20°Capitolo_Pressure

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20.Pressure

-Gomiti chiusi, pugni alti, ginocchia divaricate...Eren che ti prende? –chiedo dopo aver ripetuto quelle parole per la quinta volta da quando siamo entrati in palestra. Ieri mi ero messa d'accordo con Eren per trovarci al campo di allenamento all'aperto ma ci siamo svegliati con la pioggia e ci siamo trovati qua in palestra.
Sembra costantemente tra le nuvole, mi ascolta per metà e il sacco che colpisce si muove di pochi millimetri quando dovrebbe fare, come minimo, un bel volo.
-Mi dispiace, ma non riesco a non pensare ad Annie. –Dice fermandosi e guardandosi i pugni. Non so ancora tutti i dettagli, quei rapporti ce li ha ancora Levi, ma so che l'hanno portata in tribunale e ora alcuni la stanno torturando per ricevere informazioni.
-Era tua amica, lo capisco, ma devi capire che è un nemico ora. Cercheremo di scoprire il perché delle sue azioni, ma devi inquadrarla come un nemico. Non esitare, non pensare, davanti al nemico queste cose potrebbero ucciderti. -
Annuisce piano e torna a guardare il sacco, colpendolo nuovamente. Colpisce come una femmina, seriamente. Se però con "femmina" si intendesse me o Mikasa allora sarebbe un complimento, purtroppo per lui lo intendo come Khrista.
Va avanti così per un po', con lo sguardo perso e il pugno debole. È ora di smuoverlo con le cattive, non può continuare così. All'improvviso tiro un pugno col braccio sinistro, quello più debole dei due, e il sacco si stacca dalle catene finendo contro il muro. L'ho sempre detto che bisognerebbe fissarli meglio quei sacchi, si sfilano con niente.
Guardo Eren, mi sta fissando scioccato.
-Devi mettertelo in testa. Ha ucciso delle persone, delle squadre, la mia e la tua squadra! – Lo vedo aprire sempre di più gli occhi; sta funzionando, sta capendo, devo solo andarci giù pesante.
-Eren, vuoi vedere i tuoi amici morire? –chiedo. Ho alzato la voce, ma siamo soli quindi chi sene frega.
-Ovvio che no! –dice quasi schifato all'idea. Si sta scaldando.
-E invece li vedrai. -
-Cosa? –è sconvolto. Sono cattiva, lo so, ma è troppo testardo per farglielo capire normalmente.
-Sei debole, non ti impegni, questo ucciderà te e i tuoi amici. Dì pure addio ad Armin e Mikasa. –incomincio ad allontanarmi, come se stessi andando via. –Rinuncio ad allenarti, sei troppo debole, sei inutile. Non so neanche come tu abbia fatto ad entrare nella legione. -
Sento un tonfo improvviso dietro di me, mi giro e lo vedo col pugno alzato e il sacco, che era vicino a quello che ho colpito, accanto al muro. Sorrido soddisfatta mentre lo guardo negli occhi, diventati fuoco puro.
-Non male. –ghigno mentre lo raggiungo e poso una mano sulla sua spalla –Ben tornato, Eren. – mi sorride e annuisce.
-Scusi per l'attesa. –dice chiudendo il pugno e guardandolo intensamente.
Sento la porta aprirsi e vedo, alle spalle di Eren, comparire Levi. Ieri, dall'inizio del "gioco-scommessa", è rimasto tutto il giorno chiuso in camera e non l'ho neanche visto per cena.
-Fai cento giri di campo, sono fiera di te. –mi sorride nuovamente e se ne va, mentre Levi si affianca a me. Dovrebbe sorridere più spesso quel cadetto, quando sorrise i suoi splendidi occhi verdi si illuminano.
-Finalmente ti fai vivo, non ti sei fatto vedere per tutto il giorno. Così è facile resistere. –sorrido divertita dalla sua espressione contenuta ma allo stesso tempo arrabbiata.
-Sei una stronza. –mi fulmina con lo sguardo. Ridacchio ripensando a come ci è rimasto di merda ieri quando l'ho rifiutato.
-Devi di nuovo imparare a contenerti. Di sicuro sopprimerli in quel modo nell'età critica non ti ha fatto bene. Sarà difficile, soprattutto perché sei un maschio e hai meno autocontrollo in queste cose. -
-Mi so contenere benissimo. -
-Finché stai recluso dentro camera tua è facile, ma quando incomincerò ad impegnarmi vedremo se saprai contenerti. -
Sposto il peso da una gamba all'altra e seguo con lo sguardo la corsa di Eren. –Piuttosto, che cosa ci fai qui? Hai finito di leggere i rapporti? -
-Li ho portati in camera tua, sono una decina. -
-Beh? Così pochi? -
-Sì, non ci sono molte novità. La maggior parte sono insulti che si sono detti in tribunale. -
-Meglio così. –faccio le spallucce.
-Sono qui per evitare Hanji, ha incominciato a parlare con Mike e ho evitato. -
-Capisco. –dico chinandomi per prendere dei guanti da combattimento che coprono solo il dorso, il palmo e finiscono con un'imbottitura sopra le nocche per evitare di squarciarne la pelle.
-Hai intenzione di combattere con lui con la spalla in quelle condizioni? –dice indicando col mento il soggetto della frase.
Fa ancora male, è passato solo un giorno e mezzo, ma sono sicura di riuscire a combattere Eren con un braccio solo.
-Sì, non è così tanto forte. –cerco di non farmi sentire dal ragazzo. Ha quasi finito coi giri, ma voglio vedere quanto è pronto a degli attacchi a sorpresa.
Mi allontano dal corvino e mi metto in una determinata posizione della palestra dove lui, arrivando, non mi può vedere, e aspetto.
Appena passa, lo raggiungo da dietro e gli circondo il collo col braccio tirandolo verso di me e facendolo cadere all'indietro. Gli poso un piede sul petto e lo guardo dall'alto.
-Saresti morto, devi allenarti sugli attacchi a sorpresa. -
Ridacchia nervosamente e lo aiuto ad alzarsi. Appena in piedi, alzo una gamba e carico un calcio verso di lui, ma lo para con l'avambraccio e con l'altra me la gira, facendomi cadere.
-Tch. –sento mugugnare da lontano. Non è finita qua Levi, non pensare che sia sconfitta. Appena lo vedo abbassare la guardia, col braccio sinistro mi sollevo e con le gambe gli do un calcio dritto sulla mascella, allontanandolo da me. Mi rialzo velocemente e faccio qualche passo indietro.
Si pulisce dalla bocca un rivolo di sangue proveniente dal naso. Ho calciato un po' forte? Ma sta bene! Ma chi sene frega!
Torna alla carica e prova a colpirmi al volto con un pugno, lo schivo abilmente e gli rigiro il braccio tra le mie mani, stando attenta a non muovere troppo la spalla destra.
Lui segue la rotazione del braccio e finisce ai miei piedi mentre continuo a stringere sempre più forte.
-Okey, okey time out, ha vinto. –dice arrendendosi. Lo lascio e cade del tutto a terra.
-Buono, sei stato bravo. Vai pure a riposarti e a continuare l'allenamento con Mikasa, batti lei e sarai del nostro livello. –dico indicando con la testa pure il nanetto dietro di me.
-Okey, grazie mille caporale TN, buona giornata! – se ne va, lasciando me e il corvino da soli. Vado verso i due sacchi, ne prendo uno e riesco a metterlo dosando bene la forza e la pressione sulle due braccia. Ma quando prendo il secondo qualcosa va storto e la ferita mi dà una fitta improvvisa. Il sacco mi scivola dalle mani ma sento premere improvvisamente qualcosa dietro la mia schiena e due mani lo sorreggono prima che possa cadere.
-Levi...-sussurro mentre mi tengo con una mano la ferita della spalla. Spero non si sia riaperta di nuovo.
Ha il petto completamente poggiato sulla mia schiena e mi guarda per qualche secondo, poi guarda il sacco e lo mette a posto. Prende un bel respiro e si stacca da me, rimanendomi comunque vicino.
-Tutto a posto? –chiede.
-Sì, ma ho paura che si sia aperta...- dico mentre mi tolgo la giacca della divisa e incomincio a sbottonare la camicia. Sotto ho il reggiseno, non mi preoccupo. Faccio scivolare la camicia nel basso delle mie braccia per scoprire la ferita e vedo una chiazza rossa incominciare a disperdersi nella benda bianca. L'ho cambiata stamattina! E dai!
-Ti odio. –mugugna Levi allontanandosi da me.
Seriamente? Solo per questo? È più grave di quanto pensassi, ma tutto ciò mi renderà il lavoro estremamente facile.
-Mi accompagni in camera a prendere le bende? Da sola faccio fatica a mettermela, soprattutto questa. –chiedo cercando di nascondere un ghigno sadico. Ha detto che sa contenersi alla perfezione, no? Allora vediamo quanto sa contenersi in mia presenza.
Sbuffa un "va bene" e mi rivesto. Okey che non ho problemi a farmi vedere in reggiseno, ma andare in giro in centrale nuda non mi sembra proprio una genialata.
Arriviamo velocemente in camera mia e incomincio a cercare dentro i cassettoni le bende, lasciando Levi appoggiato alla porta chiusa.
-Eccole! –dico una volta trovate. Si stacca dalla porta e le prende in mano mentre io mi svesto nuovamente. Lo vedo guardare da un'altra parte seccato ma, per sua sfortuna, per mettere la benda dovrà guardare.
Mi tolgo completamente la camicia e la lancio dietro di me.
-Fatto. –annuncio. Rivolge velocemente lo sguardo verso di me e si siede sul letto insieme a me e con le forbici taglia la benda vecchia.
Rabbrividisco al suo tocco e lui mi guarda male. –Hai le mani fredde te stavolta. –mi lamento. Poi dice a me, non sono l'unica qua.
Sento la benda incominciare a circondare lentamente la spalla per poi scendere poco più giù per stringerla bene. Non lo sento muoversi per un po', ma quando provo a girarmi sento le sue labbra a contatto con la mia pelle.
-Ti sei già arreso? Sbaglio o ti potevi contenere benissimo? -
-Stai zitta, non ho perso. –mugugna per poi mordere un lembo di pelle. Mi stanno venendo letteralmente i brividi. Mi sa che l'unico che dovrà contenersi non sarà lui.
-Perché dobbiamo fare quella stupida sfida? Vedo che anche tu ti stai trattenendo. –
Contegno. Sei una ragazza, non ti puoi far sopraffare da questi futili istinti.
Mostro un ghigno e mi giro verso di lui, poggiando le mani sulle sue spalle e sfiorandogli leggermente le labbra, senza baciarlo.
-Io? Trattenendo? L'unico qui sei tu. –dico abbassando il mio tono di voce. Mi siedo sopra le sue gambe mentre continuo a mantenere quella distanza odiosa tra noi due. Gli infilo una mano tra i capelli incominciando ad accarezzarglieli lentamente, da quando glieli ho tagliati ho capito che lo fai impazzire.
Il suo respiro accelera e diventa più pesante mentre poggia le mani sui miei fianchi scoperti.
-Ti odio... -ha la voce roca. Ridacchio, sta funzionando.
Sposto la mia bocca dalla sua, ricevendo un mugugno lamentoso e mi avvicino al suo orecchio.
-Sicuro che non vuoi neanche soddisfarti un po'? –chiedo per poi mordergli il lobo dell'orecchio. Lo sento prendermi e mettermi di fianco a lui all'improvviso e si alza di scatto dal letto.
-Vado a fare una doccia, fredda. –dice per poi scomparire da dietro la porta.
Dalle mie labbra esce un "ooh" di sorpresa, mentre prendo tra le mani di nuovo la mia camicia.
-Allora sai controllarti...-sussurro sorridendo.
Questo per lui era poco, dovrò alzare il livello. Ho intenzione di farlo perdere ma nel frattempo dovrò stare attenta a rimanere pure io lucida.
Fai pure la doccia fredda, non servirà molto.

•Hate Me• └ LevixReader ┐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora