On The Run

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"Non ci posso credere" disse Jade meravigliata. 

"E che aspetti a uscire con lui?" disse Luna.

"Luna, lavoriamo tutti i giorni, non posso" dissi abbassando lo sguardo. 

"Tutte scuse, sai benissimo che puoi non fare un turno per andare, hai solo paura." disse fissandomi. 

"Non è la paura che mi frena. Ieri sera mi ha capito alla perfezione e mi sento fragile con lui." 

"Oggi pomeriggio vai da lui a Vinovo e gli fai una sorpresa" disse Jade. 

"Veramente, pensavo di andare domani e di avvertirlo stasera." dissi io mentre mentalmente mi mangiavo le unghie.

"Basta con le scuse Chanel. All'orario di pranzo torni a casa e vai da lui." disse Luna non concedendomi di ribattere.

Stamattina abbiamo servito poche clienti. All'ora di pranzo saluto le ragazze e torno a casa. Apro la porta e Bey mi guarda confusa, come se non mi aspettasse. 

"Bey, hai fatto qualcosa di male?" dissi guardandola. "Tranquilla, sono tornata a casa perché vado a Vinovo da Federico." continuai. Prendetemi per pazza ma, ogni tanto chiacchiero con Bey, soprattutto quando torno dal lavoro, le racconto la mia giornata, e nonostante lei non mi possa rispondere, attraverso le sue espressioni riesco a capire cosa voglia dirmi; peccato che con Federico non possa dire lo stesso.

È indecifrabile, non riesco a capirlo. Neanche se lo guardo negli occhi riesco a capire a cosa stia pensando; è impossibile se lo guardo negli occhi. Mi ci perdo nei suoi occhi. Così verdi, così belli. Hanno il mondo dentro. 

Mi sento fragile stando con lui. Come se con un'espressione o una frase possa distruggermi. 

Mi sento fragile dopo che ha saputo della bulimia. 

Mi sento fragile anche adesso che devo andare da lui. 

Mi sentirò fragile appena incontrerò i suoi occhi. 

Mi sentirò fragile quando le nostre mani si toccheranno. 

Fragile ed è una merda. 

Sono sempre stata forte con i ragazzi, sempre menefreghista con loro, sempre distaccata tranne che con Federico. Sembra che sia attaccata a lui come una calamita. Lo vedo da come mi comporto con lui. Sono impacciata, perennemente imbarazzata, timida. Sembro alla prima cotta. 

Non mi starò mica innamorando? 

Scuoto la testa. Leviamo il pensiero "innamorata di Federico" perché non mi sembra il caso. 

Flashback 

Avevo quattordici anni quando incontrai Stefano per la prima volta. Eravamo in gita a Milano e i professori ci avevano lasciato pranzare da soli in giro per la capitale lombarda. 

Eravamo in una pizzeria quando entrò lui. Stavo ascoltando il discorso di Sara, quando smisi di sentirla per guardare lui. Si girò nella mia direzione, e io scostai lo sguardo. 

Prese un paio di scatole di pizza e se ne andò via. Appena finimmo anche noi, mi avvicinai alla cassa per pagare. 

"Questo è per te, me l'ha lasciato il ragazzo che è entrato prima" mi disse il ragazzo alla cassa, dopo avermi consegnato un bigliettino. 

Uscii dalla pizzeria con le mie compagne e d'istinto presi il bigliettino e lo lessi. 

Stefano con il suo numero di telefono. 

Fine Flashback 

Mangiai e mi preparai per fare la sorpresa a Federico. Un pantaloncino bianco e nero e la canotta nera, il paio di converse bianche e dopo aver preso Bey, uscimmo di casa in direzione Vinovo. Salimmo in macchina. Impostai il navigatore e andai a Vinovo. Mi arrivò un messaggio e, appena mi fermai al semaforo, presi il telefono e lo lessi. 

Hanno iniziato l'allenamento dieci minuti fa. Fai ammodo e appena torni a casa chiamami che voglio sapere tutto. 

Era Luna e leggevo un velo di apprensione da parte sua. Mezz'ora dopo ero a Vinovo. Io e Bey scendiamo dalla macchina e, dopo aver messo il guinzaglio a Bey, ci avviamo verso gli spalti e mi sedetti a guardare i giocatori. Era strano, non ero mai stata così vicino ad una squadra. Non avevo mai assistito ad un allenamento. Il mister Allegri dava le direttive ai ragazzi e loro le eseguivano. Tra tutti i ragazzi, i miei occhi cercavano solo lui. E appena lo vidi toccare il pallone, vidi la passione che ci metteva nel giocare. Era un predestinato. Lo si vedeva da come calciava col sinistro il pallone. Lo si vedeva quando sbagliava che cercava subito di rimediare. Rideva e scherzava con i compagni. 

Vedevo Bey scodinzolare. Lei adorava qualsiasi cosa fosse rotondo e ancora non aveva abbaiato, per fortuna. Appena i ragazzi finirono l'allenamento, mi avvicinai a Bey 

"Abbaia piccola" Bey fece come detto e iniziò ad abbaiare. I ragazzi si girarono verso di noi. Paulo mi fece un cenno con la mano, segno che sapeva che sarei venuta qua. 

Scesi gli spalti e mi avvicinai alla ringhiera. Bey continuava ad abbaiare. Federico iniziò a correre nella mia direzione.

"Non me l'aspettavo di vederti qui" disse lui riprendendo fiato. 

"Non me l'aspettavo neanch'io ma eccomi qui" dissi sorridendogli. "Avevi detto che volevi vedermi prima di sabato, così sono venuta qua." continuai. 

"Vado a farmi la doccia e arrivo" mi sorrise e andò verso gli spogliatoi. Mi fumai una sigaretta nel mentre che aspettavo. 

"Eccomi" prese il borsone e lo infilò in bauliera. Mi fece cenno di seguirlo. Entrambi salimmo sulle nostre rispettive macchine e seguì la macchina di Federico. Parcheggiò davanti casa sua, e dopo esserne uscito, salì sulla mia.  

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