"Menomale che Bey è dietro, sennò me l'avresti schiacciata" dissi ridendo.
"Ho controllato prima di salire se ci fosse stata lei o meno" rispose ridendo.
"Dove devo andare?"chiesi confusa.
Eravamo sotto casa sua, e lui era salito in macchina senza dirmi nulla.
"Oh si, scusami. Dobbiamo andare a Parco del Valentino" disse lui sorridendomi.
Sorride, e sorride e continua a sorridere e io devo stare attenta a non imbambolarmi perché sarebbe la fine.
"Spero non sia un problema per te guidare" continua lui.
Scossi la testa. "No, non è un problema"
Guidai fino al parco, parcheggiai e dopo aver messo il guinzaglio a Bey, iniziammo a camminare per il parco.
"Mi hai colto alla sprovvista" disse lui smorzando il silenzio.
"Non pensavo di coglierti alla sprovvista" dissi io sincera.
"Volevo vederti prima di sabato ma non pensavo il giorno dopo"
"Allora torno alla macchina" dissi andando dalla parte opposta alla nostra.
Lui mi bloccò per un braccio e mi ritrovai a guardarlo negli occhi.
Perché mi fai questo strano effetto Federico?
"Non stavo dicendo che non volevo vederti, ma non me l'aspettavo così" disse lui imbarazzato.
"Non sapevo di imbarazzarti" dissi io guardandolo. "E non mi imbarazzi solamente..." disse lui sottovoce sperando non sentissi.
Cosa ti faccio Federico?
Sarà almeno la metà di quello che mi fai tu?
Continuammo la nostra passeggiata. "Cosa ti ha portato a venire alla Juventus?" gli chiesi mentre eravamo seduti su una panchina a mangiare il gelato.
"Voglio mettermi in gioco. Ho voglia di giocare in uno dei club più importante del mondo. Voglio dimostrare quanto valgo."
"Sei di Torino?" chiese lui.
Annuì. "Ma non sono sempre stata qua"
"Dove sei stata?" chiese lui curioso.
"Dopo aver lasciato Stefano, vagavo come una nomade in giro per il mondo, poi mi sono trasferita a Milano e infine sono tornata a casa." dissi io.
"Come mai vi siete lasciati?" chiese lui.
"Incomprensioni" dissi mentendo.
Non ero pronta per parlare di questa cosa. Non ero pronta a raccontargli come successe. Non ero pronta a rivivere quei momenti. Non volevo piangere un'altra volta.
Flashback
Era passato un mese e mezzo da quando mi sono lasciata con Stefano.
Era il giorno di San Valentino quando mi arrivò una chiamata. Mi trovavo a Parigi e stavo ammirando la Torre Eiffel dalla mia camera d'albergo.
Risposi al telefono e non riconobbi la voce. "Tu dovresti essere Chanel, giusto?" chiese la voce titubante.
"Si, sono io. Lei chi è?" chiesi confusa. Nessuno a parte Cosimo o mia madre sapeva dove fossi e aveva il numero di telefono per chiamarmi qua a Parigi.
"Non è importante chi sia io, poi lo capirai. Ti ho chiamata per dirti che per quattro anni Stefano ti ha tradito con la ragazza che diventerà presto sua moglie."
Ero rimasta scioccata dalle parole dell'anonimo. Il pensiero che Stefano mi tradisse si era fatto spazio nella testa, ma non avevo mai pensato che i miei sospetti fossero veri.
"Ti ho mandato un invito di matrimonio e vorrei che tu venissi per dargli una lezione.Ciao Chanel"
L'anonimo chiuse la chiamata e crollai a terra e iniziai a piangere.
Fine Flashback
"Chanel, ci sei?"chiese lui.
"Si, scusami. Stavo pensando a una cosa..." dissi io svegliandomi dal mio stato di trance.
"A cosa stavi pensando?" chiese lui curioso.
"A come stavo con Stefano..."
"Ti manca?"
"No, non mi manca. I primi anni con lui sono stati bellissimi, forse perché ci vedevamo il fine settimana, visto che io andavo a scuola, poi appena siamo andati a contatto con la quotidianità le nostre differenze di carattere si fecero sentire fino a dividerci." iniziai "Penso a come sono stata stupida a non accorgermi di nulla, era tra i miei pensieri ma non me ne sono mai preoccupata; fino a che non mi dissero che le mie preoccupazioni erano reali."
"Che preoccupazioni?" disse lui confuso.
"Quando abbiamo iniziato a convivere le cose andavano bene poi non sono andate così bene, lui tornava tardi, andava a fare la spesa e tornava molte ore dopo, iniziò a dirmi le stronzate, ho iniziato a pensare che mi tradisse, fino a quel momento" presi fiato. "Il giorno di San Valentino mi chiamarono e mi dissero che per tutta la durata della nostra relazione mi ha tradito con quella che poi è diventata sua moglie."
Lui mi guardò, io durante il racconto mi ricordavo le parole della telefonata, di come ingenuamente non avessi capito nulla, di come mi fossi fidata di quel ragazzo. Federico mi abbracciò. "Non ti farò del male, te lo prometto" mi disse all'orecchio. Si era fatta sera così decidemmo di tornare a casa. Durante il tragitto nessuno dei due disse nulla. Arrivai sotto casa sua e parcheggiai davanti casa sua.
"Sono stata molto bene oggi" dissi guardandolo smorzando il silenzio. Si girò verso di me e feci fatica a trattenere il fiato. Non riuscivo a guardarlo negli occhi perché avrei perso il lume della ragione, già una volta era andato a farsi un giro permettendo a Federico di baciarmi.
"Anch'io sono stato bene" disse sorridendomi. Si avvicinò finché le sue labbra non incontrarono le mie, iniziammo a baciarci e poi approfondimmo il bacio. Lo volevo. Ci staccammo.
"Ti va di salire?" chiese lui.
"E' meglio che torni a casa"
Scese dalla macchina e si avviò al portone.
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Fragili
Fanfiction"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano"