~Capitolo 18~

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Ho deciso di seguire il consiglio di chiara_0_0 e aggiungere a inizio capitolo un riassunto di quello precedente, soprattutto visti i miei ritardi. Dunque, diamo inizio al riassunto.

Nel capitolo precedente;
Sophie ha rincontrato Connor, lui sembra cambiato e davvero pentito del male che ha causato durante gli anni del liceo. Mentre i due si stanno confrontando davanti al locale, arriva Kevin per nulla contento di trovare i due insieme; qui la nostra protagonista scopre che a causa di Connor Kevin non può più giocare a football e questo spiegherebbe anche il profondo odio che l'uomo prova per l'ex compagno. Lui la trascina a casa, dove litigano. Nel frattempo Jane deve fare i conti con vecchi ricordi e amare colpe che ancora la perseguitano. Uno di questi sembra avere a che fare proprio con Connor, che non l'ha più dimenticata dalla sera del ballo scolastico.

* * *

Tutto è lecito in guerra e in amore.
O almeno questa era la scusa con cui tentava di non provare rimorso o vergogna per ciò che stava facendo.

Lenta, furtiva e silenziosa, Sophie stava tentando di non produrre neanche il più piccolo suono; la sua missione dipendeva dal silenzio assoluto. Con calma, regolando anche il proprio respiro, si avvicinò alla porta di casa e posò la mano sulla maniglia prima di spingerla lentamente verso il basso. Doveva prendere aria, allontanarsi da quella casa e da Kevin, ma sapeva benissimo che lui non gliel'avrebbe permesso se avesse avuto la malsana idea di chiederglielo, quindi l'unica alternativa possibile era la fuga. Era un'esperta in quello.

Tirò un sospiro di sollievo quando riuscì ad aprire di qualche millimetro la porta. Fece un profondo respiro e tentò di ignorare la mano sudata mentre lentamente tirava a sé l'ultima barriera che la separava dalla libertà. Ormai c'era quasi, ce l'aveva fatta...

«Dove stai andando?»

La voce roca e severa di Kevin la fece sobbalzare e si lasciò scappare un leggero gridolino. Chiuse gli occhi e lanciò una muta maledizione a quell'uomo orribile.

«Da nessuna parte» gli rispose calma, tentando di non far trasparire la sua ansia e frustrazione per aver fallito. «Volevo solo prendere un po' d'aria, si soffoca qui dentro.» Continuò a dargli le spalle, aveva paura di incontrare il suo sguardo, ma poté comunque sentire i suoi occhi indagatori su di sé.

«Potevi anche svegliarmi invece di mettere in scena questa pessima imitazione di fuga» la prese in giro. «Mi chiedo come tu sia potuta scappare dal castello senza farti beccare...»

Infuriata, aprì la porta ed uscì di casa a passo veloce. Percorse il vialetto senza voltarsi indietro, ma era certa che lui la stesse seguendo; si sarebbe stupita del contrario. Riuscì a calmarsi solo quando si ritrovò in strada, circondata da altre persone: Kevin non avrebbe potuto trascinarla via con così tante persone a guardare.

«Si può sapere dove credi di andare?» le chiese a qualche passo di distanza da lei.

«Non lo so, il più lontano possibile da te!»

Lo sentì ridacchiare. «Be', allora ti conviene correre più velocemente.»

Mormorò una parolaccia e si guardò intorno per cercare un modo o un luogo dove seminarlo e nascondersi per un po'. La situazione era davvero comica, anni fa avrebbe dato tutto quello che possedeva per essere seguita da lui invece tutti i suoi sogni di ragazzina si erano rivelati degli incubi; non avrebbe mai immaginato che Kevin possedesse quel lato tanto fastidioso, rozzo e insensibile. Tuttavia, l'uomo che le stava alle costole non poteva aver dato il suo biglietto a Carly, per quanto lo ritenesse irritante non gli sembrava il tipo né poteva esserlo stato.

The ex nerd PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora