<< Louis ma come ti salta in mente di aggredire verbalmente in quel modo la tua psicologa?! >> mi urla contro Lottie appena chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle, allento la presa dalle mie scarpe facendole cadere sul freddo pavimento provocando un tonfo, Harry è sulla soglia della cucina, ci osserva in silenzio, il peso del corpo sullo stipite della porta << io non ho aggredito nessuno! E poi come fai a saperlo?! >> inizio ad agitarmi avvicinandomi a lei << mi ha chiamata appena sei scappato dal suo studio! Sì, ha detto che la stavi anche per molestarla fisicamente Louis! >> dice esasperata << ma io non mi sono neanche avvicinato a quella stronza! >> controbatto << Ha anche detto che hai reagito così da solo, neanche avevate iniziato la seduta! >> continua a dire Lottie, tutto ciò è ridicolo << Ma non è vero! Avevamo iniziato, io ho reagito così quando mi ha chiesto della mamma! >> mi avvicino ulteriormente a lei prendendo le sue mani nelle mie << Cazzo, Lottie credimi.. >> le dico, gli occhi languidi << Come posso fidarmi di qualcuno che ormai non riconosco più..? >> lascia bruscamente le mie mani dirigendosi al piano superiore mentre trattiene nella gola dei singhiozzi per il pianto che la sta invadendo, resto immobile, chi sono io? Sono Louis Tomlinson o un ragazzo problematico? Probabilmente sono una di quelle persone che è un peso per gli altri, che rovina la vita a tutti, mi guardo allo specchio e non so riconoscermi neanche io, ma il problema è un altro, mi piace non sapere chi sono realmente, è una sensazione così appagante, tutti cercano di identificarsi in qualcuno, di capire chi sono realmente, ma in realtà non conoscere se stessi rende la vita molto più divertente, ogni reazione che si ha riesce a sorprendere anche te stesso, lasciandoti per qualche istante stupefatto da quel che è stato appena fatto o detto, nella vita non conta sapere chi si è, ma sapere che posto si ha, eppure io non so neanche questo, e tutto ciò mi fa sentire tremendamente a disagio, e disorientato, << Louis, tua sorella ti vuole bene, semplicemente rivorrebbe avere suo fratello.. >> la voce di Harry mi riporta alla realtà, alzo lo sguardo sul suo volto, resto in silenzio, <<.. ed anche io rivorrei avere Lou.. >> mormora inclinando leggermente verso il basso il capo, le mani strette in due pugni << Sono sempre io. >> lo guardo, ancora immobile, scuote il capo in segno di negazione << sono sempre io! >> alzo la voce sbattendo un piede a terra facendo sobbalzare il ragazzo dinanzi a me << Il Louis di due anni fa non lo avrebbe mai fatto.. >> sussurra appena, sembra quasi un soffio << Sono sempre io.. >> mormoro, la voce è tremante quanto le mie mani, scuote ancora la testa indietreggiando, lo osservo incapace di poter eseguire un qualunque movimento << se solo tu sapessi. >> queste parole sfiorano con delicatezza la mia pelle perdendosi nell'ingresso ormai svuotato di qualsiasi altro corpo ad eccezione del mio.
Sono davanti la porta della sua camera, non sono più entrato da quel giorno, non ho osato impregnare il mio odore facendo svanire il suo profumo così delicato, con lentezza poggio la mano destra sulla maniglia fredda, la giro con calma senza però aprire la porta, chiudo gli occhi trattenendo il respiro per svariati secondi, per poi spostare il braccio in avanti accompagnando l'oggetto in legno, la luce proveniente dalla finestra mi fa aprire gli occhi, ogni cosa è esattamente al suo posto, compio dei piccoli passi chiudendo poi la porta, il letto come lo aveva lasciato lei l'ultima volta, i cuscini ben disposti come le piacevano, sul comodino alcune scatole dei medicinali, alcuni usuali altri utilizzati solo in determinati casi, mi avvicino al cassettone, un carillon affiancato da una piccola scatola contenente tutti i suoi piccoli gioielli, giro la manovella in acciaio, piccoli suoni acuti mi permettono di comprendere il funzionamento dell'oggetto, è una giostra, una di quelle presenti nei Luna park con moltissimi cavalli collegati alla parte superiore che girano insieme, mentre i bambini sono al settimo cielo e i genitori a braccia conserte attendono il termine del giro, rilascio la manovella, una dolce melodia mi invade, mille ricordi riaffiorano nella mia mente ormai persa, io ed Harry venivamo spesso qui di nascosto per giocare con questo carillon e per sentirne la melodia soave, ma puntualmente la mamma entrava togliendocelo dalle nostre mani minute rimproverandoci perché avremmo potuto romperlo, io ed Harry immaginavamo di trovarci su quella giostra così piena di colori e gioia, mentre fingevamo una gara a chi sarebbe arrivato per primo, anche se i cavalli rimanevano fermi ai loro posti. Mentre la musica continua a risuonare contro le pareti coperte da un leggero strato di polvere, mi avvicino con cautela al grande armadio in mogano, solo avvicinandomi il suo profumo è estremamente percettibile dalle mie narici, estremamente forte quanto leggiadro mi pervade completamente, apro una delle ante, dei cappotti sono presenti al suo interno, successe in una giornata d'inverno, per questo gli abiti qui presenti sono pesanti. Lei era solita indossare un largo e comodo maglione blu - come i suoi occhi -, immediatamente lo vedo, era tra una camicia a quadri verde muschio e nera, ed un cappotto bordeaux, gli occhi pizzicano da quando ho messo piede qui, perderla è stato come strappare un pezzo della mia vita, togliermi l'unica cosa che per me aveva senso, l'unica che riusciva ancora a darmi un senso per cui continuare a vivere, stringo la manica portandola vicina al mio volto, poggiandola su una mia guancia, posso percepire ancora il suo tocco, così morbido e protettivo, quando stavo male mi bastava una sua carezza sul mio viso o tra i miei capelli e tutto sembrava migliorare, non parlai con i miei amici della mia omosessualità, la prima fu lei, le dissi di aver perso la verginità, lei sembrò sorpresa di sentirmene parlare, solitamente per un ragazzo è un vanto, eppure ero estremamente agitato e le dissi che non ne avevo parlato ancora a nessuno, la sua espressione divenne qualcosa come 'già so tutto amore', e cazzo se sapeva tutto, lei mi chiese con chi l'avessi persa, la voce era estremamente vanitosa, perché lei sapeva ed io ero così ingenuo, le risposi che la persona con cui era accaduto ciò è Harry, la notte di capodanno, anche se alla fine più che fare l'amore era stato uno stupro, una violazione del corpo di qualcuno che alla fine non voleva ciò, ma non le raccontai questa parte, lei mi guardò stupefatta ma estremamente fiera per alcuni istanti, per poi sorridermi ampiamente stringendo il mio corpo contro il suo, sussurrandomi sulla pelle << sono così felice per voi, io ed Anne non ci speravamo più in un vostro fidanzamento, ormai avevamo capito tutto da tempo >> mai pensai in una sua reazione così positiva, temevo mi cacciasse di casa, o peggio, non mi rivolgesse più la parola, e che ogni volta in cui avrebbe incrociato il mio sguardo il suo sarebbe stato schifato dalla persona messa al mondo da lei stessa, ma non fu così, le potetti raccontare ogni cosa, ogni sensazione o esperienza che avevo con Harry - non nei minimi dettagli certamente -, e lei era così gioiosa e fiera di me, suo figlio, perderla è stato come perdere me stesso, ed infatti è stato così, non so più chi sono realmente, nessuno lo sa, e allo stesso tempo nessuno vuole fare il minimo sforzo di saperlo, perché il primo stronzo a non voler conoscere il nuovo - se così mi posso definire - Louis Tomlinson sono proprio io.
Lascio andare la calda manica uscendo velocemente da quella stanza, la melodia è cessata da tempo, sospiro trattenendo ancora le mie emozioni voltandomi per tornare nella mia stanza, vorrei ancora potermi stendere dove si stendeva lei solo per poterla sentire ancora al mio fianco, ma non posso danneggiare l'unico ricordo di lei ancora presente, il suo profumo.

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Paranoid || L.S.
Fiksyen PeminatParte presa dal prologo: '[..] Sono semplicemente Louis Tomlinson, l'unico puntino coglione del radar di milioni di tossici, che si trova all'estremità, come se volesse scomparire anche da quella inutile piattaforma. Sono quel ragazzo che ha perso l...