"Grazie per avermi accompagnato a casa" disse lui sorridendomi.
Gli sorrisi. "Di nulla"
Entrambi eravamo in imbarazzo,entrambi ci vedevamo per la prima volta da sobri, lui raramente mi guardava in faccia, e se lo faceva aveva quel sorriso imbarazzato; io, invece, ero salvata dalla sera, perché mi sentivo accaldata, i miei occhi erano timidi misto all'imbarazzo.
Era strano per entrambi, lui era fermo nel sedile accanto a me, ogni tanto sentivo il suo sguardo su di me, e io cercavo di non farci caso. "Lo so che è strano e imbarazzante per entrambi, dovrei lavorare domani e tu avrai gli allenamenti di sicuro." dissi io smorzando l'imbarazzo e il silenzio che si era creato in quella macchina.
"Vorrei che tu venissi alla partita sabato"disse lui guardandomi. Non volevo dirgli che già ci andavo allora mentì. "Ci sarò sicuramente" dissi sorridendogli.
Si avvicinò a me, e come per istinto mi avvicinai anch'io. Eravamo a pochi centimetri. Sentivo il suo respiro e i suoi occhi che erano fissi nei miei.
Baciami, ti prego baciami.
Continuò ad avvicinarsi finché le sue labbra non incontrarono le mie. Era un bacio casto che si trasformò in uno più passionale. Quando ci staccammo. "Scusami, dovevo farlo" disse lui guardandomi con i suoi occhi grandi, verdi che luccicavano. "E poi, non penso che tu non creda più all'amore." continuò lui. Stavo per ribattere, quando lui mi fermò un'altra volta. "Hai solo smesso di crederci, perché sarà stata la tua prima storia e lui ti avrà fatto molto del male."
"Sbagliato" lo guardai con aria di sfida. "Hai indovinato le cause, e non ho paura di quelle; ho paura delle conseguenze che possono succedere con queste cause."
Mi guardava confuso, non capendo il mio discorso. "Dopo che mi sono lasciata con Stefano, mi sono fiondata sul lavoro, fino a che un giorno il mio migliore amico, mi scoprì in bagno mentre mi provocavo il vomito. Capì che non stavo bene. Avevo perso 25 chili e gli dissero che soffrivo di bulimia. Sono stata due anni sotto psicologa e dietologa." mi fermai un attimo.
Avevo appena detto a un perfetto sconosciuto che avevo sofferto di bulimia;nessuno lo sapeva se non la "Famiglia" di Milano.
"E' di questo che hai paura, di tornare bulimica?"chiese lui dolce e apprensivo. "Non riesci a fidarti più di n essun uomo. Ma questo non mi ha impedito di baciarti. Ti faccio uno strano effetto, lo vedo quando ti guardo negli occhi. " continuò.
Aveva colpito nel segno, nessun uomo era riuscito a farmi uno strano effetto come aveva fatto Federico. A prima vista non è il mio tipo ideale, però c'è qualcosa che mi affascina di lui.
"Io non ti farò mai del male. Non rivivrai mai più tutto ciò che è passato" disse lui abbracciandomi. "Devo andare ma prima vorrei sapere se prima di sabato potrò rivederti." continuò sorridendomi.
"Lasciami il tuo numero e ti faccio sapere"
Lascio che i miei pensieri prendano il sopravvento e mi ritrovo con gli occhi sbarrati per la frase appena detta. Lui prende il mio telefono, mi chiede il pin e lo digito, scrive il suo numero e lo salva. Scende dall'auto e si dirige verso il portone.
Parto quando mi assicuro che sia entrato. Torno a casa, saluto Bey e dopo essermi struccata, infilato il pigiama, ed essermi lavata i denti, mi infilo nel letto.
Non riuscivo a prendere sonno.Pensavo alle parole di Federico; a come era riuscito a colpire nel segno capendomi in una volta. Nessun uomo che avevo incontrato aveva saputo ciò che era successo dopo Stefano, ma con Federico.
Lui era diverso.
Mi sentivo al sicuro con lui.
Mi sentivo che potevo dirgli qualsiasi cosa senza che lui mi giudicasse.
M'ispirava fiducia e non so come ma è uscito il lato più oscuro del mio passato, di cui mi vergogno perché non ho mai avuto il coraggio di dirlo alla mia famiglia. Ho sempre pensato a come avrebbe reagito mio padre, alla faccia che avrebbe fatto mia madre. Sapevo che mia madre sarebbe stata apprensiva, che mi avrebbe capito, che avrebbe capito cosa aveva portato la mia rottura con Stefano.
Flashback
Ero appena tornata a casa dopo la grigliata a casa di Emiliano. Avevo deciso di procurarmi il vomito appena sarei tornata a casa, e ora che mi ci ritrovavo, posai la borsa sul letto e andai in bagno. Mi appoggiai al gabinetto e iniziai a spingere con lo spazzolino verso il basso della gola. Avevo iniziato a rigettare pezzi del pranzo.
"Che cosa stai facendo?" chiese una voce alle mie spalle.
Cazzo, mi ero dimenticata di chiudere la porta a chiave e di aprire il rubinetto del lavandino. Mi girai in direzione della voce e incontrai i suoi occhi, pieni di disappunto e stupore.
Mi prese, gettò lo spazzolino e mi fece sedere sul divano.
"Parlami"
Per tutto quel giorno non parlai con Cosimo. Mi controllò tutto il tempo, soprattutto quando andavo in bagno.
Fine Flashback
La mattina seguente mi recai a lavoro. Eravamo alla cassa che chiacchieravamo mentre aspettavamo le clienti.
"Federico mi ha chiesto di andare alla partita sabato..." dissi iniziando il discorso.
Le ragazze si girarono verso di me.
"Federico lo sconosciuto con cui sei andata a letto?" chiese Jade.
"Lo sapevi anche tu?" chiesi rivolgendomi a lei.
"Chi non lo sapeva, l'ho riconosciuto appena si è avvicinato a te, poi Paulo mi ha dato la conferma."
"Ma se tu vai già alla partita" disse Luna.
Annuì. "Si, ma non è quello il punto. Vuole vedermi prima di sabato"
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Fragili
Fanfiction"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano"