CAPITOLO 6

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Il resto del turno procedette tranquillo, tra svariate ordinazioni, tavoli da pulire e clienti con delle mance scarse.
Alle 20:30 Gioisy uscì dal solito ufficio in cui si rintanava, per annunciare, come ogni giorno, la fine del turno.
Mi cambiai in fretta uscendo dal locale, impaziente di farmi una doccia e di togliermi l'orrendo odore di sudore, che avevo addosso da qualche ora.
Presi il telefono che avevo lasciato nei miei vestiti all'inizio del turno e rimasi sorpreso nel vedere, insieme ad un messaggio di Silvý, anche quello di un numero sconosciuto.
- scusami questo è il tuo numero?-
Pensai subito a quale idiota potesse scrivere un messaggio del genere, senza alcun senso apparente.
-dipende chi stai cercando, e poi tu chi sei?-
La risposta non tardò ad arrivare
-scusa hai ragione sono stato un coglione...Sono Richard, il ragazzo di oggi ha cui hai dato cinque minuti del tu tempo-
Mi soffermai un attimo a riflettere, per poi ricordarmi del numero che avevo scritto sul bigliettino al fratello dello STRONZO.
Ci avevo perso una buona mezz'ora, senza sapere neanche il suo nome.
Fui interrotto da un nuovo messaggio
-ti ricordi di me?-
Lo lessi rendendomi conto di non avergli risposto
-si sì scusami. Certo che mi ricordo-
Lasciai in sospeso la frase non sapendo cos'altro scrivere.
Alzai la testa, proprio mentre finii addosso ad una donna sovrappeso molto sudata.
Indossava una larga tuta rosa ed azzurro, una fascia a reggerle i capelli giallognola e delle cuffie che si tolse dalle orecchie.
-scusami non ti avevo visto ragazzo-
Disse cercando di non alitarmi in faccia per l'evidente fiatone.
-ma si figuri, ero io distratto dal cellulare-
Lo alzai come a farglielo vedere, notando un nuovo messaggio.
-mi fa piacere, beh ecco. Volevo sapere, sempre se non sei occupato, se ti andrebbe di prenderci un caffè insieme?-
Rimasi colpito da quella domanda.
Ero piuttosto esausto e lui ci stava chiaramente provando con me, ma non me la sentivo di dargli buca nonostante l'avessi visto qualche ora prima.
La donna in tuta, che non aveva smesso di fissarmi un attimo, mi guardò preoccupata.
-ragazzo sei sicuro di stare bene?-
La guardai distogliendo lo sguardo dallo schermo.
-come? o si sì, non si preoccupi!-
Le rivolsi un sorriso per rassicurarla e poi la salutai con un cenno della testa ritornando alla chatt.
-va bene dove vuoi che ci incontriamo?-
Chiesi dopo una lunga riflessione.
Anche stavolta fece in fretta a rispondermi.
-che ne dici del bar di oggi?-
Alzai gli occhi al cielo, ripensando di dover rifare la strada per il Gioisy's.
Risposi con un semplice ok, voltandomi per tornare alla tavola calda.
Dalla vetrata riuscì a scorgere una chioma bionda rivolta verso una cameriera che di lì a poco aveva chiesto qualcosa a Richard, il quale però sembrò mandarla via priva di ordinazione.
Entrai, ed un forte odore dì bacon e pane tostato, a cui non avevo mai fatto caso, mi invase le narici.
Forse questo posto ha un odore solo per i clienti.
Pensai dandomi una ragione.
In quel momento vidi una mano sventolare tra i tavoli del Gioisy's, come da bambini, quando si vuole far notare ai propri genitori quanto si è bravi ad andare in bici.
Mi diressi verso la direzione da cui spuntava la mano, sedendomi davanti ad un affascinate quanto timido Richard.
-ciao-
Mi salutò balbettante, mostrandomi dei grandi occhi verdi che sembravano risplendere.
Di rimando lo salutai con un caldo sorriso.
-stai molto bene, vestito così-
Lo guardai imbarazzato, divenendo rosso in viso.
-grazie! È la prima cosa che ho indossato uscito da qui-
Risi leggermente e lui fece lo stesso.
-quindi, ti chiami Richard vero?-
Il ragazzo arrossì lievemente, il capo chino per cercare di nasconderlo e la mano ad aggiustare la folta chioma.

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