Pov's Jade
Domenica era arrivata in fretta e io ero in ansia ,perché sapevo che nella mia casa e nella mia cucina, ci sarebbero stati ragazzi superbelli provenienti dalla mia scuola.
Mio padre mi disse di andare a comprare un vestitino con dei tacchi eleganti.
E TU CHE VOLEVI ANDARE IN PIGIAMA.
Casa mia, regole mie.
Comunque ero nel centro commerciale con Emily e non c'è la facevo più. Le mie gambe chiedevano pietà. Correva da un negozio all'altro ed erano solamente le 15:00 e loro dovevano arrivare alle 19:00.
"Dai Jade, alza quelle gambe. Eccolo è l'ultimo negozio in questo centro commerciale, in caso che non troviamo niente, andiamo all'altro negozio qua di fronte"mi disse con un sorriso. Aveva una pazienza straordinaria per sopportarmi, non riesco a capire come faccia.
ME LO CHIEDO ANCHE IO.
Guardando tra i vestiti non trovo niente ma presto una Emily con un carello pieno di scarpe e vestiti mi si presentò davanti.
Spalancai la bocca nel vedere tutto quell'ammasso.
"I-io devo provarmi tutte queste cose?"chiesi io con innocenza.
"Oh sii e conviene muoverti se non vuoi che te ne do altri" disse lei con un sorriso perfido "muahahahah" rise malefica. Mi venne da ridere.Era il quindicesimo abito che mi provavo. Ne avevo provato aluni rossi, altri neri, bordeaux e blu.
Questo che avevo addosso era di un verde favoloso. Si intonava con i miei occhi. Era lungo e aveva due spacchi di lato che quando camminavo si vedevano le mie gambe. Con un décolleté nero lucido, uscì dal camerino. Notai che tutte le commesse ed Emily stavano guardando me e le mie gambe con gli occhi spalancati.
"S-siete b-b-bellissima con quel V-vestito si-signorina" disse una comessa.
"Principessa" disse Emily.
Arrossì molto.
"Devi prendertelo" continuò a dirmi Emily con gli occhi a cuoricino. Entrai nel camerino e dopo essermi cambiata, andai a pagare.
"Signorina, il vestito l'ha già pagato la signora che era con voi" mi disse la signora alla cassa sorridendo cordialmente.
"Oh, okay grazie mille" risposi.
Ero stupefatta.
"Emily! Grazie ma non dovevi, davvero ti restituirò i soldi" dissi io con sincerità e sorridendo.
"Oh nonononono, devi tenerlo come un regalo da parte mia"disse lei.
"Eh vabene, dai andiamo che è tardi e poi chi lo sente a papà?" Dissi io ridendo.Emily sta diventando davvero una persona importante per me. Non per quello che ha fatto oggi ,ma perché è sempre gentile e soprattutto disponibile per me, cosa che non ha fatto nessuno da molto tempo.
Ho sempre saputo che le persone vanno via, senza ragione. Come una sigaretta. Ti prendono, ti usano e quando hanno finito la buttano a terra spiaccicandola.
Io avevo subito molte volte questo trattamento e pensavo che era così con tutti. Però avevo trovato Emily ,che a quanto pare era diventava una sorella per me. Una sorella su cui potevo contare.Appena varcai la soglia di casa un profumo di vaniglia mi venne addosso.
"Papà? Che cosa è questo profumo?"chiesi io urlando forse un po' troppo.
"Tesoro siamo a casa, non ad un mercato. Ti ricordi che stasera vengono alcuni ospiti? Ho comprato una specie di cosa, contro le zanzare e profuma pure" disse lui.
Andai a vedere e appena lessi ciò che avevo comprato scoppiai in una risata enorme. Caddi a terra e come una foca in calore continuai a ridere.
"Che hai?" Chiese lui alzando un sopracciglio
"Pa...pà" dissi io tra le risate. Smisi dopo un paio di minuti.
"Allora" presi un respiro profondo" quello che hai comprato è the alla vaniglia. C'era scritto di metterlo nell'acqua per bertelo non per far profumare la casa o per cacciare le zanzare hahahahaha" cominciai a ridere di nuovo. Avevo le lacrime agli occhi.
Mio padre se ne andò dicendo cose incomprensibili.
Si fece l'ora di andarmi a preparare e salì le scale gattonando.
"Spero che non farai stasera così, sii educata" disse mio padre guardandomi
"Devo venire gattonando con il vestito?"dissi io provocandolo.
"JADE, ci saranno pure i figli perciò non fare sciocchezze" disse lui mentre di abbottonava la camicia.
Annuì e andai a farmi la doccia.
Mi vestii e raccolsi i capelli in un chignon con alcune ciocche che rimanevano di fuori. Mi truccai leggera e mi misi le scarpe.
Ero decente.
Sono sicura che questa cena sarà terribile.
"Jade ti muovi ,siamo tutti sotto" gridò mio padre.
"Arrivo" urlai a mia volta.
Ok Jade, inspira ed espira, inspira ed espira.
Arrivai alle scale e mi fermai,ero nel panico. E se cadevo? Ok, calmati.
Scesi le scale lentamente per non cadere e si sentivano i tacchi che facevano tumore. Tutti si zittirono appena mi videro. Sorrisi e arrossì dalla testa ai piedi. Mi sentivo molto accaldata.
Arrivata alla fine della scala vidi tutti con giacca e cravatta. Sembrava più un funerale che una cena. Mi guardavano tutti perciò decisi di allentare la tensione.
"Beh? Come butta?" dissi ricevendomi un'occhiataccia da mio padre e delle risate degli altri.
Ci sedemmo a tavola e tutti i ragazzi che erano intorno a me ,mi guardavano come se fossi venuta da un altro mondo.
"Sei bellissima Jade" disse Brian che era seduto vicino a me.
"Ecco, si, volevo dire no, cioè,sì grazie"dissi io arrossendo come sempre.
Ma che mi prendeva? Datti una sveglia Jade.
La cena iniziò tranquillamente.
"Allora Jade anche tu frequenti la scuola dei ragazzi, come ti trovi?" Chiese il padre di Jack
"Oh benissimo grazie, è veramente una scuola educata e raffinata con tanti professori, uno più simpatico dell'altro" dissi io sorridendo timidamente.
I ragazzi mi guardavano come per dire " si Jade, bella maschera che porti eh"
"Oh devo dire che sua figlia è molto educata" disse il padre di Joe a mio padre.
"Oh grazie" disse mio padre guardandomi curioso.
"Ho saputo che sei brava a basket" mi disse il padre di Brian.
"Oh prima di trasferirci era nella squadra più brava dello Stato. Sono sicura che non ha perso il talento" rispose mio padre al mio posto.
"Comunque parliamo un po' d'affari..allora la sua azienda..."
disse il padre di Chris. Io non li ascoltai più.
"Una Jade educata, chi l'avrebbe mai detto?" Disse Jack sussurrando a tutti. Tutti risero e mi guardavano.
"Ma cosa avete da fissarmi? Non sono un alieno e poi se lo dite a qualcuno vi butterò un calcio dritto nelle parti basse, così forte che da grandi non potrete avere figli" dissi io sussurrando in modo malefico.
Tutti automaticamente indietreggiarono.
"...la sua azienda è abbastanza conosciuta, ma non vorrei che le nostre aziende indietreggiassero nel caso lei fallisse" disse il padre di Brian. Io mi cominciai ad imbestialire di brutto e lo notarono tutti.
"E-ecco i-io..."mio padre non riusciva a dire parola. Mi alzai bruscamente dalla sedia, la presi con me e mi sedetti vicino a mio padre di fronte a tutti.
I ragazzi si stavano preoccupando di brutto.
"Allora signore, abbiamo fatto questa cena per firmare contratti, per unire le nostre aziende rendendole più forti e più conosciuti, non allo Stato, ma al mondo. Lei non si deve permettere di dire che mio padre potrebbe fallire, perché potrebbe accadere anche a lei, ma sicuramente mio padre non ve lo verrebbe a rinfacciare. Chi non vuole accettare il contratto la porta è aperta , ma non le permetterò di dare la colpa a mio padre. Lei non è il re di Miami e se pensa che firmando ,la sua azienda cadrebbe, si sbaglia. Se invece vuole rinforzarla e farla ancora più conosciuta, firma questo dannato contratto, perché noi abbiamo pazienza fino ad un certo limite. " dissi io guardandolo dritto negli occhi.
" Hai ragione, allora firmiamolo" disse il padre di Brian. Sorrisi vittoriosa.
"Cosa?" Urlarono i ragazzi.
"Avete sentito, ha ragione la piccola donna d'affari, diventerà sicuramente un'ottima imprenditrice nella sua azienda Alex" disse il padre di Caleb.
Mi strozzai con l'acqua che stavo bevendo.
Cominciai a tossire e a mancarmi l'aria.
"Scusatemi...devo...devo uscire...un attimo...co-con permesso" dissi cercando di mantenere la calma.
Uscì fuori e a poco a poco passò, perciò rientrai ma vidi che stavano uscendo tutti perciò aspettai sulla soglia.
"Complimenti signorina" disse il padre di Brian. Sorrisi timidamente.
"Sei stata bravissima ,bambolina" disse Brian. Mi diede un bacio sulla guancia e automaticamente me la toccai. Uscirono tutti complimentandosi con me e poi rientrai. Vidi mio padre con lo sguardo perso nel vuoto. Dovevo andargli a parlare.
"Papà, mi dispiace per il comportamento che ho avuto ma non permetterei mai che qualcuno dicesse quelle cose su di te. Tu non fallirai mai perché sei perfetto, come papà e come direttore" dissi io sorridendo.
"Grazie Jade" disse e mi abbracciò per un tempo indefinito.
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Mai dire mai
RomantikJade, 17 anni è bionda con gli occhi verdi, bassa e curve al posto giusto. Ha sempre desiderato un'adolescenza bellissima ma non ne ha mai avuta la possibilità per il suo cognome. Era una ragazza ricca perciò tutti la volevano solo per quello eppure...