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La settimana è passata così, Federico la mattina andava agli allenamenti, il pomeriggio se non ne aveva o veniva in negozio e stava con noi ragazze, oppure mi rapiva dal negozio e mi portava in giro per le strade di Torino. 

Le sere capitava che venisse a dormire da me o io da lui e portavo anche Bey, che si era ambientata anche a casa sua. 

Oggi è sabato, e c'è la partita contro il Genoa, Federico è partito ieri e io sono qui a casa che preparo la borsa per andare da lui. 

Il mister l'ha convocato, e spero che lo faccia giocare anche perché da quando è alla Juventus non ha ancora fatto il suo debutto in serie A con la maglia bianconera. 

Lunedì inizia il ritiro con la Nazionale, e Fede è stato convocato e per 10 giorni non vivremo nella nostra quotidianità. 

Eravamo a Parco Valentino, per una delle nostre passeggiate che ci piacciono fare, prima che le belle giornate di settembre lascino spazio alle giornate piovose e fredde invernali, quando il telefono di Federico squillò. 

"Pronto" "Sisi, mister ci sarò, grazie per l'opportunità" disse il biondo chiudendo la chiamata. 

"Era Allegri?" domandai, appena rimise il telefono nella tasca dei jeans. 

Scosse la testa. "Era Ventura, il mister della Nazionale, e mi ha convocato per il ritiro nella Nazionale maggiore" disse lui contento. 

"Ma è stupendo" dissi abbracciandolo. "Quando inizia il ritiro?" domandai curiosa. 

"Lunedì, dopo la partita con il Genoa" disse lui incupendosi. Sapevo perfettamente il perché, saremmo stati distanti per più di una settimana. 

"Ehi, devi stare tranquillo. Ci vedremo" dissi baciandolo. 

"Quando tornerò a Torino" disse lui. 

"Non potrei mai aspettare dieci giorni senza vederti" dissi toccandogli una guancia. 

"Non smetti mai di stupirmi"disse lui, e congiunse le sue labbra alle mie. 

Lui, non ci credeva nemmeno quando Gianpiero Venuta lo chiamò per convocarlo. Non ci credeva perché il mister della Nazionale, l'aveva visto poco giocare, e durante la partita contro il Cagliari, Allegri non lo aveva fatto giocare. 

Ventura, dopo la Super Coppa contro la Lazio, era rimasto deluso perché non aveva visto i giovani talenti del calcio italiano giocare, e nonostante la sua esperienza tutti, me compresa, sapevamo che il tecnico avesse pienamente ragione; nulla da togliere ai campioni della Juventus, che hanno esperienza però un giovane giocatore come Fede meritava di giocare tutto il secondo tempo. 

Io, principalmente, speravo che giocasse oggi, ma non sono il mister, e sicuramente non voglio rubargli il posto, anche se alcune sue scelte non le ho comprese, come ad esempio la "svendita" di Bonucci, ma vabbè. 

Oggi sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti prima della sua partenza per Coverciano. Presi la macchina e mi diressi in autostrada in direzione Genova. Dopo due ore e mezza, visto il traffico, arrivai allo stadio. Presi posto, e vidi la fidanzata di Daniele Rugani, Michela. 

Mi avvicinai a lei. "Ciao, tu dovresti essere la ragazza che ha fatto perdere la testa a Bernardeschi" disse lei sorridendomi. Annuì e arrossì. "Non pensavo di avergli fatto perdere la testa" dissi sincera. 

"Si, e tu non hai idea. Hanno il gruppo e da quando vi siete visti la prima volta avranno chiacchierato su di te tipo quasi tutta la notte" disse ricambiando il mio sorriso. 

La partita iniziò e io e Michela guardammo la partita e al quattordicesimo esultammo per il goal di Dybala, poi successivamente il Genoa pareggiò e alla fine del primo tempo eravamo 2 a 2 con goal di Dybala e Cuadrado. Nell'intervallo, Michela ed io speravamo che i nostri uomini entrassero, però le nostre speranze andarono in fumo perché nei tre cambi obbligatori Allegri non fece entrare né Federico né Daniele; in compenso, però, avevamo visto 4 a 2 con tripletta dell'argentino. Michela ed io aspettammo fuori dagli spogliatoi Federico e Daniele, e appena tutta la squadra fu fuori, ci dirigemmo all'hotel. 

Federico ed io entrammo nella nostra camera, e mi buttai sul letto. 

Federico era strano. La mascella contratta e gli occhi fissi fuori dalla finestra. 

"Che hai?" dissi andando da lui e massaggiandogli la schiena. Non rispose, ma sapevo che qualcosa non andava. "Guarda che puoi dirmelo" Nulla. 

"So di averti fatto perdere la testa" dissi maliziosa. Si girò nella mia direzione, mi guardò e mi baciò con foga. Appena ci staccammo per riprendere fiato. "Non mi hai solo fatto perdere la testa. Hai completamente incasinato la mia vita, ho paura di perderti." disse lui. 

Lo baciai. "Non mi perderai" e continuai a baciarlo. Mi mise sul tavolo in camera e continuò a baciarmi con la stessa foga di prima. Poi scese giù, iniziando a torturarmi il collo. Le mie mani passavano dalla sua schiena alle sue spalle muscolose. Le mie gambe attorcigliate al suo bacino. 

Mi tolse la maglietta e continuò a baciarmi scendendo sempre più giù. Ansimavo, volevo che non smettesse, ma dovevo farlo smettere, era la rabbia che lo comandava. 

"Fede" dissi tra un ansimo e l'altro. 

"Dimmi" disse lui tornando sulle mie labbra. 

"Forse è meglio smettere, non sei in condizione..." 

Non mi fece finire la frase che infilò un dito nella mia intimità e iniziò a muoverlo. 

Al diavolo! Lo spogliai, e entrò in me. 

Spinte forti e decise. Mi appoggiavo alle sue spalle, mentre le nostre labbra si cercavano e si assaggiavano. 

Continuò aumentando anche la velocità delle spinte finché entrambi non arrivammo all'apice gridando il nome l'uno dell'altro.

FragiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora