Capitolo 10

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   «Cosa voleva quella trucida di Becca?» mi chiede non appena mi vede, Candace.
   «Ma niente, solo rompermi le palle e dirmi di stare lontano da quel coglione lecca passere del mio ex.»
   «Crys, ti prego, non usare quel linguaggio volgare. Sei una delle ragazze più belle e popolari della scuola, non puoi parlare come uno scaricatore di porto!» mi dice lei.
   «E chi me lo vieta? Ci sta forse una legge che lo impone?» ribatto piccata.
   «Non esiste nessuna legge che lo dice, ma sono stufa di sentirti parlare come un uomo. A proposito di uomini, la sai l'ultima novità? Mi sono appena messa con tuo fratello!»
   «Candy, ma è una notizia magnifica! Congratulazioni» e ci abbracciamo davanti a tutti.
Una delle cose che più mi piacciono della nostra amicizia è che siamo spontanee, e se vogliamo abbracciarci lo facciamo tranquillamente davanti alla gente, senza chiederci cosa potrebbe pensare di noi.
   «Cos'è tutto questo affetto in pubblico, includete anche me?» Mi stacco da Candy, e guardo in cagnesco l'origine di tutti i miei mali.
   «Vedi di sparire, e non osare avvicinarti o toccarci, se tieni ai tuoi gioielli.»
   «Tesoro mio, così mi ferisci! Perché ce l’hai tanto con me?»
   «Perché sei una testa di cazzo che non si merita niente, e adesso andiamocene, Candy.»
Nel momento che stiamo per andarcene, lui mi prende per il polso e mi trascina fino allo stanzino dei bidelli. Scalcio e mi dimeno per liberarmi.
   «Non osare più parlarmi così, chiaro? Tu sei mia, e quel che è mio me lo prendo quando lo voglio.»
E si fionda sulle mie labbra.

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