Capitolo 18

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Pov's Brian
Che nottata ragazzi.
Non ho chiuso occhio tutta la notte. Mi domandavo sempre perché lei se ne era andata così dal nulla, senza che gli avessi fatto niente. Provavo a dare delle spiegazioni ,ma non me ne veniva neanche una.
Mi alzai dal letto di mal voglia e mi trascinai in cucina, nel vero e proprio senso della parola. Mio fratello appena mi vide balzò in aria. Alzai un sopracciglio, tipo per chiedere il motivo del suo balzo.
"Guardati allo specchio" disse mio fratello con una faccia come quella di Jack Sparrow. Andai in bagno camminando al rallentatore e appena mi vidi allo specchio vidi un ragazzo con due occhiaie enormi e un viso pallido e stanco.
Tutta colpa di Jade.
"Chissà che starà facendo" dissi guardando allo specchio.

Pov's Jade.
Ero in giro sulla moto dalle 3 del mattino girandomi tutta Miami. Avevo bisogno di una rinfrescata perciò andai a mare.
TU SEI PAZZA A FARTI IL BAGNO A SETTEMBRE.
Sarebbe più pazzo non farlo.
Parcheggiai la moto e mi presi la borsa. Mi cacciai subito le scarpe e il contatto con la sabbia congelata era piacevole ma fredda allo stesso momento.
Camminai fino alla riva e gettai le mie cose in una parte sconosciuta della spiaggia.
Andai sopra la scogliera più alta e mi beai di quel vento che mi scompigliava i capelli.

La libertà aveva un sapore di pazzia. La pazzia era fatta per le persone che hanno perso tutto e sono ripartite da zero, perché niente finisce se tu vivi davvero. Per anni ho aspettato che la mia vita cambiasse, invece ora so che era lei ad aspettare che cambiassi io.

Cacciai un urlo e con tutta la forza che avevo mi tuffai.
Appena risalita non sentivo il freddo.
PERCHÈ ERI CONGELATA?
Si.
Uscì molto rapidamente e mi avvolsi nell'asciugamano.
Dopo 10 minuti mi rivestì e tornai a casa.
Tremavo come un pulcino e quando varcai la soglia di casa mia, un ammasso di persone mi si buttarono addosso.
Scoppiarono a ridere e io mi alzai mugolando per il mio povero e dolce sedere che era a pezzi.
Vidi tre ragazze che ridevano a più non posso. Brittany, Jenny e Maya.
"Ma siete delle stalker? Come sapete dove abito?" Chiesi sconvolta.
"Ma se siamo venute ieri.."disse Brittany con una faccia sconvolta della mia domanda.
COCCIUTA.
"Ah già.."dissi io.
"Prego accomodatevi nella mia UMILE DIMORA" dissi inchinandomi e marcando le ultime due parole.
"La ringraziamo, però.." disse Jenny ridacchiando per poi passare a mettersi una mano sotto il mento con fare misterioso " perché sei tutta bagnata?"
"Uh niente di che, sono andata in spiaggia a farmi un bagno!" Risposi facendo spallucce.
"Tu sei assolutamente pazza" disse Maya
"Grazie grazie" risposi con fare altezzoso.
"Alloraaa..." dissi io in imbarazzo " come mai siete venute qui? Vi serviva qualcosa? "
"Siamo venute a farti una sorpresa e a vedere la tua enorme villa" disse Brittany andando in giro guardando tutto come se fosse oro.
Ridacchiai però il loro modo.

Dopo 6 ore.
Tutte ridevamo con fare poco grazioso mentre ci prendevano a cuscinate.

Io non ho mai avuto delle amiche vere, ma credo che con loro avrò un bel rapporto perché amicizia vuol dire guardarsi in faccia e scoppiare a ridere senza motivo.
Forse gli dovrei raccontare di Brian, ma aspetta...perché mi è venuto in mente?
TI PIACE.
Assolutamente e categoricamente no.

Ci sedemmo per riprendere fiato ,ma ripensando alle ultime 3 ore mi venne un sorriso. Avevamo fatto di tutto; dal mangiare chili di gelato, al fare scherzi una contro l'altra ,al riempirci di botte.
"Vabbè ragazze, è meglio se andiamo..domani c'è scuola" disse Jenny.
Tutti annuirono e dopo aver sistemato un po', per non far esasperare ad Emily, se ne erano andati.
Ora che ci penso, ho davvero fame.
HAI MANGIATO PIÙ DI UN CHILO DI GELATO.
Io?
NO, MIA NONNA.
Ma tu non dovresti esserci nei miei momenti di crisi?
ALLORA NON RIPOSEREI MAI.
Oh non essere così tragica.
"Emilyyyyyy" dissi saltellando per la cucina.
"Scommetto che ha fame signorina" disse ridacchiando.
Annuì aprendo tutti gli armadietti finché non vidi una torta al cioccolato.
I miei occhi, scommetto, che erano a cuoricino.
"Signorina non crede che, ecco, non voglio essere scortese, che prenderà qualche chilo?" Disse in imbarazzo Emily.
Le sorrisi per rassicurarla e risposi "Ma avrò la mia torta".
Ridacchiò e tornò a pulire.
La porta di casa si aprì e mio padre avanzò lentamente verso di me.
Mi prese la forchetta con la poca torta che era rimasta e se la portò di sopra con un volto di sicuro non sorridente.
Aggrottai le sopracciglia insieme a Emily.
"È da un paio di giorni che è così" mi informa Emily.
"Forse dovrebbe andare a parlargli" continuò.
Annuì e salì lentamente al piano di sopra.
Arrivai davanti alla porta del suo ufficio ma al momento che stavo bussando, il mio telefono squillò:

Sconosciuto:
È da tanto che non mi faccio sentire, paura? Non si spiano le persone Jade, così come non si fanno le lotte con i cuscini.

Deglutii a fatica. Quindi..quando mio facevamo la lotta, c'era qualcuno che ci guardava?
Quindi mi stava guardando pure ora?
Mi girai di scatto per aver sentito uno scricchiolio.
Cominciai a sudare perciò senza aspettare neanche un secondo, entrai nell'ufficio di mio padre senza neanche bussare.
"Tesoro, stai bene?" Chiese mio padre guardandomi ma subito dopo distogliendo lo sguardo.
"Io..io..sì, grazie ma t-tu?" Dissi io balbettando ancora per lo spavento di prima.
"St-sto,sto....bene" disse lui guardando in terra.
Qualcosa mi diceva che però questo non era per niente vero.
Andai vicino a lui e lo guardai negli occhi, non c'era bisogno di abbassarmi, dovevo ammetterlo ero una nanetta in confronto a lui.
"Lo sai papà che qualsiasi cosa non va, me ne puoi parlare?" Dissi sorridendogli.
Aprì la bocca ma la richiuse subito. I suoi occhi erano lucidi e stanchi, sicuramente non aveva dormito bene.
"Va bene tesoro, sono stanco e tra le cose che sono capitate, non ho dormito molto bene" disse guardandomi negli occhi e prendendomi le mani.
Lo abbracciai d'un colpo.
Era molto sorpreso e lo ero anche io.
Sussultò un attimo ma dopo ricambiò.
Restammo così per un tempo indefinito, ero lo stesso preoccupata per lui, ma prima o poi avrebbe svuotato il sacco e io l'avrei aiutato.

Mai dire maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora