Come ogni pomeriggio mi trovo sul divano, le gambe - per me estremamente corte e tozze - vestite da una grande tuta azzurra della Hollister, una stesa sulla superficie soffice e nera su cui sono sdraiato, mentre l'altra piegata, con il piede poggiato a terra, sulla moquette sporca e malandata, la felpa leggermente alzata scoprendo il mio stomaco, tra le dita sto girando la mia quotidiana canna pomeridiana, mentre come sottofondo una donna dalla pessima recitazione non mi fa sentire più solo del dovuto.
Dopo aver fatto qualche tiro, prendo annoiato il telecomando poggiato precedente sul mio stomaco, inizio a girare i canali, finché un signore calvo e con un grande microfono in mano pronuncia una frase che mi incuriosisce fin troppo, tanto da farmi tirare su con il busto poggiando i gomiti sulle cosce, mentre tra le labbra fini stringo la mia dipendenza, che pian piano si consuma, bruciandosi, diventando sempre più breve, vicina al finire e al farmene preparare un'altra.
Leggo con rapidità il titolo che hanno assegnato al servizio presente in televisione ' il cantante e attore Harry Styles conferma la sua omosessualità e afferma di essere stressato e di voler abbandonare la sua carriera' gli occhi vanno veloci sulla striscia di parole che scorrono nella parte inferiore del vecchio televisore dai colori ormai andati, è una di quelle tv di merda degli anni 80, la cui grafica è veramente penosa, alcune volte mi siedo a terra davanti a quel catorcio e usando i polpastrelli sfioro con delicatezza lo schermo che sembra seguire le mie dita, torno con la mente e lo sguardo verso il signore calvo che parla, mentre alcune immagine di Harry scorrono, è lui, apparentemente in un aeroporto, che cammina a passo svelto, un cappello bianco a coprire il suo volto e un borsone sulla spalla, in alcuni frammenti del video si può vedere il suo viso coperto da un'espressione totalmente struggente e triste, prendo un grande tiro facendo fuoriuscire una quantità disumana di fumo dalla mia bocca, vederlo così mi fa sentire un peso allo stomaco così fastidioso e penoso, sembro una mammina del cazzo che si preoccupa per il suo figlioletto perfetto, che non sbaglia mai e sa fare qualsiasi cosa, demoralizzando le persone come me che non sanno fare un cazzo se non rovinare sempre tutto.
Poso la canna - ormai finita - dentro il mio posacenere a dir poco sporco e pieno di sigarette e altre mie dipendenze, con insicurezza prendo in mano il mio vecchio telefono a conchiglia aprendolo, lo fisso per eterni secondi, fisso il piccolo schermo che illumina la parte inferiore del mio volto con una luce bluastra, porto un pollice verso il pulsante che dovrebbe aprirmi la rubrica, ma mia sorella Lottie entra in casa con un tonfo della porta.
<< Cazzo Louis vatti a lavare, puzzi di marcio! >> mentre mi sta dando ordini è impegnata a riporre la poca spesa - che dovrebbe durare per l'intero mese - dentro le dispense e il frigorifero, lancio sbuffando il telefono sul divano nero dirigendomi verso Lottie, mentre con una mano sotto la felpa mi gratto svogliato lo stomaco - Hai comprato gli skittles? - mormoro con voce leggermente impastata, la vedo annuire per poi cercare freneticamente dentro la busta << Louis, quante volte ti devo ripetere ancora che queste cose ti fanno male? Non puoi continuare a campare così! Guardati sei praticamente anor..>> la interrompo immediatamente prendendo in mano il pacchetto colorato << Lottie stai zitta, non farmi incazzare. >> i miei occhi blu dritti nei suoi color ghiaccio, annuisce per poi buttare nel grande secchio pieno di rifiuti la busta di plastica, ormai vuota, tira fuori il sacco verde dal secchio facendoci un nodo << Louis potresti buttare tu la spazzatura? Io devo controllare se le gemelle stanno bene. >> dice passandomi il sacco enorme - probabilmente più profumato di me - lo prendo abbastanza svogliato e mi dirigo fuori casa, attraverso la strada con i pedi totalmente scalzi a contatto con l'asfalto freddo, apro il cassonetto lanciandoci malamente il sacco verde, mi volto attraversando ancora una volta, per poi entrate nuovamente in casa passandomi le mani tra i capelli lisci e folti, chiudo la porta dietro di me abbassando poi le maniche della felpa fino a coprire anche la punta delle mie dita cercando di riscaldarmi, la tv ormai trasmetteva l'ennesimo film dalla trama monotona e già usata da numerosi registi, lei sfigata che si innamora del ragazzo più popolare della scuola, lui che lascia la sua ragazza - oltretutto capo delle cheerleader - per poi mettersi con lei, e vissero tutti felici e contenti! << fottetevi! Tutte cazzate. >> parlo contro il televisore afferrando velocemente il telecomando spegnendo quella scatola parlante.
Sento dei passi non troppo pesanti scendere lungo le scale che portano al piano superiore, dove si trovano le camere, Lottie mi raggiunge sedendosi composta sul divano mentre guarda il piccolo tavolino - dinanzi a lei - con sguardo perso << Non ce la faremo a continuare così Louis >> porta le sue iridi sul mio volto mentre pronuncia quelle parole, per poi proseguire << Non.. non potresti soltanto smettere? Per una volta Lou, solo per avere qualche soldo in più, se solo tu smettessi non faresti un favore solo alle tue sorelle ma soprattutto a te stesso! >> sempre la solita storia, sempre la solita rottura, lei che viene da me quasi piangendo, pregandomi di smetterla, quando sa benissimo che non posso, non voglio.
Una leggera risata amara fa tremare le mie labbra rosse, mi dirigo verso la mia stanza, è l'ultima sulla destra, in fondo al corridoio, una volta entrato apro la finestra, scavalco il cornicione e - a piedi ancora nudi - mi siedo sulla piccola tettoia che mi permette di ammirare - come ogni giorno - lo splendido tramontare del sole e l'arrivo della notte su Donny, dalla tasca della tuta estraggo una delle canne già pronte e preparate poche ore prima, iniziando a farla consumare subito dopo con l'accendino ormai quasi esaurito.
Il cielo è rosa, e le parole di quel giornalista mi si ripresentano nella mente, Harry è un ragazzo così giovane, io lo avevo avvertito, la merda lì è tanta, più sei piccolo e ingenuo e più se ne approfittano, ma lui non mi credette, non diede ascolto neanche ad una sillaba da me pronunciata, io lo sapevo, sapevo che si sarebbero approfittati della sua ingenuità.
La gente è malvagia, aspirano al potere e ai soldi, alla fama e al successo, per ottenere anche una sola di queste cose sono disposti a legare ogni arto di una persona per poi pilotarla come una marionetta, far dire a loro ciò che gli è più comodo, mentire e recitare diviene una routine, un giro di dipendenza dal quale non si può uscire facilmente, se non affatto.Oh Sun, stupido ingenuo Sun.

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Paranoid || L.S.
FanfictionParte presa dal prologo: '[..] Sono semplicemente Louis Tomlinson, l'unico puntino coglione del radar di milioni di tossici, che si trova all'estremità, come se volesse scomparire anche da quella inutile piattaforma. Sono quel ragazzo che ha perso l...