CAPITOLO 7

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Cercai di metterlo a suo agio ,anche se sembrava in soggezione alla mia presenza.
Volevo essere amichevole, ma ero palesemente stanco, e lui non sembrava collaborare.
-mi dispiace averti fatto tornare qui, ad ora tarda-
Sembrava un cucciolo bastonato, volevo fargli capire che per me non era un grande problema.
-tranquillo, vivo qui vicino non ho dovuto fare tanta strada-
-questo lo so!-
Disse guardandomi in volto.
Assottigliai lo sguardo all'affermazione, ma non feci domande.
-forse ho sbagliato ad essere tanto diretto ,devo averti dato una brutta impressione-
Tentò di alzarsi ed io mi sporsi rapidamente a dargli la mano, facendo cadere il sale dal tavolo, ma riuscendo a prenderlo in tempo, prima che si frantumasse al suolo.
-no ti prego resta, trovo piacevole la tua compagnia!-
Sorrisi affinché si tranquillizzasse, il che funzionò vedendolo sedersi composto.
Guardò la mia mano che teneva ancora stretta la saliera.
-Diamine che riflessi!-
Rise di gusto, guardando poi la smorfia formatasi sulla mia faccia.
-grazie mille! Comunque io sono Elijah tanto piacere!-
- questo lo so, oggi indossavi il cartellino ricordi?!-
Stava chiaramente facendo riferimento a ciò che era accaduto con il fratello.
Improvvisai una risata isterica, non volevo pensasse che fossi una persona sgarbata.
Giunse una cameriera a prendere le ordinazioni, spezzando per mia fostuna, quella sorta di imbarazzo che si era creato nell'aria, quasi fosse tangibile.
Alzai il capo e riconobbi il viso di Silvý, che mi guardava curiosa facendo segno verso Richard, ed io di rimando la guardai, facendole capire che dopo ne avremmo parlato.
Alla fine ordinai dei pancakes, curioso di capire quale entusiasmo aveva portato il ragazzo dagli occhi azzurri a causarne un putiferio ,approfittando anche della presenza di Silvý in cucina. Richard invece ordinó un cappuccino ed una brioche, nonostante fossero le nove di sera.
Mentre mangiavo i pancakes che mi fecero dare ragione al ragazzo di oggi, notai il luminoso sguardo di Richard posarsi prima sulle mie labbra, poi sui di me e nuovamente sulle labbra.
-sei molto bello sai-
Disse quasi in un sussurro.
In risposta, un pezzo di pancakes mi finì di traverso per lo stupore.
Presi un bicchiere d'acqua e lo bevetti in un volta
-davvero?-
Stavo ridendo, tossendo e balbettando contemporaneamente.
Lui annuì semplicemente, per poi dirigere il suo sguardo verso il mio.
-ti va se, non so, un giorno di questi, uscissimo insieme?-
Lo guardai incuriosito.
Tutta l'insicurezza che dimostrava all'inizio, avesse fatto posto ad un suo lato più sicuro ed amichevole.
Non mi diede l'impressione di uno che cercava la botta e via, e probabilmente era serio prima, quando mi ha detto quel piacevole complimento.
-si certo perché no?!-
Sorrisi sincero, per poi continuare a mangiare.
-bene, fra due giorni c'è una festa, ti passo a prendere per le 19?-
Pensai che fosse un po' presto come prima uscita, lo conoscevo da sole poche ore, e l'unica cosa che ricordavo di lui era il nome, ma l'idea di staccare per una volta, dalla solita routine mi fece riflettere, ed accettai.
Mi sorrise alzandosi in piedi e mostrandosi in tutta la sua seducente altezza. Lo ammirai per un po’ e poi feci lo stesso.
Forse era presto ma avevo voglia di ricominciare ad uscire con qualcuno, e Richard sembrava quello giusto.
-ok allora a domani-
Mi salutò con un cenno della mano ed io feci lo stesso.
Lo vidi dirigersi verso la cassa, indicare, e poi pagare il conto.
Non appena uscì, vidi Silvý avvicinarsi.
-non c'è bisogno che mi racconti ho già sentito tutto-
Si sedette con nonchalanz  sulla sedia dove prima vi era Richard.
Si appoggiò sul gomito del braccio destro, scuotendo i lunghi capelli con la mano dello stesso. Mi guadó con la coda dell'occhio come se si fosse ricordata della mia presenza.
-dato che oggi mi hai coperta, credo che potrei fare a cambio con te di turno-
Sgranai gli occhi, ricordandomi del turno serale che mi spettava l'indomani. Sembrò notarlo, mi poggiò la sua esile mano sul braccio come per rassicurarmi.
-tranquillo ti devo questo favore, lo faccio con piacere-
La guardai stupito, rivolgendole un caloroso sorriso.
-grazie-
Lei contraccambiò alzandosi dal tavolo e sistemandosi più che poté il grembiule della divisa, ormai mezzo spiegazzato, e se ne andò com'era arrivata.
Guardai l'ora sul display che segnava quasi le 22.
Mi alzai dal tavolo salutando Silvý, ed uscì già euforico per l'indomani.
Passeggiai lentamente scalciando qualche sassolino, ed ammirando le verdi foglie degli alberi che davano sul fiume.
La delusione del giorno prima non aveva più peso, avevo altri pensieri per la testa.
Arrivato al portone del mio palazzo e salite le scale entrai nel mio appartamento, immaginando cosa avrei preparato con quel poco che avevo nel frigo ed in dispensa.
Sarei dovuto andare nel pomeriggio a fare la spesa, ma dopo il lavoro ed il “caffè” con Richard si era fatto troppo tardi ,ed i negozi ormai erano chiusi.
Dopo aver perso almeno un ora cercando qualcosa da mangiare, decisi di chiamare una pizzeria a domicilio ordinando due margherite.
A fine cena buttai dove mi capitò i cartoni della pizza e, lanciati nel cesto dei panni sporchi i vestiti, mi stravaccai sul letto cadendo subito in un profondo sonno.

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