue spalle, controllando l'uomo, ora svenuto a terra.
-Scusa, ho sbagliato con i tempi. –solo ora alza lo sguardo e analizza perfettamente e minuziosamente la mia intera figura.
Alza un sopracciglio, sorpreso, e si avvicina, incuriosito dal mio abbigliamento.
-Ora che lo noto, sei vestita bene oggi. –un leggerissimo sorriso fa capolino dalle sue labbra quando mi posa una mano sul fianco e mi avvicina leggermente a sé, non togliendomi di dosso gli occhi neanche per un secondo.
-Un complimento... Dovrei esserne onorata, caporale Levi? -
Cominciamo ad incamminarci verso l'oramai vicino locale e lo vedo guardarmi particolarmente interessato.
Ad un certo punto si avvicina velocemente al mio viso, puntando verso il basso e, una volta arrivato abbastanza vicino, inspira l'aria attorno a me e mugugna soddisfatto, allontanandosi nuovamente.
-Hai messo del profumo? - chiede, guardandomi incuriosito.
Annuisco con un cenno del capo, socchiudendo leggermente gli occhi, guardandolo incuriosita.
-Vaniglia e... -prende un attimo per pensarci e nel frattempo arriviamo davanti al locale. –Tè bianco. -
Sorrido leggermente. –Sei talmente un fanatico che riconosci subito l'odore del tuo amato tè. -
Non risponde, si limita a guardarmi per qualche secondo per poi addentrarsi nel locale, tenendomi impacciatamente per un braccio.
L'entrata è un corridoio lunghissimo, addobbato con dei nastri di seta di vari colori e con un tappeto rosso sangue che ne percorre l'intero volume.
Da qui si può già sentire la musica che sta rimbombando da dentro la porta a cui siamo davanti.
Vedo Levi storcere il naso e agrottare le sopracciglia, infastidito da quel iniziale casino.
Apre la porta però con uno strattone e si mette da una parte per farmi passare.
Oggi la sua gentilezza è aumentata in modo spropositante, e direi anche in modo inquietante.
Chino leggermente il capo per ringraziarlo mentre gli passo davanti ed entro nella sala, ritrovandomi centinaia di persone davanti.
Lui mi raggiunge subito dopo e mi posa una mano sul fondo della schiena, vicino al fianco.
Guarda male tutti, nessuno escluso. Ha lo sguardo tagliente e la fronte piena di rughe per via dell'agrottare delle sopracciglia.
-Sei tu quello che ha detto di sì per primo, non darmene una colpa. -cerco di puntualizzare, prima che lui possa dire qualsiasi cosa.
-Diciamo che se avessi detto di no ti saresti accollata a me fino a quando non avrei detto di sì, poniamola sul piano che ho voluto evitare tutta quella scenata e passare direttamente al dunque. -parla forte per via della musica dal vivo, la quale rende quasi impossibile parlare con un tono di voce normale.
Gonfio le guance indispettita e torno a guardare la folla di gente che c'è davanti a noi e nel mezzo riconosco Mikasa, Eren e Armin, il solito trio.
Sorrido intenerita nel vedere Armin abbandonato da Historia, troppo occupata a gestire la festa in modo che tutto vada secondo i piani e nulla storto.
La mano di Levi, ancora sul mio fianco, mi richiama all'attenzione picchiettandolo con due dita. Si avvicina al mio orecchio. - Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa? -
-Va bene del vino, grazie. -
Lo vedo per un secondo guardare il punto dove dovrebbe esserci la mia ferita, non molto sicuro del fatto di andarmi a prendere del vino.
-Sto bene, del vino non mi ucciderà di sicuro. -
Mi guarda per un'ultima volta titubante, ma si convince e si allontana velocemente, mischiandosi alla folla.
In tempo, direi record, mi ritrovo Hanji attaccata al collo che saltella divertita da tutte le parti, con Mike che la guarda non sapendo se ridere o piangere. Forse nessuna delle due, essendo apatico come pochi.
-TN! Sei venuta! - ridacchia la capitana dalle guance rosse e dalla coda oramai distrutta. E non siamo neanche a metà serata.
-Ciao Hanji. - sorrido, cercando di evitare l'argomento di quando alcol abbia introdotto nel suo corpo.
-Dov'è quel pacchiano di Levi? -chiede guardandosi poi attorno, cercandolo tra la folla di gente.
-È andato a prendere da bere. -
Improvvisamente mi guarda come se fossi una divinità e si lancia all'indietro, facendo così dover smuovere Mike per prenderla al volo evitandole un trauma celebrale.
-Mike, andiamo a cercare Levi, al buffet! -
Scuoto la testa disperata, spiaccicandomi una mano in faccia mentre il ragazzo, rassegnato, trascina la donna verso la zona buffet, per chissa quale millesima di volta.
Proprio nel momento in cui se ne vanno, qualcuno mi tira per un braccio e mi vado a scontrare sopra una superficie dura.
Alzo lo sguardo e incontro due occhi neri famigliari.
La mano destra del ragazzo si posa sul mio fianco mentre la mano sinistra ha stretto la mia, tenendola in alto, in una normale posizione da ballo.
-Ciao zuccherino. - mi fa l'occhiolino e sorrido leggermente, divertita dal suo comportamento.
-Yukio, qual buon vento ti porta qui? - chiedo incuriosita.
Nel frattempo un uomo, munito di vassoio, ci porge dei bicchieri riempiti fino all'orlo di qualche tipo di alcol e il ragazzo li prende per tutti e due.
Me ne porge uno e, prendendolo, lo scolo tutto d'un fiato, non volendo tenere a lungo quel pezzo di vetro in mano e ridandolo così al cosiddetto cameriere. Stessa cosa fa Yukio, riportando così le mani alla posizione originale.
-Dicevamo. - dice, facendo una piccola pausa per pensare alla risposta. Nel frattempo sento la gola bruciare per via di quel liquido così forte e buttato giù così velocemente da non aver sentito neanche il suo volume. -Sono qua perché mi hanno detto che alla festa c'era un sacco di alcol e cosi non sono riuscito a resistere, in più ho scoperto più tardi che ci sarebbe stata anche la bella fuggitiva e quindi ho aspettato il tuo arrivo solo per bere qualche bicchiere insieme. -
-Quale onore, caporale Yukio. - dico in tono scherzoso, prendendo subito un altro bicchiere che ci viene offerto da un altro cameriere, facendo la fine dell'altro.
-Con chi sei venuta? - chiede.
-Levi. -
-Vedo che si è già volatilizzato -
-In teoria è andato a prendere da bere, poi non so. - sento la testa leggermente girare, niente di troppo grave, ma di sicuro non è una sensazione piacevole.
Una mano mi tira per il braccio, di nuovo, e finisco tra le braccia del diretto interessato.
-Puoi anche andare. - ringhia il ragazzo, rivolgendosi a Yukio.
Il mio viso è premuto nella camicia nera e la sento impregnata di puzza di alcol.
-Ehi, rilassati, le stavo facendo solo compagnia mentre non c'eri. -
-Ora sono tornato, puoi anche andartene. -
Il ragazzo sorride e mi guarda per qualche secondo.
-Va bene, allora a più tardi. -
Mi stacco dal ragazzo e lo guardo negli occhi. Le guance sono di un rossastro ma il suo sguardo sembra ancora capace di intendere e volere.
-Finalmente ti ho trovata. Tieni. - detto ciò mi porge un bicchiere di vino rosso e non ci vuole tanto che gli restituisco il bicchiere vuoto.
-Dove sei stato fino ad ora? Il buffet non mi sembra sia cosi lontano. -
-Non lo è infatti, Hanji mi ha tenuto lí a bere qualche bicchiere. -
-Qualche? - alzo un sopracciglio, non credendo che lui avesse veramente bevuto solo QUALCHE bicchiere.
-Un po' -
La musica, prima abbastanza movimentata e allegra, diventa improvvisamente più lenta e tutti si avvicinano.
Io vengo spinta da qualcuno, finendo vicinissima a Levi, e lui prende occasione per agganciarmi i fianchi e io automaticamente il collo con le mie braccia.
Ci ritroviamo ad una distanza praticamente minima, dove l'oscillazione dovuta alla musica, fa sfregare i nostri corpi tra loro.
Quando prima potevo sentire la musica e le voci della gente intorno a noi, ora non sento più niente. Sono concentrata solo sulla sua figura e questo forse è dovuto anche dall'eccitazione amplificata dall'alcol e dai sensi ovattati, compromessi dalla medesima cosa.
Il suo respiro caldo e irregolare preme sulle mie labbra, mentre io sono impegnata a concentrarmi sulle sue. Le inumidisce con la lingua mentre io catturo quello inferiore con i denti.
Valgono tutti i baci, ma non quelli sulle labbra.
Questa è la scommessa. Questo è il gioco che abbiamo creato.
Il problema è che nessuno dei due è intenzionato a staccare la presa visiva dalle labbra dell'altro.
Pian piano, mi ritrovo con la schiena al muro, non sapendo esattamente come io ci sia finita essendo che qualche minuto fa ero nel centro della enorme sala.
Le sue mani ora hanno libero accesso ovunque, senza alcun divieto o restrizione. Percorrono velocemente tutte le linee del mio corpo. Il mio respiro diventa pesante e vedo lo sguardo di Levi diventare languido.
-Non possiamo continuare così. - sussurra a fior di labbra, con una voce così suadente da farmi rabbrividire.
L'alcol ovviamente non è di aiuto al nostro autocontrollo e alla fine il vincitore rimane sempre quello a cui è più facile dare retta.
-Fanculo la scommessa. -
Detto questo, si fionda sulle mie labbra, provocandomi una scarica elettrica enorme in tutto il corpo.
Una sensazione mai provata prima, e che mai penso riproverò ancora.
Chiede immediatamente accesso con la lingua e trova via facile, essendo che non oppongo alcuna resistenza.
Mi spinge contro la parete il più possibile, facendomi capire cosa io gli stia provocando e nonostante le centinaia di persone intorno a noi, non ce ne preoccupammo neanche di mezza.

Per
Chiaretta638
er_cecere
Cawy_Ackerman
Lunyyh
AikoTyoko
JulianneAkabane
LawaifudiLevi
LadyNicole14
RebyBug11
PaolaMingo
Cagizu
Che hanno aspettato dolorosamente questo capitolo per mesi.
Scusate, veramente, ho avuto un sacco di verifiche e mi sono successe un sacco di cose.
Spero che vi piaccia.

•Hate Me• └ LevixReader ┐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora