38. Non sempre si mantengono le promesse.

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«Allora?» chiedo per l'ennesima volta.
«Non te lo dico!» dice ridendo lui.
Mi sta facendo impazzire e si premette di ridere?!
Però è così bello... non riesco mai a trattenere un sorriso quando lui ride. Il suono della sue risata mi rimbomba nelle orecchie e rilassa tutti i nervi del mio corpo. È speciale.
Mi arrendo. Tolgo le mani dai suoi capelli e vado in bagno a lavarmi le mani.
Vorrei saperlo... vorrei sapere cosa prova quando è con me, ha detto che penserei male di lui se lo scoprissi e questa cosa mi preoccupa non poco.
Mi asciugo le mani con la tovaglietta appesa al radiatore e ritorno in cucina dove trovo Heden ancora seduto sulla sedia con gli occhi chiusi.
«Tutto bene?» chiedo dopo un po' vedendo che non si muove.
«Si, si. Mi sono... ehm... rilassato un po' troppo.» dice aprendo gli occhi e scuotendo la testa sorridendo.
Non me la racconta giusta...
«Sei stanco?»
«Un po'...» dice con una voce quasi tenera.
Decido di sparecchiare la tavola e lavare le stoviglie che abbiamo sporcato. È il minimo che io possa fare, lui mi ha offerto la cena, mi ha prestato i suoi vestiti e mi ospita a casa sua per dormire.
Ad un certo punto sento il rumore della sedia che striscia sul pavimento che sovrasta quello del getto d'acqua che scorre dal lavandino e quando mi volto vedo che si è alzato e sta andando in camera sua.
Lavo tutto con cura e ripongo ogni cosa al proprio posto, mi asciugo le mani e decido cosa fare in questo appartamento che non è mio.
Si sarà addormentato?
Mi incammino verso quella che è la stanza dove ho dormito tempo fa e trovo la porta spalancata.
La visuale che mi trovo davanti è tenerissima. Mi fermo sulla soglia e guardo attentamente all'interno.
Heden è steso sul letto con un braccio sugli occhi, i capelli perfettamente scompigliati, quell'espressione un po' contratta che gli sta maledettamente bene, le gambe incrociate all'altezza delle caviglie e la mano libera sul addome.
Mi avvicino a lui per osservarlo meglio quasi senza accorgermene; faccio qualche passo nella sua direzione e in men che non si dica mi trovo esattamente in piedi vicino al suo corpo.
Mi soffermo a guardare sul suo volto le labbra socchiuse che qualche ora prima avevano toccato, accarezzato, massaggiato le mie.
È dannatamente bello... ogni volta che lo guardo quando lui non può vedermi perdo la cognizione del tempo.
Se le cose stanno così penso proprio che dormirò sul divano. Non voglio farmi trovare da lui domani mattina nel suo stesso letto, sarebbe alquanto imbarazzante.
Mi viene istintivo chinarmi a baciargli la fronte e quando le mie labbra toccano la sua pelle una scossa elettrica percorre tutta la mia spina dorsale.
Mi ricompongo, mi volto ma quando faccio per andarmene la sua mano mi afferra il polso e mi trascina sopra il letto affianco a lui.
«Non ci posso credere...» dico scuotendo la testa da destra a sinistra e mordendomi il labbro. «Tu dovresti dormire!» esclamo ripensando al bacio sulla fronte che gli ho dato e che ora mi imbarazza tantissimo.
«Ci vuole ben più di un mezzo pomeriggio con te per farmi stancare», dice con un espressione fiera sulla faccia. Non replico perché non voglio sapere cosa lo faccia stancare sul serio...
Dalla vicinanza che lui impone tra di noi, sono costretta a poggiare la testa sul suo stesso cuscino e riesco a sentire il suo respiro lento e rilassato.
Dopo qualche minuto sento la rete del letto flettersi sotto il suo peso, così giro la testa verso destra e lo guardo. Si sta posizionando in orizzontale e quando ci riesce, appoggia la testa sul mio addome.
Rimango un po' scombussolata quando lui prende la mia mano e senza dire una parola la posiziona tra i suoi capelli.
Inizio a massaggiargli la testa in silenzio guardando il suo profilo e sorridendo senza un motivo preciso.
Mi piace tantissimo passare del tempo con lui e questi piccoli gesti mi fanno sciogliere come burro.
Dopo circa cinque minuti di silenzio per niente imbarazzato, in cui io ho continuato a fargli i massaggi alla testa e a giocherellare con delle ciocche di capelli, lui decide di parlare con un sorrisetto malizioso sulle labbra: «Dunque... dove eravamo rimasti? Ah, si! Al punto in cui tu mi baciavi la fronte.»
Mi sento avvampare e percepisco il rossore invadermi completamente le guance.
«Si, io... io non so perché l'ho fatto in realtà» dico tutto d'un fiato.
«So di essere irresistibile» dice lui sorridendo.
«Ah si? E cos'altro sai?» chiedo fingendomi interessatissima.
«Che non puoi resistermi, che ti sto simpatico e che sono stronzo a volte.» dice elencando quelle che secondo lui sono le sue qualità e sorridendo al soffitto.
Inizio a ridere di gusto e tra una risata e l'altra dico: «Ma smettila!»
«Non è così?» chiede lui in tono serio, forse troppo serio.
«No» dico senza neanche pensarci e mi pento di aver detto una simile cagata. Lui sembra rattristarsi un po', ma evidentemente non lo vuole dare a vedere.
Tra di noi regna il silenzio per qualche minuto poi lui si gira su un fianco, si rivolge completamente a me e mi guarda intensamente.
«So anche che sono un coglione...» dice con un sorriso amaro sulle labbra.
«Perché?» chiedo dolcemente.
«Perché ogni volta che nella mia testa qualcosa non va, ti insulto e non te lo meriti.»
«Stai zitto», pronuncio dolcemente e sento il mei occhi stanchi iniziare a chiudersi.
Dopo qualche minuto, quando li riapro trovo Heden, con un suo sorrisone, che mi fissa intensamente e mi guarda ancora con la sua testa appoggiata sul mio addome.
È stupendo.
«Sei stanca?»
«Un po', ma mi ci vuole ben più di un mezzo pomeriggio con te per farmi stancare!» scoppiamo entrambi a ridere.
«Ho i diritti d'autore carissima Astrid...» dice facendo l'uomo colto. Tra l'altro è anche molto intelligente per essere un liceale dell'ultimo anno.
Rido sommessamente mentre lui si alza dal letto e per un attimo temo che voglia uscire dalla stanza e lasciarmi qui da sola, ma fortunatamente prende solo il telecomando appoggiato sul comò e ritorna indietro mettendosi sotto le coperte e accendendo la televisione. Lo imito, mi metto sotto le coperte e mi copro fino al naso come al mio solito.
«Hai freddo?» mi chiede con voce dolce.
«No. Mi copro sempre così...», lo sento ridacchiare di me e non riesco ad avercela con lui.
Guardiamo un film che trasmettono in TV che racconta di un ragazzo alla quale i nonni raccontano di essere stato adottato e scappano tutti e tre in giro per il mondo alla ricerca dei suoi veri genitori. La cosa triste è che alla fine il ragazzo scopre che sua madre è diventata suora di clausura e suo padre è in carcere per spaccio di droga.
Davvero deprimente.
Quando iniziano i titoli di coda butto un occhio al ragazzo che ho al mio fianco e vedo che nel sonno si è avvicinato parecchio a me.
Dorme come un bimbo con un'espressione felice sul volto e i capelli completamente scompigliati.
Adoro perdermi a guardarlo attentamente e rendermi conto ogni volta che è una delle cose più preziose che mi sono rimaste a questo mondo.
Lui e mio fratello sono tutto ciò che mi rimane e voglio tenermeli stretti entrambi il più possibile. Talmente stretti che se si potesse fonderei i loro corpi e le loro anime con la mia.
Mi alzo il più silenziosamente possibile per non svegliare Heden che dorme in un modo fantastico, e mi dirigo in lavanderia.
Prendo tutto il contenuto della lavatrice e lo sposto nell'asciugatrice in modo tale da trovare i panni asciutti per l'indomani mattina.
Imposto il programma girando la manopola e lo faccio partire premendo il tasto di avvio.
Ritorno nella stanza di Heden completamente al buio eccetto qualche spiraglio di luce che filtra dalle tende davanti alla finestra.
Mi metto nuovamente sotto le coperte e lascio cadere precipitosamente la testa sul cuscino.
Tutto d'un tratto sento il suo braccio avvolgermi la vita e trascinarmi vicino a lui.
Heden è posizionato su un fianco con la faccia rivolta verso di me e riesco ad intravedere la sua espressione confusa espandersi su tutto il suo volto.
«Dove eri?» chiede
«Sono andata a mettere i vestiti nell'asciugatrice», lo vedo tranquillizzarsi all'istante, così aggiungo: «Perché?»
«Credevo fossi andata a dormire sul divano o nell'altra stanza.» dice serio.
«Ti avevo promesso che sarei rimasta con te...»
«Si, lo so, ma non sempre le persone mantengono le promesse», si rabbuia.
«Io cerco di mantenerle», dico per cercare di tirargli un po' su il morale e ci riesco visto che mi rivolge un sorriso perfetto.
«Posso farti una domanda?» mi chiede di punto in bianco.
Si posiziona a pancia in su, mette un braccio dietro il capo e mi viene spontaneo poggiare la testa sul suo petto sodo. Con il braccio libero mi circonda la vita e mi stringe di più a se.
Muovo la testa in su e in giù in segno di assenso e lui per tutta risposta mi bacia la fronte con dolcezza.
Mi piace tutto quello che mi fa provare, anche quelle dannate farfalle nello stomaco che solo lui sa farmi provare...
«Sii sincera però...» aggiunge in tono molto più serio del dovuto.
Devo preoccuparmi?

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Buonasera a tutti!
Sto aggiornando tardissimo, ad un orario in cui dovrei essere nel mondo dei sogni... ma so già che più avanti sarà difficile per me ritagliarmi del tempo per scrivere perché sarò stra colma di cose da fare.
Bene; vorrei sapere cosa ne pensate, se vi piace la storia, se non si capisce qualcosa...
Inoltre volevo anche chiedervi se secondo voi scrivo capitoli troppo brevi.
È tardissimoooo, buonanotte...
Perdonate eventuali errori e grazie per aver letto fino a qui❤️

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Questione di scelteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora