39. Il desiderio

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«Che cosa vuoi chiedermi?» chiedo impaziente.
Lui volta il capo verso di me e dopo qualche secondo dice: «Se potessi esprimere un desiderio adesso, fuori dalle regole, quale sceglieresti?»
Mi coglie completamente alla sprovvista. In questo momento sono felice, al suo fianco. Ma è normale che mi manca qualcosa...
«Penso che vorrei avere i mei genitori qui», dico.
«Qui? Proprio in questa stanza?» dice con un sorrisetto malizioso. «Cosa penserebbero se ti vedessero nel mio letto?»
Mi sento avvampare e ringrazio di essere al buio. Come se mi leggesse nel pensiero dice quasi ridendo: «So che sei diventata tutta rossa!»
«Non puoi saperlo!» lo rimprovero scherzosamente.
Con uno scatto allunga il braccio, che fino a pochi istanti prima era posizionata sotto la testa, e accende l'abajour facendomi ridere e spegnendola nuovamente qualche attimo dopo.
Quanto mi fa stare bene questo ragazzo! Mi piace passare del tempo con lui. Mi fa sentire libera, leggera senza pensieri e adoro quando mi fa ridere come una bambina.
Adoro lui, le sue battute e le nostre risate.
Sembra ieri che l'ho visto la prima volta in quel boschetto non molto distante da casa mia... casa di mio fratello.
Ricordo perfettamente quando l'ho incontrato a scuola e quando lui mi ha detto il significato del mio nome per la prima volta. Ricordo anche quando mi ha trattata malissimo il giorno dopo alla mia serata di spensieratezza passata in una discoteca in cui non ero mai stata.
Spero con tutto il cuore che il signore non voglia farmi mai dimenticare il giorno in cui gli ho detto che siamo simili e gli ho lasciato il mio numero. Mi ha chiamata dopo un po' e mi ha chiesto di andare da lui, mi ha trattata malissimo e gli ho confessato chi sono e che passato ho alle spalle.
Lui è una persona speciale. Mi fido di lui e per questo gli ho raccontato tutte le mie sventure, gli ho raccontato dei miei genitori e di Ash.
Prima di lui non ho mai parlato di Ash con nessuno principalmente per il fatto che mi sono sempre sentita in colpa per cosa gli è successo.
I primi periodi mi sono allontanata da tutte le persone a cui ero più legata perché temevo di portare sfortuna a tutti coloro che mi circondavano.
Da quando sono qui, da quando conosco lui, da quando mi sono rifatta una vita e ho lasciato tutte le vecchie amicizie alle spalle mi sento una persona nuova e la colpevolezza di aver in qualche modo provocato l'incidente che mi ha portato via quello che era il mio ragazzo si sta dissolvendo lentamente.
«Cosa direbbero i tuoi genitori se ti ci vedessero adesso?» chiede lui ad un certo punto.
«Non lo so... prima dovrei farteli conoscere...», dico soprappensiero.
«Io starei loro simpatico secondo te?» mi chiede dopo qualche minuto di silenzio dedicato alla memoria dei miei.
«Umm... non saprei», dico per punzecchiarlo toccandomi il mento con l'indice e il pollice e sorridendo.
«Sul serio! Non sto scherzando», esclama serio.
Mi prendo un attimo per riflettere. «Si. Penso che staresti loro simpatico. Mi ripetevano sempre che se io ero felice, loro erano felici.»
«E tu sei felice? Con me intendo» chiede in tono dolce.
Lui prima non mi ha detto cosa prova quando è con me, quindi io non gli dirò se sono felice con lui.
Ma io in cuor mio so che con lui non sono felice... di più.
«Mi sa tanto che rimarrai con il dubbio.» gli dico sorridendo.
«Cosa?! Astrid Harvey non essere così crudele!»
«Non sono crudele! Questo si chiama occhio per occhio, dente per dente...» lui ride di gusto e mi stringe a se con più forza.
Dopo una manciata di secondi Heden si alza sui gomiti e si posiziona sopra di me reggendosi sulle braccia per non schiacciarmi sotto di lui.
Avvicina lentamente la sua faccia alla mia e esita leggermente prima di posare le sue labbra morbide sulle mie.
In pochissimi secondi il bacio si fa più intenso, la sua lingua e la mia vengono a contatto e avvolgo le mie braccia al suo collo per avvicinarlo il più possibile a me.
Tra il mio corpo ed il suo non ci sono spazi vuoti; il suo corpo aderisce perfettamente al mio come fossero stati creati appositamente per stare vicini.
Dopo quello che a me pare un eternità lui stacca le labbra dalle mie per poggiarle sul mio collo lasciando molto lentamente una lunga scia di baci fino ad arrivare al mio petto. Sento il suo fiato leggermente accelerato come il mio sul mio collo e un brivido percorre tutta la mia spina dorsale.
Appena sento qualcosa tendersi all'altezza della sua vita Heden scende da sopra di me, si posiziona su un fianco vicinissimo a me e mi sussurra all'orecchio con un sorrisetto malizioso: «Cosa penserebbero i tuoi di questo?»
Scoppiamo entrambi a ridere come due cretini ed è proprio in questo momento che realizzo di non essere comunque la ragazza di Heden...
Cosa siamo? La domanda mi spaventa parecchio, ma al momento non me ne frega niente.
Voglio davvero vivermela questa felicità sperando che non sia temporanea.
«Grazie» sussurra ad un tono di voce talmente basso che per un momento credo di essermelo immaginato. Non capisco a cosa si stia riferendo e come se mi leggesse nel pensiero aggiunge: «Per averci voluto provare e per essere rimasta con me.» dopodiché mi bacia delicatamente la fronte e alza un po' di
più le coperte per tenermi più al caldo.
Nella mia testa riesco a visualizzare l'immagine di un Heden più piccolo che si rimbocca le coperte da solo perché sua madre presta la sua completa attenzione alla figlia minore e il padre pensa solo al suo lavoro.
Non posso evitare di provare rabbia nei confronti di quella che è la madre di questo fantastico ragazzo.
È per questi piccoli gesti che io
impazzisco per lui...
Evidentemente pensa che io sto dormendo e che quindi mi sia persa la scena più tenera del mondo, ma si sbaglia di grosso.
Avvolge il braccio attorno alla mia vita e mi trascina lentamente più vicina a lui e si mette a dormire in quella posizione che per lui può anche essere comoda, ma a me pare alquanto scomoda.
Dorme ed è bellissimo. Dorme come un angioletto con le ali d'oro in un campo d'argento.
Quanto sono poetica!
Adesso, a fine giornata, mi chiedo come si evolverà la nostra relazione durante i prossimi giorni, settimane, mesi ed eventualmente anni.
Anni? Forse sto correndo un po' troppo.
Ma che mi prende? Io ho sempre odiato fare i progetti per il futuro e non sopportavo quelle ragazze che se li facevano e poi li sventolavano in faccia alle persone come me che non avevano alcuna intenzione di farne.
Quelle persone che facevano progetti per il proprio futuro un tempo le odiavo e adesso sono diventata una di loro.
Fino a poco tempo fa ero dell'idea che il mio obbiettivo nella vita era quello di vivere giorno dopo giorno senza alcun progetto e viverli tutti a pieno. Ne ho passati troppi dentro la mia camera buia a piangere nella casa vuota che mi è rimasta a Bristol.
Tutto mi spinge a domandarmi cosa è cambiato in me. Colgo l'occasione per rifletterci un po' su, ma non giungo a nessuna conclusione purtroppo.
In compenso trovo tanta stanchezza e non faccio in tempo ad accorgermi di aver chiuso gli occhi che già sono partita per andare nel mondo dei sogni.

***

Sono nel mio boschetto, è pomeriggio inoltrato e gli uccellini cinguettano felici in cielo. Forse un po' troppo felici per quanto possano esserlo degli uccellini.
Mi trovo distesa sull'erba perfettamente verde, a piedi nudi e con indosso un vestitino bianco che mi arriva al ginocchio. I capelli sono racchiusi in una treccia cucita e due ciuffetti di capelli mi ricadono lungo i due lati della faccia.
Sento dei passi alle mie spalle, mi giro di scatto sentendo una strana sensazione nel petto... paura, forse?
Sorrido quando vedo Heden arrivare verso la mia direzione, anch'esso a piedi nudi e vestito completamente di bianco come me.
«Il posto è fantastico, tu sei fantastico, gli uccellini che cinguettano sono fantastici... è tutto perfetto», dico stra colma di felicità.
«Non mi lusingare così, potrei abituarmici...» scherza lui.
Rido spensierata, lui si avvicina e mi sussurra all'orecchio in modo sensuale: «Sei la cosa più bella che io abbia mai visto.»
Mi prende le mani ed all'istante capisco che qualcosa non va. I vestiti del suo abito sono passati dal bianco al nero.
Lui mi guarda mortificato come se la colpa di quanto appena accaduto fosse sua.
Deve esserci qualcosa di simbolico dietro tutto questo è temo di averlo capito. Adesso, così vestiti, siamo uno vestito di nero e l'altra vestita di bianco...
Siamo gli opposti. Un po' come il bene ed il male.

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Buona sera a tutti!
So benissimo che non è il massimo aggiornare alle 2:00 del mattino ma ultimamente ho tantissimi test e quindi tantissima roba da studiare. (Sto iniziando a chiedermi se ho più cose da studiare che anni di vita)
Che ve ne pare? Vi piace la storia? I capitoli sono troppo corti?
Vi informo che a breve inizierò nuovamente a correggere i capitoli precedenti da dove avevo "lasciato".
Buona notte a tutti!
Perdonate eventuali errori e grazie per aver letto fino a qui ❤️

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Questione di scelteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora