Capitolo 15

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Pov's Jade
"Tesoro" disse mio padre mentre mi abbracciava con tutta la forza che gli rimaneva ,perdeva sangue ,il quale si mischiava con le mie lacrime.
"Ti voglio bene"'sussurrò queste ultime parole. Urlai, gridai, battei pugni sul suo torso.
"Nooo" gridai con tutta la forza che avevo.
"Jade, JADE"
Aprì gli occhi e vidi che ero nella mia stanza, con mio padre accanto. Misi la mano sulla fronte, era solamente un incubo.
"Tesoro, stai bene?" Chiese mio padre mentre mi abbracciò forte forte.
"Si...era solo un incubo" dissi io convincendo anche a me stessa.
Notai che era già ora d'alzarsi ,così ridendo mandai via mio padre. Entrai nella doccia e misi l'acqua ghiacciata. All'inizio sussultai, poi mi abituai e continuai tranquillamente.
Uscita dalla doccia, vidi due occhiaie enormi, che neanche il fondotinta avrebbe coperto.
Mi asciugai e mi misi un jeans largo strappato e una felpa di mio padre di quando era più giovane, non che ora sia vecchio.
Presi un paio d'occhiali da sole e andai verso le scale.
Mi presi una mela al volo e uscì di casa. Andai a scuola a piedi, avevo voglia di camminare. Sotto le note di "space between" canticchiai. Ero brava a cantare.
"Che cantante" disse qualcuno. Appena mi girai vidi Maya venire verso di me e mi abbracciò. Ricambiai e si mise una cuffia. Insieme continuammo il cammino.
"Pronta per il ballo scolastico?" Mi chiese ma il mio sguardo andò su Brian che si stava baciando con una ragazza che non era nemmeno vestita.
"Hm, non pensò che ci verrò, a parte che non ho nessuno con cui andarci" dissi facendo spallucce.
Brian si girò verso di me e io cambiai sguardo arrossendo un po' perché sentivo il suo sguardo bruciarmi la schiena.
"Perché hai gli occhiali da sole, oggi è nuvoloso?" Chiese Maya guardandomi come se stessi nascondendo qualcosa.
Feci di nuovo spallucce.
Mi prese di forza gli occhiali e quando vide i miei occhi gli feci segno di stare zitta. Non volevo che lo dicesse a nessuno.
"Va bene" disse lei sorridendomi. Ricambiai il sorriso ed entrammo.
Non avevo voglia di fare 3 ore di matematica perciò andai in biblioteca. Mi misi in un angolo e mentre sentivo la musica, disegnavo.
Non amavo l'arte, a malapena mi piaceva, ma se dovevo disegnare per conto mio, non mi dispiaceva affatto.
Secondo me, ognuno di noi è un'opera d'arte. Non sarà mai amata da tutti...ma per chi ne coglierà il senso avrà un valore inestimabile.
Disegno una donna con i capelli lunghi che svolazzano nell'aria. Sta annusando un fiore, mentre corre in un prato. È tutto sfumato in bianco e nero a parte i suoi occhi che sono azzurri, come il cielo.
Non so neanche io perché disegnai proprio questo.
Mi alzai e andai alla ricerca di un libro. Vidi la sezione "Poesie" e corsi da esse. Aprì diverse libri e lessi alcune frasi ma mi innamorai solo di una:
I lividi peggiori me li sono fatti volendo bene.
Era fottutamente vera questa frase.
Presi il libro con me e andai a pranzo. Per oggi niente scuola, ma dettagli.
Appena varcai la soglia vidi il gruppo di Brian farmi cenno di andare da loro.
PERCHÉ STAI LÌ IMPALATA A FISSARLI COME UNA BAMBOLA?. SEI INQUIETANTE.
Per una volta aveva ragione la mia coscienza.
Presi un respiro profondo e andai.
Appena arrivata tutti corsero a salutarmi e ad abbracciarmi.
Tutti tranne lui.
Feci finta di niente, anche se mi importava.
"Allora siete tutti pronti per il ballo?" Chiese Jennifer tutta eccitata.
"Evviva" disse in tono ironico Caleb facendo finta di essere contento.
Mi scappò una risata.
"Oh avanti finiscila, lo sappiamo tutti che porterai Brittany" disse Sierra con sguardo malizioso puntando a Brit.
Lei arrossì e mi guardò sorridendo.
Lui si passò una mano nei capelli e guardò male Sierra.
"E tu Jade?" Chiese Jenny
"Io cosa?" Chiesi facendo finta di non aver sentito niente.
"Con chi vai al ballo?" Domandò alzando un sopracciglio.
Brian cominciò a fissarmi.
"E-ecco...mh...io....i-io....sono impegnata...già, sono impegnata quella sera" dissi sbattendo più volte gli occhi.
Non mi ero resa conto che avevo gli occhiali da sole in mensa. Che imbarazzo, ma non potevo toglierli.
"Oh, okay, se ti liberi chiamami che andiamo insieme, per il momento anche io sono sola" dice sorridendomi cordialmente.
"Jade perché hai gli occhiali da sole?"
Chiese Jack.
In quello stesso momento tutto si girarono a guardarmi. Mi sentivo troppo osservata.
"Niente di che...mi piacciono come mi stanno" dissi facendo finta di niente.
"Siamo a mensa, non c'è un minino filtro di luce" dice Chris.
"Me li tengo lo stesso" dissi io facendo spallucce.
"Brian con chi vai al ballo?" Chiede Maya. La ringrazia mentalmente per aver sviato il discorso.
"Mh..non lo so ancora"disse Bryan.
In quello stesso momento mi suonò il cellulare. Tutti si girarono a guardarmi.
Non volevo vedere chi fosse. Non volevo rispondere.
"Non rispondi?" Chiese Jack guardandomi di sottecchi.
"No" risposi sorridendo.
Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
"E va bene, va bene, rispondo" dissi ridacchiando.
Appena lessi di chi ed il messaggio sbiancai.

Sconosciuto:
Ti sono mancato? Bella la felpa che porti, era di tuo padre, me la ricordo.

Schiusi la bocca e deglutii. Mi guardai intorno allarmata. Non vidi nessuno che poteva essere il misterioso sconosciuto. Regolai il respiro, che prima era iniziato ad affannarsi.
"Stai bene?" Chiese Brian guardandomi e aggrottando la fronte.
"Non...io, scusate devo andare" dissi. Presi di corsa le mie cose e andai a casa. Mentre camminai mi sentii osservata. Mi suonò di nuovo il telefono ed ebbi paura a rispondere. Alzai lentamente il telefono e quando lessi il nome tirai un sospiro di sollievo. Era Maya.

"Pronto"
"Ciao Jade, ti va di andarci a prendere un gelato pomeriggio? Vengono pure gli altri!"
"Si, certo, a che ora?"
" Alle 5 ci vediamo davanti a casa tua"
"D'accordo, ciao"
"Ehi, aspetta, aspetta"
"Cosa?"
"Che è successo prima? Quando hai visto il telefono, sembrava aver visto un fantasma"
"Lo speravo.."
"Cosa?"
"Niente niente, ora vado a casa, ci vediamo dopo"
"Ok a dopo"

Arrivata a casa avevo una fame da lupi.
"Emilyyy" gridai con tutta la forza che avevo.
"Che...dov'è..chi ti vuole ammazzare?"
Sentì gridare. Una Emily con un cappello da cuoco, la faccia sporca di farina, un grembiule di tutti i colori e un matterello arrivò di corsa.
Scoppiai a ridere così tanto che cominciai a grugnire come un porco per trattenere le risate.
Intanto Emily registrava tutto con il telefono e io andai in cucina per trovarmi un nascondiglio ma prima che arrivassi sentì il freddo toccare le mani.
Solo allora capì che caddi a terra come una scema.
Emily cominciò a ridere così tanto che mi unì anche io.
"Aaaaaa" gridò qualcuno.
Io e Emily gridammo a nostra volta. Prendemmo le prime cose che ci capitarono tra le mani. Cioè io una banana e lei lo strofinaccio.
SICURAMENTE VI SALVERETE LA VITA.
Appena vidi chi è mi calmai.
"ALEX STEPHAN STUART ma ti sembra cosa di entrare gridando? Mi hai fatto prendere un colpo" dissi mettendomi una mano sul cuore.
Lui in cambio mi fece la linguaccia.
Emily guardava questa scena felice come se stava rammentando. Sorrisi per rassicurarla e salii al piano di sopra.
Quasi quasi mi faccio un sonnellino prima di uscire.
PIGRONA
Metto la sveglia per le 3 e mi addormento lentamente.

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