Kevin era in ritardo. Constatò, leggendo l'ora sull'orologio che Jane teneva appeso alla parete del salotto. Non era da lui ritardare così tanto visto il suo maniacale amore per il controllo.
E se fosse andato a divertirsi a casa di un'amica o in un locale? Forse era anche per questo che la sera precedente si era allontanato senza dire nulla, non era il suo tipo di donna o ne aveva già una.
Quel pensiero la gettò ancor di più nello sconforto. Non avevano mai parlato delle loro vite sentimentali, non avevano parlato affatto, e di lui non conosceva praticamente niente.
Sophie fissò il sole tramontare dalla finestra del salotto mentre se ne stava seduta sul divano con Jane che le smaltava le unghie dei piedi con un "rosso donnaccia", secondo l'amica. A quando sembrava la parola "donnaccia" era la sua preferita, la ripeteva almeno due volte in una frase.
Si lasciò scappare un sospiro preoccupato e portò le mani in grembo, torturandosi le unghie.
«Smettila di fare così.» La rimproverò l'amica, mettendo da parte lo smalto per fissarla con rimprovero.
«Fare cosa?» chiese, tentando di sembrare innocente e assolutamente ignara ai sospetti di Jane.
«La povera cretina che aspetta l'amante sposato.» La riprese nuovamente.
«Quale amante sposato?» Questa volta non finse, davvero non capiva a cosa si riferisse l'amica. Lei non aveva nessun amante sposato, non ne aveva nemmeno uno nubile!
La ragazza dai capelli rosa si portò una mano al viso. «Era un modo di dire, Sophie, ti stavo dicendo di smetterla di guardare fuori e sospirare perché Kevin è in ritardo.» Le spiegò. «Anzi, meglio così! Possiamo uscire e divertirci!»
Quell'idea le fece gelare il sangue nelle vene, ricordava benissimo la serata passata in quell'orribile discoteca e non ci teneva a ripetere l'esperienza.
«No, non metterò mai più piede in una discoteca» mise in chiaro.
«Ma io non ho detto che andremo lì» le disse, con un'espressione talmente innocente che chiunque, tranne lei, ci sarebbe cascato. «In realtà c'è un pub per single non molto lontano da qui, beviamo qualcosa e magari incontriamo qualcuno di interessante» le suggerì con gli occhi che le brillavano al solo pensiero.
Sophie invece non aveva nessuna voglia di uscire, non le andava di incontrare un altro idiota come Kevin, ne aveva abbastanza. «Non lo so, non mi va molto.»
Jane non prese bene quel rifiuto, si alzò dalla sedia su cui eri seduta e portò le mani ai fianchi fissandola furiosa. «Invece verrai, Sophie, non posso vederti ridotta come una vedova che aspetta la resurrezione del marito. Ti restano solo pochi giorni qui e Kevin non è l'unico uomo sulla terra! Quindi ora ti alzi, vai in camera mia per prepararti e poi usciamo, sono stata chiara?»
Cristallina. Ma Sophie non aveva comunque voglia di uscire, tuttavia si alzò sbuffando e si diresse in camera dell'amica camminando come un pinguino per evitare di rovinarsi lo smalto. «Non indosserò nessun abito rosso, capito?» chiarì prima di scomparire oltre la porta.
«Non ho mai detto che avresti dovuto indossarne uno, mettiti quello che ti pare.» Le gridò dietro.
Quello che mi pare? Un sacchetto dell'immondizia, così nessuno mi si avvicinerebbe! Pensò, solo per deprimersi il secondo dopo a quello stesso pensiero.
Dio, aveva proprio ragione Jane, sembrava una casalinga tradita e depressa che preferiva chiudersi in casa invece di uscire e cambiare aria. Su una cosa l'amica aveva ragione, non poteva rimanere segregata in casa visto i pochi giorni che le restavano e Kevin di certo non meritava la sua tristezza visto come l'aveva trattata la sera precedente.
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The ex nerd Princess
ChickLitIn un classico liceo americano non possono mancare gli atleti, le cheerleader, gli strambi, i nerd e gli invisibili. Ed è esattamente ciò che Sophie è; un misto tra una nerd ed una persona invisibile. Innamorata cotta di Kevin, giocatore della squad...