CAPITOLO 5

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Dopo neanche un quarto d’ora, mentre stavo dando il resto ad una cliente, Gioisy si avvicinò sussurrandomi.
-il ragazzo al tavolo tre chiede se puoi servirlo!-
Puntai uno sguardo curioso su Gioisy, per poi cercare il tavolo del ragazzo, senza farmi notare.
-sono occupato adesso, non puoi pensarci Tu?-
Nel mentre che parlavo la cliente aveva preso il resto, e se ne era andata mettendo cinque dollari nel barattolo delle mance.
Lo presi ed inizia a contare i soldi.
-ma piccolo Elijah, ha chiesto proprio di te!-
Le rivolsi nuovamente lo sguardo,  riponendo i soldi nel barattolo.
-va bene vado!-
Gioisy parve scoppiare dalla gioia, prendendo il mio posto alla cassa.
Mi avviai verso il tavolo del diretto interessato, con il solito block-notes e la matita in mano.
-Salve!-
Dissi in tono cordiale.
-Mi è stato riferito che lei mi cercava, posso aiutarla in qualche modo?-
Chiesi prendendo frettolosamente in mano post-it e matita.
-gradirei cinque minuti del suo tempo, se non le è di troppo disturbo!-
Chiese abbastanza nervoso, ma mantenendo un atteggiamento serio.
La richiesta mi incuriosì non poco, ma non potevo fermarmi a parlare con un cliente durante il lavoro.
-Non mi disturberebbe affatto, ma non so se posso-
Mi voltai verso Gioisy la quale mi stava osservando e mi fece un occhiolino di incoraggiamento, facendomi scappare una risata.
Ricordava una di quelle vecchiette attempate delle serie TV.
-direi che cinque minuti posso concederglieli-
Sorrisi per poi sedermi al tavolo, aggiustandomi la divisa.
Il ragazzo ne parve molto contento.
Gli diedi una rapida occhiata.
Non sembrava un cattivo soggetto.
Aveva dei capelli biondi raccolti all’indietro e gli occhi verde chiaro delineati da una pallida carnagione.
Un fisico all’apparenza gracile ma messo in risalto da una maglia blu aderente ed un pantaloncino rosso.
Al polso destro portava un braccialetto verde di pelle.
-volevo cominciare, con il chiederle scusa per i discorsi di mio fratello Thomas- disse con aria dispiaciuta.
Lo guardai non riuscendo a comprenderlo.
-mi scusi, ma chi sarebbe, Thomas?-
Si guardò il braccialetto, quasi gli avessi posto una domanda imbarazzante, e cercasse di evitare il discorso.
-il ragazzo dai capelli neri che poco fa le ha dato fastidio-
Nelle sue parole c’era una cordialità quasi eccessiva, ma mi faceva piacere.
-ho sentito ciò che le ha detto e la ammiro molto per come gli ha saputo tenere testa-
Rimasi colpito dalle sue affermazioni, cercando di immaginarmi un qualche legame di parentela, tra il ragazzo di poco fa e quello che ho difronte ora.
-detto questo, volevo chiederle se le interessava prendere un caffè con me-
La sua voce sembrava tremare alla richiesta ed io rimasi imbarazzato.
-come mai questa domanda, se posso chiederglielo?-
-vorrei conoscerla tutto qui. Lei ha sembra avere ciò che mi piace in un ragazzo-
Sgranai gli occhi.
Stava cercando di farmi capire che provava interesse nei miei confronti?!
Non potevo saperlo, era pur sempre uno sconosciuto.
-Come fa a dirlo se ci parliamo da neanche cinque minuti?-
Lui mi guardò imbarazzato, sembrava volesse nascondersi nella maglia.
-Come ho detto prima, mi ha affascinato il suo modo di fare ed ho pensato di invitarla a prendere un caffè! Ovviamente lei non è costretto ad accettare-
Concluse con aria delusa guardando il tavolo.
Arrossii per le sue parole.
Sembrava un ragazzo molto dolce e pensai che non ci fosse niente di male, se ci saremmo incontrati.
Acconsentì e gli lasciai il numero di telefono.
-La ringrazio molto!-
Lo interruppi.
-puoi darmi del tu se vuoi!-
Sorrisi e lui si imbarazzò leggermente.
-si certo scusami Elijha-
Le sue guance divennero leggermente rosse e molto probabilmente anche le mie.
Gli lasciai un post-it con il mio numero e tornai a lavoro.
Il ragazzo intanto era andato via. Senza ordinare niente.
Alla postazione di cassiere era tornato il collega di prima, mentre Gioisy sembrava scomparsa.

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