~Capitolo 23~

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«Si può sapere che hai?»

Sophie alzò il capo dalla propria tazza di tè e fissò Jane, l'amica si sedette accanto a lei e le pizzicò delicatamente una guancia.

«È tutto il giorno che hai quell'espressione afflitta e tormentata, inizi ad assomigliare al tuo cane da guardia. Dimmi, c'entra lui anche stavolta?»

Annuì, riportando lo sguardo sul tè ormai freddo. «Be', in parte. Ieri ho passato un po' di tempo con Connor, abbiamo parlato di diverse cose, cose che mi hanno lasciata un vuoto dentro e quando sono tornata a casa Kevin si è comportato in modo assurdo e io non so cosa pensare.»

«Cosa ti ha detto di quel finto angioletto?» chiese Jane, Sophie non capì subito a chi si stesse riferendo tra i due, ma quando vide sul suo volto uno sguardo serio e agitato capì che doveva trattarsi di Connor.

«Che Kevin non c'entra nulla con la storia del bigliettino, lui odiava Carly e non le avrebbe mai consegnato quel pezzo di carta. E se ci ripenso adesso, a mente fredda, è ovvio che sia così. Allora chi è stato, Jane? Nessuno era a conoscenza dei miei sentimenti verso di lui, e poi...» s'interruppe, non riusciva ancora a metabolizzare ciò che l'ex marine le aveva confidato la sera precedente. Sarebbe stato bello potersi gettare tra le sue braccia e vivere un breve atto di felicità, ma sarebbe stato solo quello. Per Kevin provava tante cose, irritazione per il modo da uomo delle caverne che aveva di approcciarsi a lei, gratitudine per aver accettato di farle passare qualche giorno in più in quel luogo in modo da poter fare alcune delle cose che non aveva mai fatto in vita sua.

Eppure, se pensava a lui in termini sentimentali... Certo, era un uomo bellissimo, ma poteva davvero sopravvivere ai demoni che lui non era disposto a lasciare andare? No, ovviamente no. Lui non si concedeva di vivere, non perdonava e non lasciava andare via i suoi rancori anzi, li teneva ben stretti, e lei non era così stupida da credere di poterlo aiutare solo con la forza del suo amore. Un amore che era solo una brace di quello che aveva provato da adolescente, fino a quel momento aveva odiato e amato un ragazzino acerbo che se ne stava sulle sue, eppure ti sorrideva quando ti incrociava per i corridoi. L'adulto che era adesso avrebbe lanciato occhiate di fuoco facendoti bagnare le mutandine dalla paura. Quindi poteva affermare con certezza di non amare l'uomo che era diventato, certo ne era attratta ma quello era ovvio, solo una cieca non si sarebbe sciolta un po' guardandolo. Cosa doveva fare?

«Ehi? Ci sei?» Jane batté l'indice sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione.

«Scusami, mi ero persa in alcuni pensieri...»

«Sì, lo avevo notato. Allora? Ti sei fermata, stavi per dire altro... o forse no?» L'amica le tolse la tazza di tè dalle mani e la posò sul tavolino che avevano di fronte.

«Cosa stavo dicendo?» chiese confusa, aveva formulato così tanti pensieri in poco tempo che non si ricordava più da quale era partita.

«Niente, hai solo detto "e poi..." prima di cadere in trance.»

«Oh, certo. Be', Kevin mi ha confessato di essere stato innamorato di me ai tempi del liceo, di provare ancora qualcosa e di volerci provare.»

Jane rimase imbambolata per un po', la fissava come se avesse davanti un unicorno che le recitava l'alfabeto ruttando.

«Fammi capire bene... Lui ti ha detto che vuole provare ad avere una relazione con te?»

«Sì, in sostanza credo sia così. Però, Jane, io non conosco quest'uomo, lavora per mio padre e ha un compito che non mi sento di togliergli. Hai visto la sua casa? È una catapecchia che per miracolo sta in piedi e sono convinta che la sua paga sia molto buona, altrimenti uno come lui non avrebbe mai accettato un lavoro come questo.»

The ex nerd PrincessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora