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Vorrei scusarmi per l'assenza di quasi un anno, ho avuto problemi con la scuola e con corsi extra scolastici, non so se tu che stai leggendo sei tra i vecchi lettori, ma se sì, grazie mille per essere ancora qui, e mi scuso nuovamente, la storia proseguirà fino alla sua conclusione perché ci tengo in particolare, specialmente ai personaggi a cui ho dato vita.
Come sempre, buona lettura
M. Xx

Sono sul letto, il materasso simile al marmo come sempre, una gamba distesa l'altra leggermente piegata, le mani che si intrecciano tra di loro tramite le dita piccole e leggermente tozze mentre sono entrambe posate sul mio grembo, il respiro le fa alzare ed abbassare, la testa premuta sul cuscino, con lo sguardo osservo il poster malamente attaccato qualche giorno prima, l'universo, che luogo ignoto, senza fine ma in continua espansione, ma in cosa? Fa quasi paura pensare che noi ci troviamo sospesi nel vuoto, nel silenzio tombale, nell'oscurità, pensare all'universo mi fa comprendere ancor di più che l'uomo non ha realmente nessuna certezza, neanche la morte, chi ci assicura che non ci sia davvero qualcosa dopo? Se tutto questo fosse solo un passaggio, una vita di transito, oppure semplicemente nasciamo e moriamo senza un vero e proprio scopo se non cercare di vivere al meglio, forse io sto sprecando quest'opportunità; per vivere al meglio penso che ognuno di noi debba trovare il proprio centro mentale ed emotivo, eppure sembra impossibile tanto quanto lo sembra trovare il centro del cosmo, ma se riflettiamo su questo, ciascuno di noi porta in sé il centro dell'universo.
La porta della mia stanza si apre lentamente, accompagnata da uno scricchiolio, ancora non riesco a scorgere la figura che si cela dietro essa, vedo soltanto la sua ombra sul muro, finché non fa capolino un ammasso di ricci tutti scompigliati, le labbra rosse e gonfie, come i suoi occhi, aveva pianto ne sono certo; mi alzo velocemente con il busto mentre lo vedo avvicinarsi a passi piccoli e lenti al letto, con una mano coperta dalla stoffa del grande maglione che indossa si stropiccia gli occhi, un verso strano proviene dalla sua gola come un singhiozzo trattenuto, ne ho la conferma quando inizia a parlare << Perché fai così Lou..? >> la voce è tremante, come le sue mani, io semplicemente lo guardo, lui è sempre il solito Harry, niente è riuscito a cambiarlo; lo prendo per un braccio - quello steso lungo il suo fianco - avvicinandolo a me, non sembra far resistenza che quasi si getta tra le mie braccia gracili, non riesco a mantenerlo, << Ti farai male >> dice di getto guardandomi dritto negli occhi, i suoi languidi, i miei aridi, lo tiro leggermente in sù facendolo sedere sulle sue stesse ginocchia tra le mie gambe, poso le mani sulle sue cosce accarezzandogliele, lo vedo agitarsi, le ritiro immediatamente poggiandole ai lati del mio corpo, ora sprofondano nel piumone blu << ho tutto sotto controllo Harry. >> annuisco alle mie stesse parole come per convincere anche me stesso, il ragazzo dinanzi a me fa l'opposto scuotendo la testa in segno di negazione << Sai che Lewis non è reale, vero? >> chiede, io spalanco gli occhi alzandomi di scatto dal letto << Mi avete preso per pazzo?!! >> quasi gli urlo contro, ora mi trovo in piedi ad un lato del letto, lui ancora sulle sue ginocchia con la testa leggermente china, sospira senza aggiungere altro.

Sono a casa di Stan, Oli come al solito sempre impegnato, ultimamente lo vedo pochissimo - se non per niente -, sono stravaccato sul suo divano in pelle nera perfettamente mantenuto negli anni, casa sua è totalmente diversa dalla mia, prima di tutto lui è figlio unico quindi non c'è assolutamente lo stesso baccano, e poi la cura della casa è formidabile, tutto perfettamente pulito e negli standard della moda; il mio amico entra nella stanza con in mano due bicchieri riempiti fino all'orlo con del succo di frutta probabilmente, mi siedo più composto prendendolo con cautela sperando di non sporcare qualcosa, lo porto vicino alle mie sottili labbra, sento immediatamente il contrasto tra la mia bocca calda ed il liquido freddo, invade le papille gustative, albicocca, il mio preferito, faccio un sorrisetto rivolto al mio migliore amico, ormai mi conosceva bene << Louis volevo chiederti se.. se ti andrebbe di uscire qualche volta >> la voce è insicura, come i suoi gesti, tiene il bicchiere stretto in una mano mentre con l'altra passa un dito ripetute volte sul bordo, sospiro posando l'oggetto in vetro sul basso tavolino, dopo anni ed anni ha avuto finalmente il coraggio di chiedermelo, << Stan lo sai che sei il mio migliore amico.. >> mi sento un verme nel rispondergli in tale modo, non gli ho mai dato neanche una possibilità, vedo i suoi occhi diventare lucidi, ma si morde il labbro per trattenersi, << sono un cazzone perdonami, so quanto è stato difficile per te chiedermelo, se vuoi possiamo provarci >> proseguo avvicinandomi a lui leggermente, alza lo sguardo verso di me, sono così dispiaciuto, ho sempre e solo pensato ad Harry non lasciando spazio a chi magari tiene davvero a me << questa sera passo sotto casa tua per le sette >> afferma sorridendo, mi alzo arruffandogli poi i capelli con una mano << ora devo tornare a casa sennò Lottie mi stacca le palle >> affermo ridendo, Stan arrossisce visibilmente al mio gesto nei suoi confronti, perché l'ho sempre ignorato in ambito sentimentale?

<< questa sera ho un appuntamento >> affermo, Lottie quasi si strozza con il pollo da lei stessa cucinato, Fizzy sposta immediatamente il suo sguardo su Harry, lui è in silenzio, sembra impassibile come se questo non gli facesse né caldo né freddo, ma onestamente non deve interessarmi la sua reazione, lo sto facendo perché voglio provarci davvero con Stan, non per altro; dopo aver bevuto dell'acqua Lottie porta il suo sguardo sulla mia figura << e con chi? >> chiede, sembra curiosa, ma anche lei fa vagare il suo sguardo dalla mio corpo a quella di Harry, sembra preoccupata << con Stan. >> affermo, le dita passano lentamente lungo il ciuffo folto dei miei capelli, lo stridio di una sedia mi fa quasi sobbalzare << grazie per il pranzo >> le parole vengono quasi sputate con odio dalle labbra rosse di Styles, prende il piatto poggiandolo poi nel fondo del lavandino provocando un gran fracasso, il mio sguardo è fisso su di lui << è la mia vita, ne faccio ciò che voglio. >> anticipo Lottie che era pronta sicuramente a rimproverarmi con il dito puntato nella mia direzione.
Ho tutto sotto controllo.

Paranoid || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora