CAPITOLO 17

16 2 0
                                    

Infreddolito e con scarpe e pantaloni bagnati, arrivai alla porta di casa dove, prima di aprire la serratura, notai fosse appeso un bigliettino.
Lo presi ed entrai nell’appartamento, accendendo il riscaldamento dal termostato accanto ai fornelli.
Aprii il foglietto di carta gialla ripiegato, al cui interno vi era un piccola lettera in stampatello R, ed un orario 11:30.
Pensai subito a Richard.
Presi il telefono, cercai il numero e dopo pochi squilli rispose.
-Pronto?-
La voce bassa ed impastata dal sonno mi fece capire stesse dormendo, e non potei fare a meno di immaginarmelo con tutti i capelli arruffati, gli occhi stanchi ed un aria ancora sognate in viso.
-Richard sono io Elijah-
Sembrò cercare di riprendersi schiarendo la voce.
-Elijah ciao! Non mi aspettavo una chiamata, come stai?-
Il suo tono passò dal contento al preoccupato in un attimo, sapevo si riferisse a ciò che era accaduto la sera prima.
-meglio grazie, ma non ti avevo chiamato per questo. Ho notato il biglietto sulla porta, volevo chiederti scusa se non mi hai trovato in casa-
-quale biglietto scusa?-
Sembrava non sapesse di cosa parlassi così cercai di rinfrescargli la memoria.
-Il biglietto sulla porta di casa mia. È giallo e piccolo, non l'hai scritto tu?-
Ci mise un po' a rispondere, ed anche in tono un po' confuso.
-Ma si certo…il biglietto…ora ricordo, perdonami ma sono sveglio da poco-
- non preoccuparti anzi, scusami tu per averti svegliato…-
Lasciai per un momento la frase in sospeso, non sapendo se continuare il discorso.
Cercai di scacciare la paura e la vergogna per quello che era successo la sera prima.
-e scusami anche per la scorsa notte-
Il risultato fu una voce strozzata dal imbarazzo, ma per fortuna riprese subito a parlare, evitando rapido il discorso.
-figurati, capisco tu stia ancora male, ma spero che accetterai un mio invito a fare un giro in centro. Sempre se te la senti-
In quel momento ero sicuro che le mie guance andassero a fuoco.
Mi diressi a passo svelto in cucina per prendere un bicchiere d'acqua, che mandai giù in un fiato.
-Ma si certo che mi farebbe piacere!-
Per un attimo mi balenò nella mente l’idea di parlare a Richard di ciò che era successo in biblioteca, ma scacciai subito il pensiero.
Ne avremmo parlato faccia a faccia.
-Sembri molto euforico oggi!-
Notò Richard.
Sapevo di aver messo troppa enfasi nel parlare, ma l’idea di avere un secondo appuntamento e rimediare al tragico finale del primo mi sollevò.
In fin dei conti era solo una appuntamento.
-bene allora passo per le cinque, spero di trovarti pronto-
Nonostante non fosse neanche ora di pranzo, corsi verso l’armadio per assicurarmi di avere qualcosa di bello da mettere.
-ok va bene a dopo allora-
Frugavo tra i vestiti nell'armadio, trovando solo felpe larghe, jeans e qualche vecchia camicia che usavo per il lavoro.
La chiamata si interruppe, posai il cellulare sul letto e misi le mani nei capelli non sapendo cosa indossare.
Non mi potevo permettere di comprare abiti nuovi, come non potevo permettermi di uscire ad un secondo appuntamento con addosso una semplice felpa.
Nel mentre che cercavo un idea, vidi in un angolo del guardaroba, una camicia ripiegata dentro una busta di plastica trasparente sottovuoto.
La presi lentamente riconoscendola subito.
Era la camicia preferita di mio fratello Markus, color blu notte.
Aprii l’involucro con cautela, sfilai la camicia, ed un forte odore di profumo  mi invase le narici.
La afferrai saldamente ,aprendola mentre vecchi e dolorosi ricordi riaffioravano nella mente, così come un grande senso di malinconia.
Cercai di distrarmi, osservandola per controllare andasse bene.
Sarebbe bastata una stirata per farla tornare come nuova.
Per i pantaloni invece pensai ad un paio nero che non mettevo da tempo, mentre le scarpe di un colore tendente al grigio non troppo consumate.
Sistemai tutto sul letto e preparai qualcosa di leggero da mangiare, dato che l’emozione mi avrebbe impedito di mandare giù anche solo della carne.
In meno di mezz’ora il pranzo fu pronto, anche se non all’altezza della cena deliziosa di Richard.
Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti mi buttai sul divano ed in poco, senza accorgermene, caddi in un sonno profondo.

E&TDove le storie prendono vita. Scoprilo ora