Un forte e discontinuo ronzio sotto il mio ventre, mi fece svegliare.
Stropicciandomi gli occhi mi alzai con calma e sbadigliando presi il telefono che continuava a vibrare sul divano.
Vidi che era una chiamata e risposi senza controllare chi fosse.
-pronto?-
Dissi ancora mezzo addormentato, e grattandomi la testa.
-Elijah sono Richard, volevo informarti che sto per arrivare quindi puoi già cominciare a scendere-
Le parole di Richard risuonarono nella mia testa più volte prima di elaborare e capire cosa avesse detto.
Sgranai gli occhi e guardai l’ora che mostrava il telefono.
Cinque minuti alle cinque ed io dovevo ancora vestirmi e prepararmi.
Buttai giù la chiamata, lanciai il telefono sul divano e corsi a prendere il completo che mi ero preparato.
Per la prima volta nella mia vita riuscii a vestirmi in circa dieci minuti.
Uscito dall'appartamento corsi per le scale e mi fiondai fuori dal palazzo.
Vidi la macchina di Richard con il biondo alla guida a pochi metri dal portone.
La raggiunsi ed entrai rapido.
-Scusa il ritardo, non era mia intenzione farti aspettare ma ho avuto un problema con...la doccia-
Infilai la cintura di sicurezza, mi sistemai specchiandomi nel finestrino e soddisfatto del operato mi rilassai sul sedile.
Dopo pochi secondi però mi accorsi che la macchina era ancora ferma.
Voltandomi verso Richard incuriosito, vidi sul suo viso un espressione arrabbiata, quasi infastidita.
-c’è qualcosa che non va?!-
Domandai preoccupato, senza staccare gli occhi dal biondo.
In risposta prese un grande respiro e cominciò a parlare senza guardarmi.
-Non mi è piaciuto il modo in cui ti sei comportato a telefono-
Si fermò un attimo, che io sfruttai per cercare di capire di cosa parlasse.
-Io ti ho chiamato per informarti che sarei arrivato a breve e tu mi attacchi in faccia senza nemmeno rispondere Elijha?!-
Per un attimo mi venne da ridere convinto stesse scherzando, ma quando vidi l’espressione immutabile sul suo volto compresi facesse sul serio.
-spero per te non riaccada più-
Detto ciò mise in moto ed incominciò a guidare verso una meta a me ignota, mentre io ancora stupito dalla sua reazione, spostai lentamente lo sguardo verso la strada.
Il secondo appuntamento era partito davvero male, ma sarei riuscito a rimediare in un modo, anche se di idee non ne avevo.
In un quarto d'ora arrivammo dinanzi ad un grande parco.
Richard uscì dal auto rapido ed io lo seguii senza parlare.
Anche se trovavo assurda la situazione che si era creata tra di noi, doveva sembrare diversa vista dal suo punto di vista.
Senza rendermene conto eravamo giunti su di un grande prato pieno di coppiette prossime a baciarsi o che lo stavano già facendo, famiglie numerose che concludevano svariati picnic e bambini che giocavano urlando e correndo ovunque, come cani in preda all’euforia.
Nuovamente uno sguardo curioso si posò su Richard il quale, ricambiando solo per un attimo, continuò a camminare.
Ad un tratto però, con movimenti rapidi, lo ritrovai al mio fianco a tenermi salda la mano nel mentre che fissava un gruppo di ragazzi che festeggiavano.
Una folta chioma verde mi fece distrarre e quando la riconobbi, la proprietaria si voltò ed iniziò ad urlare, con tono tanto acuto da farmi fischiare i timpani.
-Richaaaaaard! O mio dio sei qui!-
Il biondo non rispose stringendomi ancora di più la mano.
La ragazza, che se non sbaglio si chiamava Tania, iniziò a salutare con la mano insistentemente finché non fummo molto vicini, ed approfittando della breve distanza si avvicinò a Richard euforica.
Lasciai la mano del ragazzo che mi guardò male, poco prima di iniziare a parlare con Tania, che capii fosse davvero sbronza nonostante fosse pomeriggio.
Nel tentativo di sviare lo sguardo osservai il gruppetto che stava vicino a noi, sotto di un grande albero di quercia.
Riconobbi subito Ania la sorella di Tania, che non sembrava avesse bevuto molto visto che riuscì a farmi un gesto con la mano per salutarmi, che io contraccambiai.
Dietro Ania si trovava il suo ragazzo tutto muscoli, che per me rimaneva ancora senza nome, sorseggiando birra e chiacchierando con persone che non conoscevo.
Per qualche motivo a me ignoto però, continuavo a cercare una persona dagli occhi azzurri e la battuta facile, ed al contempo speravo di non riuscire a trovarla.
Vidi Thomas appoggiato all'albero di spalle e delle mani spuntargli dalla schiena.
Feci qualche passo di lato curioso di scoprire chi fosse, rimanendo stupito nel vederlo baciarsi senza pudore con un avvenente ragazza dai capelli rossi boccolosi, corpo sottile ed abiti in pelle corti color nero notte.
Le braccia di lei andavano a nascondersi dentro il lungo giubbino verde acido del ragazzo, che arrivava a coprire anche gli stretti pantaloni azzurri che portava.
Allo stesso modo le braccia di Thomas avvolgevano la piccola vita della ragazza, e le forti mani stringevano i fianchi sottili.
Gli stava attaccata come una ventosa, senza dargli un attimo di tregua.
Disgustato da quella scena mi diressi verso Ania a passo svelto, che ora si era seduta su di una sedia di plastica bianca.
La salutai nuovamente con garbo.
Lei dopo aver contraccambiato prese una sedia simile alla sua, la trascinò vicino a se e vi battè ripetutamente la mano per farmi sedere. Ringraziai e mi adagiai sullo schienale della sedia.
-Ti chiami Elijah vero?-
Chiese calma e con tono adatto ad una conversazione, non urlando come l’ultima volta che ci siamo parlati.
-Esattamente! Tu sei Ania giusto?-
La sottoscritta annuì sorridente, e poi mi passò una birra da un contenitore per il ghiaccio blu, vicino ai suoi piedi.
-Ne prendo solamente un sorso, non voglio rischiare di perdere i sensi come l’ultima volta-
La mia intenzione di mettere l’argomento sul ridere, sembrò invece incupirla parecchio.
-però adesso sto bene come puoi vedere, quindi non c’è bisogno di preoccuparsi-
Aggiunsi nel tentativo di rallegrarla.
Lei si voltò e sorridette.
-Non sembri così antipatico dopo tutto, la botta alla testa ti ha fatto bene a quanto pare-
Sghignazzò es io ridi insieme a lei.
-Beh anche tu da sobria sembri una persona migliore-
Affermati ridendo e lei annuì.
-pensa che questa è ancora la prima lattina!-
Affermò soddisfatta, prese un sorso e poi la mise fra le gambe.
-Stai cercando di smettere o roba simile?-
Domando incuriosito.
-No no affatto, sono arrivata da poco tutto qui, anche se l’idea di smettere di bere dopo tutto non sarebbe male-
Osservandola attentamente, pensai che in fondo non era male, dovevo averla giudicata troppo in fretta la prima volta al Gioisy's.
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E&T
RomanceLa storia parla di Elijah Jackson Moon, ragazzo di Miami gay da poco trasferitosi nel distretto di New York a Manhattan. Qui cerca di cominciare una nuova vita, tentando di dimenticare tutti gli affetti ed i problemi lasciatosi alle spalle. Trova la...