37. Resta con me.

574 24 2
                                    

Arriviamo davanti al palazzo dove abita Heden e parcheggiamo prima di uscire nell'aria congelata di novembre.
Tremo quando il mio corpo u viene a contatto con questo vento freddissimo.
Iniziamo a camminare per raggiungere più in fretta possibile il portone d'ingresso e inaspettatamente Heden mi posa un braccio sulle spalle.
«E questo?» chiedo confusa con il sorrisetto di chi la sa lunga.
«È per riscaldarti, no?» mi risponde con un sorriso stampato sulle labbra ed io a quella vista non posso fare a meno di sorridere.
«Tutte scuse...» lo accuso scherzosamente socchiudendo appena gli occhi.
«Bugiarda!» esclama lui sorridendo e facendo ricadere il braccio lungo il suo fianco. Il freddo si impossessa nuovamente di me e così faccio quello che in altre circostanze non farei mai.
Prendo il suo braccio, lo riporto sulle mie spalle e avvolgo la sua vita con il mio.
Lui, essendo più alto di me abbassa lo sguardo e incastra i suoi occhi nei mei facendomi provare strane emozioni.
Farfalle nello stomaco Astrid?
Mi piacerebbe rimanere così per sempre.
Entriamo nel edificio e passando davanti alla portineria saluto, come al solito, il portinaio.
Prendiamo l'ascensore e in men che non si dica siamo davanti alla porta di casa sua. Entriamo nel suo appartamento e il caldo finalmente mi avvolge.
«Prendo solo il cappello e poi tolgo il disturbo», dico più a me stessa che a lui.
Heden mi guarda con una strana emozione negli occhi, una che non avevo mai visto.
«No, ti prego rimani...» dice con un filo di voce e sento il mio cuore battere più forte.
Mi prendo un attimo per riflettere sulla sua proposta.
«Sono tutta bagnata...» provo a controbattere ma la mia voce mi tradisce e la mia svogliatezza traspare senza ombra di dubbio.
«Tutte scuse...» dice lui con un sorrisetto sulle labbra che credo di sapere a che cosa sia dovuto. Alla mia risposta.
Potrei rimanere solo per cena e poi andarmene più tardi... se non fossi bagnata fradicia.
«Non è vero... morirò di freddo tra poco.» esclamo incrociando le braccia sotto il seno e vedo il suo sguardo posarsi proprio su di esso. Presa dal disagio sciolgo subito le mie braccia e le porto lungo i fianchi spostando il peso del mio corpo da una gamba all'altra.
Distoglie lo sguardo dal mio seno e apre la bocca come se dovesse dire qualcosa, ma ci ripensa.
Però quanto mi piacerebbe poter rimanere con lui e concludere in bellezza la giornata...
Lui sembra riflettere una manciata di secondi e poi esordisce: «Vieni con me», mi prende per un polso e mi trascina a passo svelto con se.
Entriamo in quella che suppongo sia la sua camera.
So di esserci stata e di aver dormito sopra il letto che troneggia in mezzo alla stanza, ma non ricordo molto di quella sera. Ero ubriaca e il giorno seguente avevo un male alla testa estenuante.
Il sorriso mi si spegne all'istante quando ricordo l'acidità che c'era nelle parole che mi aveva buttato addosso, il giorno seguente alla serata della mia sbronza epica.
Un brivido di disgusto percorre tutta la mia spina dorsale e lui deve rendersene conto, perché smette di guardare nel suo armadio e rivolge la sua attenzione su di me.
«Mi dispiace tanto...», si giustifica con la voce smorzata da quello che sembrerebbe imbarazzo.
«Non fa niente», taglio corto. Non mi va di tornare sull'argomento adesso quindi aggiungo quasi ridendo: «Dovrei mettermi qualcosa di tuo?»
«Non hai altra scelta...» mi ricorda lui con un sorrisetto malizioso ad increspargli le labbra. Sembra che la cosa lo entusiasmi parecchio.
«D'accordo, allora muoviti!» dico sbruffando. Devo aver fatto una smorfia davvero esilarante perché lui inizia a ridere e per poco non gli vengono le lacrime agli occhi.
Solo quando gli assesto una gomitata nella pancia cerca di ricomporsi, ma invano.
Lo lascio perdere e mi avvicino al suo armadio, scelgo il pantalone di una tuta non troppo grande, una canotta bianca senza maniche ed una felpa.
Mi avvio verso quello che penso sia il bagno e mi chiudo la porta alle spalle senza neanche girare la chiave nella serratura, ho paura di rimanere chiusa nel suo bagno.
Mi sorprende vedere un bagno così pulito e ordinato... è palese che non c'è quasi mai a casa.
Mi sono già tolta la maglietta quando Heden bussa alla porta chiedendomi se può entrare. Lo ignoro completamente, non lo calcolo più e lui stranamente molla l'osso troppo presto per i suoi canoni, rimango colpita.
Mi finisco di svestire, mi lavo per bene e sorge un problema quando è ora di asciugarmi...
Provo a chiamarlo e dopo la terza volta che ripeto il suo nome lui arriva in mio soccorso ridendo.
«Ti prego non guardare!» lo imploro quando entra. Lui per tutta risposta si porta una mano davanti agli occhi.
Fruga per qualche minuto in un mobiletto ed io non riesco a contenermi: «Sbrigati!»
«Non è facile cercare qualcosa con una mano davanti agli occhi!» esclama lui ed io non riesco a trattenere una risata divertita.
Mente continua a cercare mi chiede: «Va bene la pizza?»
«Per me non ci sono problemi.» rispondo senza neanche pensarci e prego con tutta me stessa che trovi il più presto possibile quel dannato accappatoio.
«Trovato!» esclama prima di poggiarlo sul bordo della doccia e uscire dal bagno.
Esco dalla doccia, mi vesto lasciando aperta la cerniera della felpa e solo in quel momento riesco ad accorgermi che la canotta fascia parecchio il mio seno prosperoso e il pantalone della tuta non mi va troppo larga.
Mi asciugo i capelli biondi che formano morbide onde naturali e dopodiché torno in salotto dove trovo Heden davanti alla TV.
Quando sente i miei passi si volta verso di me e mi fissa con insistenza quasi come per volermi incidere nella sua memoria. È alquanto imbarazzante essere scrutata in questo modo da lui.
«Questi dove li metto?» chiedo al padrone di casa indicando i miei indumenti zuppi d'acqua.
«Puoi lavarli. Nella lavanderia ho la lavatrice e l'asciugatrice... per domani mattina saranno pronti.» mi risponde alzandosi dal divano e venendomi incontro.
«Ma io questa sera devo tornare a casa...» dico con talmente poca convinzione che sembra che non ci creda neppure io.
Si avvicina talmente tanto che mi mette agitazione averlo a pochi centimetri da me. Non so come comportarmi.
Mi cinge i fianchi con le sue braccia possenti, mi bacia la fronte e poi mi dice: «Resta con me», i suoi occhi parlano e dicono le stesse tre parole che ha appena pronunciato: Resta con me.
A quelle parole tutta la parte razionale del mio cervello fa le valige e parte con un biglietto di sola andata.
Resta con me. Resta con me. Resta con me.
Per me queste semplici tre parole vogliono dire tanto. Vogliono dire che lui vuole la mia presenza...
Deve essere davvero brutto abitare da soli se chiede a me di restare con lui... ma sarò felice di accontentarlo.
«Resto.»
Dopo quella mia ultima rassicurazione lui mi avvicina di più a se e mi posa una scia di baci a partire da dietro l'orecchio, lungo la mascella per terminare con uno sul mento. Qualcosa dentro di me si accende. Un fuoco all'altezza del basso ventre si innesca, il desiderio arde dentro di me.
Per fortuna lui si allontana prima che entrambi perdiamo il controllo e mi avvisa che va a farsi una doccia anche lui.
Porto la mia roba in lavanderia e la metto a lavare nella lavatrice, poi ritorno in salotto e vedo che ha già apparecchiato la tavola prima di andarsi a fare la doccia.
Allora si impegna una volta tanto nella vita!
Mi affaccio dalla vetrata e vedo il paesaggio completamente innevato e questa visuale mi riporta a quando ero bambina...
Quando, sotto i periodi di natale, io e mio fratello giocavamo in cortile alla battaglia di palle di neve e poi arrivavano i mei genitori e mia madre si schierava dalla mia parte, mentre mio padre si schierava dalla parte di mio fratello. Finivamo sempre tutti e quattro fradici e stesi in mezzo allo spesso strato di neve.
Sorrido a quello che è rimasto uno dei pochi ricordi felici della mia infanzia.
Vengo distratta dal suo ingresso.
«Ti stanno proprio bene i miei vestiti...» dice squadrandomi da capo a piedi. Lui indossa un pantalone di cotone morbido blu con una maglietta bianca a tinta unita.
È allucinante quanto lui riesca a essere sexy anche vestito con abiti così semplici.
«Sono io che so indossarli con stile!» lo punzecchio.
Fa per ribattere ma il suono del campanello lo precede. Si volta verso l'ingresso e cammina velocemente fino ad arrivare alla porta.
Con movimenti veloci paga e si richiude la porta alle spalle con due cartoni di pizza in mano.
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare le nostre pizze con calma.
«Avevo una fame assurda...» esordisce lui tra un boccone ed un altro.
«Anch'io a dire il vero», dico un po' timidamente.
«Non ti devi vergognare quando sei con me.»
«Non mi vergogno, sono solo un po'...» cerco le parole giuste per esprimermi ma non ci riesco.
«Un po'...?» chiede lui impaziente.
«Non lo so... mi fai questo effetto. Quando sono con te niente è certo, niente è sicura; io non sono sicura di niente e mi fai sentire strana.»
«Davvero?» sembra sorpreso e, forse... felice?
«Si» subito dopo aver pronunciato quelle due lettere in segno di conferma sento le guance andarmi a fuoco e cerco di coprirmi coprirle con i capelli.
«Non nasconderti!» mi dice con voce calma e bassa sotto forma di un rimprovero dolce. Poi aggiunge: «Menomale che non puoi leggermi nel pensiero...»
Non capisco cosa voglia dirmi con quella frase, così chiedo: «Perché?»
«Perché altrimenti scopriresti come mi sento io quando sono con te, e non so che idea ti faresti di me.» dice con un sorrisetto malizioso appoggiando entrambi i gomiti contro lo schienale della sedia.
«Ehi! Non è giusto! Io prima ti ho detto come mi fai sentire adesso tocca a te!» esclamo con il tono di voce di una bambina di cinque anni.
Lui scuote la testa ridendo irremovibile.
Mi alzo dalla sedia e mi posiziono dietro la sua in piedi. Gli infilo le mani nei capelli e inizio a massaggiare la sua testa e a giocherellare con i suoi capelli ribelli.
«Ora me lo dici?» chiedo con un tono di voce dolce.
«Umm... forse», risponde chiudendo gli occhi e rilassandosi completamente sotto il mio tocco delicato.
Prevedo una lunga serata...

✨✨✨

Buona sera!
Rieccoci qui... questo è un capitolo di passaggio. Nel prossimo capitolo prevedo novità...
Abbiamo raggiunto le 1000 visualizzazioni! Magari non sono tantissime, ma per me significano davvero molto.
Ho ricevuto dei commenti che mi hanno spronato a proseguire la storia e la mia testolina si sta attivando per pianificare il futuro di Astrid e Heden.
Detto ciò ringrazio tutti coloro che hanno commentato, votato e visualizzato i capitoli di questa mia prima storia.
-GRAZIE INFINITE-
A questo punto vi auguro un fantastico venerdì sera, perdonate eventuali errori e grazie per aver letto fin qui❤️

✨✨✨

Questione di scelteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora