Capitolo 17

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Pov's Jade
Aprii gli occhi molto lentamente e non riuscivo a respirare bene.
Sentivo qualcosa o meglio qualcuno sopra di me. Brian.
"Brian" dissi io subito per farlo svegliare.
Non si muoveva neanche di un centimetro.
"Briaaannn" gridai.
Lui dormiva beatamente. Feci la cosa più giusta in questo caso, lo buttai a terra.
Lui dormiva ancora. Ma era un ippopotamo? Oh Cristo.
Cosa potevo fare per farlo svegliare?
Uhuhuhu siii siii. 
NON MI DIRE CHE GLI STAI PER FARE UNO DEI TUOI SOLITI SCHERZI.
Io? Nah.
La mia faccia era malefica e cominciai a ridere come una strega.
OK BASTA SEI RIDICOLA.
Sì, è vero.
Andai in garage dove mio padre teneva di tutto, anche la vernice. Presi quella fucsia, del filo e delle piume.
Tornai in camera mia e scortai a Brian fuori dalla porta. Legai la vernice alla porta con del filo poi in un altro secchio misi le piume.
"Vendetta" dissi ridendo maleficamente.
Mi stesi sul letto e aspettai.
Passarono 5,10 minuti ma lui non ne voleva sapere di alzarsi.
Perciò mi rimase un'unica cosa da fare.
Gridai più forte che potevo, tanto che sentì la porta aprirsi e la vernice scendere tutta addosso a Brian. Cominciai a ridere quando anche le piume fecero il suo effetto.
Mio padre con il pigiama e una scopa in mano cominciò a picchiare Brian, il quale si dimenava.
Credo che non sapeva che era Brian. Risi così forte che caddi a terra creando un tonfo molto forte che loro due si fermarono.
Mio padre con la scopa in mano, piuttosto che paura, faceva ridere. Poi è inutile parlare di Brian, il quale sembrava una gallina con il morbillo viola. Mi scesero le lacrime agli occhi e dopo un po' smisi.
"Papà.." regolarizzai il respiro mentre parlavo" quello è Brian, in versione gallina" continuai.
Lui guardò prima lui, poi me, poi di nuovo lui.
Si ricompose e lo guardò serio.
Poi cominciò a ridere fortissimo che si dovette sedere a terra e io mi unì a lui.
Alla fine pure a Brian scappò una risata.
"Bello scherzo tesoro" disse mio padre battendomi il cinque per poi andarsene.
"Una famiglia tutta strana" disse Brian mentre mi guardava.
Io feci il verso di sentirmi onorata.
"Dov è il bagno?" Chiese lui guardandomi male.
"Prima porta a destra" dissi io ridacchiando, ma solo per poco perché sentii prendermi di peso e mettermi sulle sue spalle.
"Mettimi giù" urlai e cominciai a dimenarmi ma era inutile, lui era il doppio di me.
"Non ti azzardare a scorreggiare bifolco" dissi io appoggiandomi un po' più comoda. Mi mise nella vasca di bagno ,aprì l'acqua e mi bagnò tutta.
"Vendetta" disse lui in modo malefico.
Io avevo freddo e cominciai a tremare come un pulcino. Lui se ne accorse perché prese un asciugamano e mi coprì.
"Vado a farmi la doccia" dice lui guardandosi allo specchio.
Annuì e andai nell'altro bagno per lavarmi e vestirmi.
Mi misi una felpa dell'adidas rossa con un jeans scuro e mi sistemai i capelli.
Tornai in camera e notai che lui era già pronto con i vestiti miei addosso.
Ma cosa?
"Sono maschili" disse lui facendo spallucce.
"La voglio tornata quella felpa, Black"
Dissi in modo autoritario.
"Mai, Stuart" disse ridacchiando.
Scendemmo al piano di sotto e vidi mio padre bersi il caffè. Presi un goccio per me e per Brian.
"Passata bene la notte a terra?" Chiese mio padre a Brian ridacchiando.
"Una favola" disse guardandomi dolcemente. Arrossì dalla testa ai piedi.
"Dove andate ora?" Chiese mio padre cambiando discorso.
"Io vado a casa che c'è mio fratello" dice Brian facendo spallucce.
"Io lo accompagno e poi torno" dico mangiando un biscotto.
Ci alzammo contemporaneamente e presi le chiavi della macchina di mio padre per accompagnare questa testa di rapa.
"O mio Dio" disse Brian appena arrivammo alla macchina
"Ma questa è una macchina sportiva da urlo" disse egli spalancando bocca e occhi.
Ridacchiai.
"Posso guidarla, ti prego!?"chiede con la faccia da cucciolo.
"Certo" dissi e gli passai le chiavi.
"Eddai ti g- aspetta cosa?" Chiese lui sbalordito.
"Ho detto di sì, dai muoviti che fra un po' è pranzo e io voglio una bella carbonara" risposi.
Ci sedemmo e lui cominciò a toccare tutto dicendo sempre "wow".
Partimmo e accessi la musica a tutto volume.
Cominciai a cantare " space between" e quando finì ,notai che lui mi aveva fatto il video. Provai a prenderglielo ma non volevo distrarlo mentre guidava.
Io ero una brava civile.
Appena arrivammo lui scese subito e mi venne ad aprire la portiera. Io gli buttai un calcio per avermi fatto il video.
"Ciao cantante" disse lui abbracciandomi.
Io non ricambiai, non volevo, non perché ero offesa, ma le mie braccia rimasero ferme al loro posto.
Non volevo dare del bene a delle persone che non sapevo se sarebbero rimaste o meno. Però c'era un problema: mi ero già affezionata a tutti e la questione non era buona.
Avevo paura, paura di dare il meglio di me stessa a delle persone che non so se lo meritano o alle persone che non so se loro ricambiano quel male.
Salì in macchina e partì lasciandolo lì davanti a casa sua come una mummia. Mi cadde una lacrima. Poi altre finché non scoppiai in un pianto.
Perché non riuscivo a sbloccarmi?
Perché continuavo ad avere paura a restare sola?
Mamma, rispondimi tu a queste domande perché io non lo so.

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