Pov's Jade
Driin driin.
Chi è che disturba il mio sonnellino? Uffi che palle, stavo baciando Leonardo Di Caprio...in versione giovane però.
Guardo la sveglia e sono le 15:27.
ASPETTA COSA?
Oh mio Dio sono in ritardo. Mi alzo in fretta in furia e vado a mettermi un pantacollant con una felpa della Nike di un colore che va sul viola-blu. Mi pettino i miei capelli pieni di nodi, mi metto le scarpe e noto che sono passati solo 5 minuti.
"Perfetto più tempo per mangiare" dissi io come se stessi parlando da sola.
Vado in cucina saltellando per la felicità che la mia bocca toccherà qualcosa di succulento.
"Jade, tesoro, cosa ti va di mangiare?" Disse Emily appena entrai in cucina.
Ormai aveva capito che se io andassi in cucina era solamente per mangiare.
"Hm, non lo so, tu cosa mi proponi?" Chiesi io passandomi la lingua sulle labbra e sfregando le mani, come se stessi complottando qualcosa.
"C'è la cioccolata bianca se vu-"
Neanche il tempo che lei finisse la frase ,che io addentai quella deliziosa barretta.Suonarono al campanello e dallo spioncino vidi che erano i ragazzi, presi la barretta e andai fuori.
Tutti mi guardavano come se non avessero mai visto del cioccolato.
"Lo sai che stiamo andando a mangiarci il gelato, vero?" Mi chiese Jack.
Feci si con la testa e tutti ridacchiarono.
"Ragazzi io, Josh, Joe e Ian andiamo da una parte, non sappiamo se torniamo" disse Chris.
Se ne andarono senza neanche salutare.
"Ecco...anche noi andiamo con loro, ciao" disse Sierra, accompagnata da Allison, Alexia e Caroline.
Se ne vanno pure loro con i ragazzi e rimaniamo in sei.
Tutti abbassarono il capo.
Ma che diamine era successo?
"Ragazzi, è successo qualcosa durante la mia assenza?" Chiesi guardandoli in faccia.
"Si sono allontanati da noi, senza motivo" disse Caleb.
Annuì e ci incamminammo per comprare il gelato. Tutti erano in silenzio, nessuno fiatava.
Era come se ci avessero puniti.
Andai da Maya e Jennifer e le abbracciai. Un gesto valeva più di mille parole.
Era brutto perdere delle amiche cosi tutto in un colpo, io lo potevo confermare.6 anni fa.
"Elisabeth, Elisabeth" dissi correndo verso di lei.
"Ciao" disse con un falso sorriso.
Elisabeth era mia migliore amica dai tempi dell'asilo, ma quando arrivammo alle elementari, cambiò.
Lei era la più popolare, non c'era anima viva nella scuola che non la conosceva.
Io mi ritenevo fortunata e le volevo molto bene.
"Usciamo a prenderci un gelato?" Dissi io saltellando felice.
"Io...ho da fare" disse in maniera strafottente.
"Dai, dai,dai" continuai così per minuti.
"BASTA JADE. NOI NON SIAMO AMICHE."disse gridando. Tutta la scuola si girò.
Elisabeth si mise la mano sulla fronte e mi indicò.
"Non hai capito che ti ho presa in giro per tuti questi anni? Noi non siamo mai state amiche, mai. O almeno non per me. Io ero la tua FINTA AMICA solo per far entrare i miei genitori nell'azienda di tuo padre. Diamine sei così cocciuta che neanche lo capisci e non me ne frega se ti metti a piangere, sei una piagnucolona e una fallita e così rimarrai"
Mille lame nel cuore mi trafissero. Mi scese una lacrima, poi due e poi infinte.
Tutti cominciarono a ridere di me.Da quel giorno non mi affezionai più a nessuno, avevo amiche ma dopo si reputavano false.
Mi creai una barriera ,ma era sottile e si rompeva molto facilmente.
Divenni acida e apatica, me lo dissero tutti ma nessuno aveva il coraggio di chiedermi il perché.
Io ero molto sensibile e lo sono tutt'ora ,ma cerco di non dimostrarlo per far capire che sono debole.
Io ho un cuore di ghiaccio, ma si scioglie molto facilmente.
"Jade, Jade" a risvegliarmi dai miei pensieri fu Jack.
"Hm, dimmi" dissi sussultando
"Che gusti vuoi di gelato?"chiese lui ridacchiando.
Non mi ero nemmeno resa conto che eravamo già arrivati.
"Hm, allora, cioccolato bianco, cioccolato nero, Nutella e stracciatella" dissi io con l'acquolina in bocca.
"Ma hai appena mangiato" dissero tutti insieme.
"E? Non c'è nessun problema, se non mangi muori" dissi io spontaneamente.
"Ah, i ragazzi di oggi quanto mangiano, non capisco come ancora non sono diventati cicciottelli come quella vecchia dei Simpson che venderebbe un occhio per una torta" disse colui che ci dava il gelato.
Se ne andò e i miei amici scoppiarono a ridere. Io invece ero sconvolta, ma felice che fosse tornato il buon umore
"Okaaay, non ci torniamo mai più" dissi e tutti annuirono.
Andammo in un parchetto là vicino ma io il gelato l'avevo già finito.
Appena mi sedei sentì qualcuno tirarmi dalla maglia.
Appena mi girai vidi sei bambini.
NO, MA DAVVERO? E IO CHE PENSAVO FOSSERO DEI MOSTRI.
"Volete giocare con noi? Noi vogliamo stare tutti insieme nella squadra.
Mi girai verso i ragazzi che fecero no con la testa.
"Vorrei giocare con voi, ma queste teste vuote non sanno giocare, sarebbero di intralcio nella mia squadra" dissi sorridendo beffarda.
"Quando si inizia?" Chiedono Brian, Jack e Caleb insieme.
"Ora" disse uno.
Ci posizionammo tutti insieme nei posti per giocare a calcio e iniziò la partita. Brian si avvicinò ma il bambino tirò alla nostra porta, dove c'era Jack con il telefono. La palla lentamente gli passo in mezzo alle gambe e i bambini fecero goal. Un esulto si propagò nei bambini e io cominciai a ridere per la figura che c'eravamo fatti.Passammo tutto il pomeriggio a giocare e vinsero i bambini 11-0.
Che figura di merda.
"Certo che siete scarsi" disse un bambino a Brain.
Io e i ragazzi diventammo rossi perché non riuscivamo a trattenere le risate.
"Potete ridere" disse Brian ridacchiando.
Scoppiammo tutti in una risata che la gente vicino a noi ci guardava tipo per dire che problema avevamo.
"Ok, ok, ora basta" disse Brian ridendo pure lui per poi diventare serio.
Ma era bipolare?
Tornammo tutti a casa e dopo aver fatto la doccia e aver messo il pigiama dell'unicorno mi sdraiai sul letto.
Mi suonò il telefono.
Ti prego fa che non sia lo sconosciuto. Quando vidi che era Brian risposi."Pronto?"
"Ciao bellissimaaaaaaaa"
"Mi hai rotto un timpano, stupido babbano"
"Guarda alla finestra"Mi girai di scatto e vidi che c'era Brian che mi salutava. Posai il telefono e andai ad aprirgli.
"Come stai?" Disse lui grattandosi la nuca.
"Bene" dissi io tornando a coricarmi.
Ti prego fa che non parli di quello che è successo in ospedale.
"Senti io ti volevo parlare di quello che è successo in ospedale" disse serio.
Come non detto.
"È stato un errore" dicemmo insieme.
"Già." Disse dondolandosi sui talloni.
"Siamo sempre amici vero?" Chiese lui con la faccia da cucciolo.
Ridacchiai e poi annuì.
"Beh, allora comincio a incamminarmi per andare a casa, prima che piova" disse lui andando verso la finestra.
"Aspetta...sei venuto a piedi fino a qua?" Dissi io sorpresa.
Lui annuì.
"Se vuoi, puoi rimanere a dormire qua, cioè sei lontano da casa" dissi io imbarazzata.
Non se lo fece ripetere 2 volte, che si tolse le scarpe e la maglia insieme ai jeans e si mise sotto le coperte con solo i boxer.
"Buonanotte" dissi dandogli le spalle.
"Buonanotte unicorno" disse.
Sentì che mi prese per io fianco e io girandomi dal suo lato vidi che mi abbracciò."Mi ha dato l'abbraccio più forte che io abbia mai ricevuto. Sapete, quegli abbracci dove non riesci più a respirare perché ti stringono fortissimo e tu hai la faccia immersa nel suo petto? Mi è bastato questo abbraccio per addormentarmi e per farmi stare bene.
Mi ha dato l'abbraccio più protettivo di tutti e io, mi ci sono persa dentro. "
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Mai dire mai
RomanceJade, 17 anni è bionda con gli occhi verdi, bassa e curve al posto giusto. Ha sempre desiderato un'adolescenza bellissima ma non ne ha mai avuta la possibilità per il suo cognome. Era una ragazza ricca perciò tutti la volevano solo per quello eppure...