Capitolo 9

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   «Allora, Becca, vuoi deciderti a parlare? È un quarto d'ora che stai zitta, e non spiccichi una sola parola. Tra poco la pausa pranzo finirà, e io non voglio stare troppo a contatto con te.»
   In quel momento alza subito la testa: «Ah sì? E perché non vuoi? Hai paura che ti contagi con la mia bellezza e popolarità?»
   «Oh, ti prego, non vorrei mai essere come te; una troietta che si ripassa tutti i giocatori di football della scuola, con la scusa che fa la cheerleader. E comunque sto bene così come sto.»
   «Bene, anche perché non riusciresti mai ad essere ai miei livelli di popolarità. Anche se qualche ragazzino arrapato ti viene appresso, non sei nessuno. E visto che ci sei, volevo solo dirti di stare lontana dal tuo ex, visto che adesso è roba mia. Se ti viene dietro è solo per scoparti un’ultima volta. Puoi anche farlo, ma dopo levati dalle palle, ok?»
   «Oh, ti prego, non mi interessa minimamente quel coglione, pallone gonfiato, ed egocentrico. È tutto tuo, non te lo tocca nessuno.»
   «Meglio così! Stagli lontana, altrimenti ti darò una lezione di quelle che ricorderai per tutta la vita.»
Mi avvicino molto piano e, minacciosamente, con i miei occhi color ghiaccio le vado sotto. Lei deglutisce facendo un passo indietro
   «Te lo puoi tenere quell’imbecille. E se osi minacciarmi un’altra volta, sarai tu ad aver paura, visto che priverò il mondo da una zoccolona come te.»
   Mi giro e, andandomene ancheggiando, noto la sua faccia impietrita.

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