CAPITOLO 19

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-Ma guarda un po'chi è tornato dal regno dello stato di incoscienza!-
Una voce profonda iniziò a sbeffeggiarmi alle spalle, insieme a qualche risatina stridula di sottofondo.
Comprendendo subito chi fosse sbuffai, e scocciato, posai la lattina di birra ancora piena per terra per poi voltarmi piano.
-Non pensavamo tu fossi ancora vivo, come stai? Ci hai fatto preoccupare così tanto-
Mise un espressione triste in volto con tanto di finto labbruccio, e mano sul petto.
Sorrisi leggermente divertito da quella scena palesemente falsa.
-Fratello di Richard, causa del mio stato di incoscienza!-
Asserii alzandomi dalla sedia lentamente, e fingendo dispiacere come faceva lui.
-Mi duole scoprirti tanto preoccupato per le mie condizioni, da scoparti la prima disperata che hai trovato-
Conclusi riferendomi alla rossa dietro di lui, che arrossì imbarazzata.
Il ragazzo dagli occhi azzurri però, come le altre volte, invece di innervosirsi rise, così come stava facendo Ania e qualche ragazzo che si era messo ad ascoltare nei dintorni.
-Chi lei?!-
Indicò la ragazza alle sue spalle, ed io annuii confermando.
-non è nessuno per me, infatti…-
La fece girare e la spinse via con forza, facendole perdere l’equilibrio e cadere a terra.
Stupito dalla sua reazione, sgranai gli occhi un attimo e quando la ragazza si girò verso  Thomas con aria stupefatta, lui neanche la guardava.
Il suo sguardo di sfida era puntato su di me, ed il mio nel suo.
-Io sono fedele ad una sola donna, che al momento non è qui-
Disse aprendo le braccia a mostrarmi la zona circostante ma continuando a fissarsi sorridendo.
Si avvicinò poi lentamente, leccandosi le labbra e sorridendo malizioso.
Quando mi fu abbastanza vicino sussurrò in modo che lo sentissi solo io.
-Non iniziare questo gioco Elijah, è una partita persa in partenza-
Le sue parole rapide e dure mi fecero rabbrividire.
Cercai di riprendermi in fretta spostandomi quanto bastava da guardalo negli occhi, ma ora il suo sguardo era serio quasi preoccupato, come qualche sera fa nel locale poco prima che perdessi conoscenza.
-Cosa succede qui?-
La voce di Richard alle mie spalle, mi fece spaventare maggiormente e voltare di scatto.
Thomas, con un movimento rapido prese le distanze da me e sorridendo, rispose alla domanda di Richard.
-Fratello caro, che piacere avere qui te e la tua principessa-
Quel nomignolo…mi bastò sentirlo per farmi ribollire dalla rabbia. Era un chiaro riferimento alla mia omosessualità, e sapevo che sarebbe bastato poco, per farmi perdere le staffe.
-Pensavo avessi detto che non sarebbe venuto Tania…-
A Richard sembrò non importare affatto del trattamento di Thomas nei miei confronti, facendomi credere fosse ancora arrabbiato per prima.
-Lo so ma…insomma, è tuo fratello-
La ragazza si avvicinò pericolosamente al collo di Richard, il quale la scansò in malo modo.
-fratellastro vorrai dire. Comunque sia, l’importante è che si diverta lontano dal mio ragazzo-
Quell’affermazione mi sconvolse letteralmente, tanto che indietreggiai di un passo e presi un grande respiro.
Nonostante mi facesse piacere sapere che lui mi dava già tanta importanza e che inoltre, forse non era più arrabbiato con me, pensai che fosse ancora troppo presto per instaurare già una relazione, dato che erano passati pochi giorni dal nostro primo incontro alla tavola calda.
-Il tuo ragazzo?!-
Ripeté Thomas, e per un attimo mi sembrò di vedere un minimo di stupore sul suo viso.
Ma poi mise due dita sulla fronte, piegò il capo ed iniziò a... ridere.
Non comprendevo affatto la sua reazione, e quella risata continua in quel silenzio, ormai divenuto imbarazzante, stava diventando irritante.
Mi guardai intorno e vidi espressioni di imbarazzo su tutti coloro che ci stavano guardando, Ania compresa.
Ormai non riuscivo a reggere più la rabbia.
-Cosa c'è di tanto divertente da farti ridere?!-
La risata cominciò ad affievolirsi sempre più fino a scomparire.
-In effetti un motivo in particolare non c'è, semplicemente…trovo mio fratello esilarante!-
Come finì di parlare diede le spalle e se ne andò, insieme a qualche altro ragazzo vicino a lui.
Per quanto trovassi sciocca e banale la sua scusa, il mio primo pensiero era diretto a Richard che ora, immobile come fosse di pietra, stava ancora in piedi senza proferire parola.
Mi avvicinai lentamente, con la speranza che la mia presenza non lo facesse alterare ancora di più. Quando fui a pochi passi da lui e non ricevendo alcun segnale da parte sua gli afferrai la mano, che notai fosse fredda e rigida, come se avesse i nervi in tensione.
-Richard stai bene…? Vuoi che ce ne andiamo…-
-Credo sia meglio-
La sua voce ruppe il silenzio che si era creato fra di noi e per lo spavento mollai la presa.
-Tania avvicinati, mi serve un favore...-
Disse ora in tono calmo.
La ragazza dai capelli verdi non se lo fece ripetere due volte e, anche se barcollante, riuscì ad avvicinarsi a Richard quanto bastava da poter parlare senza che li sentissi.
Tania, ancora stordita dall’alcol sembrò recepire il messaggio, avviandosi poi verso una destinazione a me ignota.
Richard si voltò, con in faccia un sorriso quasi angelico, e si avvicinò a me.
-Mi dispiace Elijah, ma sarà meglio rimandare la nostra uscita ad un altro momento. Tu mi capisci, vero?-
Un po' confuso dalla strana situazione che si era creata, pensai anche io fosse la scelta migliore, ed acconsentii.
-Bene, lascia che ti accompagni a casa ora-
I pensieri sparirono nel momento in cui mi afferrò la mano, e mi trascinò con se per la strada di ritorno.
Prima di andarmene però, mi voltai giusto il tempo di salutare con un cenno della mano Ania, che mi stava ancora guardando e contraccambiò con aggiunta di un sorriso.

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