2.

4.4K 275 22
                                    

Distesa nel suo letto a baldacchino, Marinette ripensava per almeno la decima volta alla serata passata. Quel giovane. Oh come era bello! Affascinante. Questo è l'aggettivo giusto.
Il bussare alla sua porta la risvegliò dai suoi pensieri.
«Marinette tesoro. Hai visite» disse la madre di Marinette facendosi da parte per fare entrare la ragazza dai lunghi capelli castani.
«Alya!» la salutò la corvina.
«vi lascio sole»
«grazie mamma» disse Marinette prima che la madre chiudesse la porta della sua camera da letto.
«Allora! Com'è andata ieri?»
«mah...niente di speciale....soltanto che un ragazzo di nome Chat Noir mi ha invitato a ballare, mi ha chiamata My Lady e....»
«ti sei innamorata vero?»
«si nota davvero così tanto?»
«e anche di più!»
«e se lui non prova lo stesso? E se sabato prossimo non lo rivedrò perché è stato arrestato perché in realtà era un delinquente poi lo vedrò durante l'esecuzione e allora lui mi vedrà e le guardie si accorgeranno che io lo conosco e...e...»
La castana scosse la testa prendendo le mani dell'amica.
«Marinette! Ti fai troppe storie! E se, e se e se....con tutti questi "e se" l'uomo non volerà mai!»
«ma Alya...»
«niente Alya! Ora andiamo al mercato che Nino mi aspetta e in più dobbiamo prendere le cose per tua madre! Marsc!»

«figliuolo va' al mercato e comprami delle nuove stoffe»
Adrien si alzò dalla sedia dove era comodamente seduto a leggere un libro.
«colore?»
«tutto quello che trovi»
«certo padre...»
Ogni giorno la stessa storia. Mai una volta "buon giorno figliuolo! Dormito bene?" oppure "vengo insieme a te al mercato così scegliamo insieme le stoffe e stiamo un po' tra padre e figlio?". No. Non avrebbe mai parlato così a suo figlio. Da quando la madre non c'era più, Gabriel Agreste era sempre più freddo.
Adrien si diresse velocemente al mercato andando dritto alla meta.
«Adrien! Qual buon vento amico mio» lo salutò Nino da dietro il bancone delle stoffe.
«poco spirito Nino e dammi il solito»
«ancora problemi con tuo padre vero?»
Il biondo annuì venendo poi attratto da due ragazze che si dirigevano nella loro direzione.
«Alya! Amore mio! Non riesci proprio a starmi lontana e dire che ieri sera...»
«Nino! Ti prego non qui» lo fermò Alya facendo rischiare gli altri tre.
«Marinette ci sei pure tu! Fantastico. Ho delle nuove stoffe per te e...» un colpetto di tosse del biondo lo stoppò «oh giusto! Che maleducato! Signore lui è Adrien Agreste. Un mio amico.»
«molto piacere...scusami ma tu sei il figlio di Gabriel Agreste? Il sarto più famoso di Parigi?» disse Marinette che fino ad ora non aveva parlato.
«proprio così. Con chi ho il piacere di parlare?»
«io sono Alya e lei è...» disse la castana.
«Marinette Dupain.»
«incantato» disse Adrien prendendo la mano destra della ragazza corvina e portandosela alle labbra.
«Adiren vacci piano. Non è come le altre ragazze che frequenti tu»
Alya lo fulminò con lo sguardo mentre Marinette e Adrien non si toglievano gli occhi di dosso. O per meglio dire: Adrien non riusciva a non tenere gli occhi di dosso da lei. Marinette, invece, provava di tutto per non incontrare lo sguardo del suo osservatore e non facendo vedere quanto fosse in imbarazzo.
«che ho detto?»
«ma sei serio?»
Nino riesaminò le parole che aveva pronunciato poco prima.
«cosa....ooooh! Ho capito...vi giuro che le ragazze a cui mi riferivo non sono quello che crediate...lo giuro sulla mia bancarella»
Nino iniziò a prendere le stoffe per l'amico e iniziando a parlare a Marinette delle nuove stoffe.
«ecco a te amico ed ecco anche quelle per te Marinette e ti dicevo...questa stoffa...di seta....ragazzi ma mi state ascoltando?!»
Alya rise sotto i baffi vedendo le guance dell'amica diventare paonazze ed il ragazzo intento nel provare a sbirciare nella scollatura di Marinette.
Tolse lo sguardo da ciò che lo stava intrattenendo e prese ciò che gli proponeva l'amico.
«si si...grazie Nino...arrivederci donzelle»
«arrivederci!» salutò Alya.
«Alya...l'abbiamo persa»
«che vuol dire l'abbiamo...oh...» Alya si voltò verso l'amica vedendola completamente rossa in volto e una risatina gli sfuggì dalle labbra. «Marinette...ei...ci sei...sai non è il primo che...»
«t-ti p-pr-prego Alya N-non otnicareu cioè...non careutino...non...uccidetemi vi prego.»
Alya sorrise avvicinandosi all'orecchio dell'amica è sussurandogli qualcosa che la fece diventare più rossa di prima.
«Alya!»
«che c'è? È la pura verità!»

«Adrien? Sei tornato?»
«sono qua padre»
«hai le mie stoffe?»
«certo. Eccole qua. Le solite»
Gabriel osservò attentamente le sue stoffe nuove.
«queste non sono le mie stoffe.» disse freddo.
«ma padre sono quelle di oh...» Adrien si bloccò osservando che c'era stato uno scambio di stoffe.
«S-scusa è che c'era questa ragazza...anche lei stava prendendo le stoffe...avremmo fatto uno scambio...mi...mi dispiace»
«stai attento a tutto fuorché a quello che devi fare»
Adrien abbassò lo sguardo. Anche se c'era abituato ai rimproveri del padre,
era sempre dispiaciuto.
«po-posso ritrovare la ragazza»
«va' e non farti vedere finché non avrai le mie stoffe»
Adrien uscì velocemente dalla sartoria dirigendosi in fretta dall'amico che, sicuramente, sapeva dove viveva la ragazza.
«Adrien? Ma che ci fai qui?»
«per sbaglio ho scambiato le stoffe di mio padre con quelle di...Marinette giusto?»
Nino osservò l'amico con un ghigno.
«lo hai fatto apposta oppure eri intento a...»
«finisci la frase e ti ritrovi appeso da qualche parte...comunque...sai dove vive?»
Il moro ci pensò un attimo e poi si ricordò il posto che gli aveva indicato Alya dopo aver saputo l'esistenza dei croissant della madre e del padre di Marinette.
«qui vicino....umh...guarda devi andare sempre dritto e appena arrivi ad una taverna con su scritto "Dupain" entri. Facile no?»
«come bere un bicchier d'acqua»
Il biondo seguì le indicazioni date dall'amico per poi trovarsi davanti ad una taverna con un insegna con su scritto "Dupain" di un rosa sbiadito e di un legno tutto scheggiato. Entrò venendo subito investito dal dolce profumo dei biscotti e croissant appena sfornati.
«buon giorno!» salutò una donna minuta e dai capelli neri. Sicuramente la madre di Marinette.
«buon giorno....emh...si ecco...sono Adrien Agreste e stavo cercando sua figlia.»
«mamma ti serve aiuto?»
Come se la richiesta di Adrien fosse stato un richiamo, la figura di Marinette entrò nella taverna.
«Adrien! Salve! Come mai questa visita?»
«lo conosci?»
«è un amico di Nino»
«è carino» disse la madre ghigniando divertita alla figlia.
«Mamma! Perdonarla...»
«tranquilla. Sono qui per riprendere le mie stoffe. Quando eravamo da Nino le ho scambiate per sbaglio con le tue»
«meno male che sei arrivato adesso! Stavo per tagliarle. Aspetta che le vado a prendere»
Marinette uscì dalla stanza e si avviò a prendere ciò che le era stato richiesto ritornando due minuti dopo.
«ecco a te.»
«grazie. Hai detto che le stavi per tagliare...come mai?»
«la mia Marinette è una aspirante sarta ed ha un talento sovrannaturale» disse fiera Sabine
«ma davvero? Se vuoi qualche volta passa da me che ti presento mio padre così potete lavorare insieme»
«ma certo!» rispose subito Sabine per la figlia.
«mamma potevo rispondere da sola...» disse sbuffando «grazie Adrien sarebbe un onore»
«perfetto. Arrivederci madamoiselle Marinette. Signora» salutò il biondo uscendo dalla taverna.
«no...non è carino...è proprio un bel ragazzo e poi non ti toglieva gli occhi di dosso come faceva tuo padre con me nei suoi anni mi...»
«Mamma!» disse alterata Marinette sentendo le guance andandogli a fuoco.
«non si può dire più niente...»

Maschere [Completata] (Rivisitazione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora