~Capitolo 9~

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«Servono davvero tutte queste cose per il campeggio?» chiese Sophie, fissando con aria meravigliata il reparto dedicato al fai da te e alle attività all'aperto del Mall. A Kevin sembrò quasi di vedere una bambina che, in un negozio di giocattoli, punta il naso per aria e fissa tutto con intensa meraviglia e provò tristezza perché quella reazione dimostrava che davvero lei non aveva mai fatto le cose che lui aveva sempre ritenuto normali. Come andare a mangiare la pizza con gli amici quando aveva creduto di averne -, mangiare un gelato in riva al mare o fissare un cielo stellato immersi nella natura. Fortunatamente a quell'ultima cosa vi avrebbe posto rimedio lui quella sera stessa. Quella mattina si era sentito molto irritato dalla sua richiesta, anche se non lo aveva dato a vedere, e portarla in giro per i boschi gli era sembrata la più orribile delle torture. Eppure in quell'istante, guardando quell'espressione curiosa ed emozionata, non sentiva più quell'incarico come una tortura bensì un regalo da fare ad una persona bisognosa. E quella donna aveva un gran bisogno di divertirsi e godersi alcune delle cose più belle della vita; e sì, il campeggio era una di quelle.

«Sì, tutte, ma a noi servono solo alcune cose poiché ho già tutto quello che mi serve a casa» tranne un fornetto a gas ed un sacco a pelo nuovo per lei. Lui ne aveva soltanto uno ed era anche parecchio rovinato, purtroppo non aveva i soldi per comprarne uno nuovo anche per sé e doveva arrangiarsi. Ispezionò gli scaffali con cura e appena trovò il piccolo fornello che gli serviva lo buttò con poca grazia nel carrello.

«Più avanti ci sono i sacchi a pelo, inizia a cercarne uno che ti piace» le ordinò, vedendola annuire gioiosa e correre verso la fine del reparto successivamente. Vedere tutta quella felicità lo fece sentire orgoglioso di se stesso, ma non capì esattamente perché.

Restò a guardarla fissare i vari sacchi a pelo come un idiota, senza riuscire a staccare gli occhi di dosso alla sua esile e aggraziata figura, o alle sue labbra, rosse e carnose, corrucciate in un buffo broncio mentre decideva quale scegliere. Il suo corpo a quanto sembrava non era per nulla indifferente a quello della donna, tutt'altro, nemmeno da adolescente si eccitava con quella velocità. Di certo aveva l'aspetto di un maniaco sessuale nel stare lì, dietro al carrello, mentre la fissava famelico.

Avrebbe dovuto starle lontano e la cosa era ironica visto che stavano andando in campeggio e avrebbero dormito nella stessa tenda. Quello era proprio il modo corretto di mantenere le distanze. La raggiunse, non prima di essersi calmato, e notò quanto ancora fosse indecisa sul sacco a pelo da comprare. Kevin sbuffò come uno stallone incatenato, prese un sacco rosa, e lo gettò nel carrello con la medesima grazia mostrata poco prima al fornello.

Sophie si voltò sorpresa e sconvolta verso di lui. «Perché hai messo dentro quello?» chiese delusa e lui non comprese affatto quella reazione.

Era una donna, per di più una principessa viziata, il rosa le sarebbe andato bene, no?

«Odio il rosa» sussurrò lievemente.

No, a quanto pare non le andava bene...

«Quale vorresti, allora?» le chiese, già stanco di tutte quelle moine per un colore del cavolo.

«Quello rosso» si decise finalmente.

Sospirando, Kevin ripose il sacco a pelo rosa sullo scaffale e prese quello di colore rosso. Notò anche che il prezzo di quello era nettamente inferiore e gioì dentro, non aveva più tanti soldi e se prima era difficile mantenere solo se stesso ora che c'era anche la biondina lo era anche di più. Era il colmo che lui, uno squattrinato ex marine, dovesse prendersi cura economicamente di una reale. Scosse il capo brontolando tra sé, attirando l'attenzione di Sophie che lo fissò stranito, fortunatamente però non gli chiese nulla.

Si avviarono verso la cassa e si affrettò a pagare il tutto, ignorando il colpo al cuore che lo colpì quando la cassiera gli lesse il conto, aveva fretta di preparare tutto e immergersi nella quiete della foresta. In verità temeva soltanto di ritrovarsi Leo o addirittura qualche agente dei servizi speciali alle calcagna, aveva promesso di tenere informato il padre della giovane donna ogni giorno ma da quando era tornato in America si era completamente dimenticato di loro anzi; quella mattina aveva addirittura ignorato una chiamata di Leo. Quindi temeva che quell'idiota di un regnante credesse se la fosse svignata chissà dove invece di inseguire sua figlia, cose che non era assolutamente vera, e se non fosse stato un despota idiota tutto quello non sarebbe mai successo.

The ex nerd PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora