Connor...
Quel nome la fece tremare, mille ricordi orribili le tornarono alla mentre e tutti avevano come protagonista lui. Connor.
Si ricordò delle prese in giro nei corridoi, delle umiliazioni subite in mensa e gli insetti morti che lui le infilava nell'armadietto o nell'accappatoio durante le ore di educazione fisica. Il suo era stato un inferno in terra, il fallimento che l'aveva riportata a casa dritta con la coda fra le gambe e tutto a causa di quell'uomo, lo stesso che le stava dinanzi eppure talmente diverso.
Si liberò con forza dalla sua presa e gli voltò le spalle per allontanarsi il più possibile, ma l'uomo la trattenne per un polso.
«Aspetta, Sophie!» gridò con un'esigenza quasi disperata, voltandola verso di lui. Lo guardò negli occhi e li trovò pieni di rimpianto e dolore, cosa che la scosse molto. Il suo sguardo sembrava quello di un uomo distrutto dai proprio demoni, dalle proprie scelte sbagliate.
«Cosa vuoi?» trovò il coraggio di chiedergli, anche se la mente le gridava di andarsene e lasciarlo lì.
Però era davvero comico che lui l'avesse subito riconosciuta e Kevin no. Sì, assolutamente comico.
«Io...» iniziò lui, portandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli e rovinando così la sua pettinatura. «Possiamo sederci, per favore?» le chiese supplicante puntando un tavolo accanto a loro.
Sophie sapeva bene che avrebbe dovuto dirgli di no e tornare da Jane, ma il suo corpo agì prima di ogni sua decisione e si ritrovò ad annuire. Si accomodarono al tavolo e restarono in silenzio per un po', lei a torturarsi l'unghia del pollice e lui a fissarla come se vedesse un fantasma.
«Non posso credere che tu sia davvero qui» disse, sorridendole sinceramente.
In otto mesi di scuola non lo aveva mai visto sorridere così, ricordava bene il suo ghigno divertito ogni volta che riusciva ad umiliarla o farla piangere. E poteva ancora sentire la sua risata crudele e divertita, ma mai lo aveva visto sorridere veramente con un'espressione tanto calma e sincera.
«Anch'io non posso credere di averti rivisto» rispose alzando il capo, lei non era più la Sophie indifesa; ora era una donna. «In qualche modo, speravo di non rivederti mai più» sibilò.
Il sorriso di Connor si trasformò in una smorfia amara. «Lo so, so che non ho il diritto di essere seduto con te, ma io... io ti ho pensato molto spesso in questi ultimi anni, Sophie» le confessò, sorprendendola.
Lui? Pensarla? Perché mai?
«Pensarmi?» chiese, dando voce ad uno dei suoi pensieri.
Lo vide annuire e sospirare. «Sì, ho pensato molto a come farmi perdonare per tutto ciò che ti avevo fatto. Tu sei stata quella che ho ferito di più e non c'è stato giorno in questi quattro anni in cui abbia smesso di pensarti o di cercarti per chiederti perdono, ma non ti ho più trovata.» La sua voce... la sua voce era talmente carica di tristezza che, per qualche strana ragione, le si spezzò il cuore. «Ed ora sei qui, davanti a me, e non mi sembra vero.» Sorrise di nuovo, un sorriso così sollevato e grato che si sentì a disagio. Quello non era affatto il Connor dei suoi incubi, no.
«Perché mi hai cercato?» chiese, non sapendo cosa dire o cosa pensare, era tutto così surreale.
«Per chiederti scusa, come ti ho detto. Dopo la fine del liceo sono cambiate molte cose. Sono cambiato io e tutte le azioni che aveva compiuto il vecchio Connor stavano distruggendo quello di adesso» le raccontò con un sorriso amaro e gli occhi accesi dalla vergogna. «Ho cercato di rimediare a tutto ciò che avevo fatto, di chiedere scusa a tutti quelli a cui avevo rovinato la vita, ma tu sei l'unica che non ho più trovato e a cui non sono riuscito a chiedere scusa. Tu e be', Kevin...» sussurrò, ridendo senza divertimento.
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The ex nerd Princess
ChickLitIn un classico liceo americano non possono mancare gli atleti, le cheerleader, gli strambi, i nerd e gli invisibili. Ed è esattamente ciò che Sophie è; un misto tra una nerd ed una persona invisibile. Innamorata cotta di Kevin, giocatore della squad...