Lo sguardo sul soffitto, leggermente illuminato da un lampione giù nella strada, gli occhi che bruciano ma non vogliono chiudersi, la mente che continua a parlare, parlare e parlare, mentre il ticchettio dell'orologio conta i secondi, minuti e ore in cui io rifiuto il mio sonno, in cui le occhiaie diventano sempre più solcate, e il mio corpo più debole.
Inizio ad elencare mentalmente tutti i miei difetti fisici: gambe grosse, culo enorme, mani piccole e tozze, braccia grandi, labbra troppo fini, pancia e per concludere in bellezza sono anche un nano schifoso, cazzo, a diciannove anni non si può essere così bassi.
Io non sono il ragazzo che la società vorrebbe, non sono perfetto, mi drogo tutti i giorni, quando inizio a sentire dell'ansia o ad innervosirmi prendo anche dosi più grandi del normale, ma rientro sempre nei limiti, per adesso non ho bisogno di provare il brivido di morire, o di decedere totalmente una volta per tutte.
Sento la porta scricchiolare piano facendo entrare una grande quantità di luce dal corridoio, illuminando totalmente la mi figura stesa sul letto << F-fratellone.. >> mormora una delle gemelle, Phoebe, mi siedo con le gambe incrociate sul materasso leggermente duro << Dimmi piccola, hai fatto di nuovo un brutto sogno vero? >> dico facendola salire sul letto per poi stringerla tra le mie braccia, trema come una foglia in pieno autunno, posata su un marciapiede ed esposta ai venti freddi peggiori che ci siano, annuisce iniziando a tirare su con il naso, le accarezzo dolcemente la schiena sapendo che quell'azione solitamente la fa dormire << M-mi manca la mamma.. >> sussurra, quelle parole mi provocano un dolore allo stomaco, come se avesse preso un coltello ed abbia iniziato a pugnalarmi ripetute volte, gli occhi pizzicano, ma cerco di contenermi, io sono il fratello maggiore.
La stringo a me senza darle una risposta attendendo di essere presi e immersi entrambi da un sonno profondo.Ci troviamo tutti al tavolo per fare colazione, le gemelle che cercano di lanciarsi il cibo a vicenda discutendo, mentre Fizzy cerca di farle calmare con un'espressione esasperata e stressata sul volto, io con il cucchiaino faccio girare lentamente e con noia i cereali nel latte, sono tutti così colorati, ma la tazza piena mi viene tolta dalle mani bruscamente << con te si spreca solo che cibo! >> Lottie mi urla contro, è furiosa, lo si può capire dal tono della sua voce, tutti cessano di fare rumore voltandosi verso noi due << Ti diamo sempre da mangiare, ma tu non prendi mai niente! Cazzo Louis già non abbiamo niente e tu ti permetti di sprecare il cibo così?! >> sputa amara contro il sottoscritto, mi alzo di scatto dalla sedia, che struscia con un rumore acuto sul pavimento scricchiolante << Lottie io non sono un fottuto cane okay?! Non ti puoi rivolgere così a me! Sono tuo frat.. >> mi interrompe << sì, sei mio fratello maggiore! Da tale dovresti essere un esempio per tutte noi Louis! Cosa vuoi che facciamo? Che ci droghiamo? Che diventiamo delle tossiche anoressiche nulla facenti come te?! Io ho sedici anni e già lavoro, tu che fai? Ti droghi, da solo o con i tuoi amici del cazzo! >> deglutisco in silenzio mordendomi la lingua per non risponderle in malo modo, una lacrima inizia a scendere lungo il mio volto, e posso vedere chiaramente Lottie cambiare espressione, rendendosi conto di quel che ha appena detto, la vedo avvicinarsi << i-io.. Louis scusa.. >> mormora cercando di avere un contatto fisico con me, ma io mi scanso scuotendo il capo, in questo momento ho realizzato che tutto quello che io penso di essere, lo schifo e la merda che vedo in me stesso, è quello che vedono anche tutti gli altri.
<< Lottie sei una cretina. >> fa subito sentenza Fizzy mentre cerca di avvicinarsi a noi due, Lottie ormai in lacrime per i sensi di colpa, Fizzy estremamente stressata per tutta la situazione in generale.
<< Vado da Oli, ci vediamo questa sera. >> dico velocemente indossando le scarpe da ginnastica, prendo le chiavi di casa sapendo fin da adesso quanto tardi avrei fatto, ed esco da quell'inferno, lasciando lì le sorelle più grandi, stremate e in lacrime, mentre le più piccole continuano a lanciarsi i cereali della mia - ormai non più tanto mia - tazza.La risata del mio amico Oli è davvero contagiosa, soprattutto se inizi a vedere delle farfalle inesistenti volare nella sua camera da letto, mentre le loro ali cambiano freneticamente colore; blu, rosse, verdi, gialle.
Siamo sdraiati sul pavimento, un cartone di acidi ormai vuoto, forse abbiamo esagerato, forse no.
Blu, rosse, verdi, gialle.
<< Oli si sta sciogliendo la tua faccia >> gli comunico ridendo, mentre sono con il volto rivolto verso il rosso, che inizia puntualmente a ridere a crepapelle, mentre adesso, oltre ad avere il volto in gran parte sciolto, si sdoppiava o triplicava << Hai il naso così lungo amico! >> afferma cercando di prenderlo troppo in alto da dove realmente iniziava, infatti quel coglione toccava solo l'aria.
Blu, rosse, verdi, gialle, che forza.Ormai il nostro Trip sta per concludersi, sono passate circa nove ore, o forse di più, ma riesco a controllare finalmente i miei movimenti, muovo lentamente le dita , quasi non formicolano più, il volto del mio migliore amico ora è tornato alla normalità, fatta eccezione per qualche lineamento del suo volto che ogni tanto si sdoppia leggermente, nell'ultima ora sono stato a farfugliare cazzate a caso, mentre Oli girovagava per la stanza pieno d'energia, potrei dire quasi iperattivo.
Una volta che il mondo sembra essersi placato, mi alzo con fatica dal pavimento stiracchiando le gambe per acquisire del tutto il loro controllo.
<< Ora sinceramente voglio tornare a casa.. >> mormoro con tutta onestà al mio migliore amico, è sempre così, concluso un trip inizio a sentire come un vuoto nel petto, e il bisogno di tornare a casa, dalle mie sorelle.
<< Con Harry era tutto più divertente. >> comunica il rosso ma io controbatto subito << Harry non c'è, ci ha piantati in asso, accettalo cazzo! >> la voce è alta e forte, quanto lo sbattere della porta di legno.
Quel riccio e ipocrita di merda.

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Paranoid || L.S.
FanfictionParte presa dal prologo: '[..] Sono semplicemente Louis Tomlinson, l'unico puntino coglione del radar di milioni di tossici, che si trova all'estremità, come se volesse scomparire anche da quella inutile piattaforma. Sono quel ragazzo che ha perso l...