32. Forse sarebbe stato meglio non saperne di più.

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Una settimana. Un'intera settimana senza vederlo. Un'intera settimana senza avere sue notizie. Un'intera settimana senza avere una risposta alla domanda che tanto mi sta tormentando.
In questi ultimi sette giorni l'ho cercato a scuola in tutte le aule, ma non c'era. Ho chiesto di lui a chiunque e solo una ragazza mi ha detto, in malo modo, che non si è presentato a lezione da parecchi giorni.
Perché? Sta male?
Ecco, mi sta salendo la paranoia... sono onestamente preoccupata per lui. Gli avevo promesso di aiutarlo, ma se lui non mi parla, sparisce così senza dare una spiegazione io come posso aiutarlo? Insomma come pretende che io possa aiutarlo se non so neppure dov'è?
Dannazione.
Non è una mossa grandiosa non farsi più vivo, ma anche io mi sono comportata così quando sono morti i miei genitori e quando è morto Ash.
Anzi... quando è morto lui mi sono letteralmente isolata. Odiavo e non volevo vedere ogni cosa che respirava. Non sopportavo niente e nessuno...
Scaccio velocemente il ricordo di me in quelle condizioni pessime e mi affretto ad entrare in casa.
In questa ultima settimana ho deciso di raccontare "la mia storia" a Julia e ad Oliver che mi hanno ascoltata con attenzione e preoccupazione. Ho trovato in loro tanta solidarietà.
Il clima freddo mi ha reso le mani e i piedi dei pezzi di ghiaccio.
Appoggio tutte le buste della spesa sul bancone della cucina e ripongo in ordine il cappello, la giacca e le scarpe.
Questa mattina mi sono svegliata presto, nonostante sia Sabato.
Inizio a preparare le lasagne e le bistecche impanate perché siamo in sette a pranzo e io devo cucinare per tutti.
Mi sono svegliata alle sei e mezza del mattino così ho fatto la colazione insieme a David e, subito dopo che lui ha richiuso la porta alle sue spalle mi sono messa a pulire per bene tutta la casa. Adesso c'è un profumo di pulito stupendo.
Ho aperto le finestre per cambiare aria, ma poi si gelava così ho alzato la temperatura del riscaldamento mentre sono uscita a fare la spesa.
Quando sono tornata ho trovato tutta la casa calda e accogliente.
Il dolce l'ho già fatto ieri sera e adesso devo infornare le lasagne.
Friggo le bistecche impanate e le patatine, griglio un po' di salsiccia e preparo la tavola.
In men che non si dica ho cucinato tutto e ripulito la cucina.
Adesso cosa posso fare? Cosa manca?
Perché non fare dei salatini? Preparo della pasta sfoglia e do vita a dei salatini dall'aspetto delizioso.
Mi sono superata questa volta!
Inforno le mie delizie e appena richiudo lo sportellino del forno bussano alla porta.
In teoria non dovrebbe arrivare ancora nessuno a quest'ora... manca ancora mezz'ora al orario che avevamo stabilito.
Aprendo la porta vedo il volto un po' arrossato dal freddo di Vanessa che mi sorride.
Sono un po' delusa... Chi credevi che fosse Astrid? Non rispondo alla domanda, non riesco ad ammetterlo.
«Entra, fa freddissimo fuori!», le dico. Sono una freddolosa per natura. Anche mia madre lo era, penso di averlo ereditato da lei.
Mi manca davvero tanto! Avrei voglia di abbracciarla ogni tanto. Vorrei sentirle pronunciare qualche parola affettuosa. Vorrei poter parlare con lei dei miei problemi come fanno tutte le ragazze della mia età.
«C'è un odorino favoloso qui dentro!» afferma lei. Poi aggiunge: «Ero venuta un attimo prima per aiutarti ma vedo che hai già fatto tutto alla grande!»
«Già.» pensare a mia madre mi ha rattristata un po'...
«Che hai?», mi chiede lei.
Okay, forse un bel po'.
«Niente!», riesco a sembrare convincente.
Mi avvicino al forno per controllare la cottura dei salatini e lei sembra stupita.
«Hai fatto dei salatini?!», mi chiede in estasi.
«Si. Avevo un po' di tempo quindi...» non mi fa finire la frase. Mi interrompe.
«Sei un genio! Preparo una bevanda alcolica per fare l'aperitivo!», esclama afferrando alcune bottiglie di alcolici e della menta. In risposta faccio un cenno con il capo per farle capire che per me va bene.
Scommetto che vuole provare a fare il mojito.
La guardo trafficare con il ghiaccio, le bottiglie di alcol e la menta. Mi stupisce quando mi chiede, senza distogliere lo sguardo da quello che sta facendo: «Con Nathan come va?»
Un brivido mi percorre la schiena.
«Bene» taglio corto, ma lei sta aspettando un altro tipo di risposta e non sentendola uscire dalle mie labbra alza lo sguardo su di me per qualche secondo.
«Siamo solo amici. Insomma, io lo vedo come un amico, non potrei mai vederlo per qualcosa di più. Mi aiuta tanto con i problemi che ho con me stessa. Voi pensate che, siccome passiamo molto tempo insieme, io sono attratta da lui, ma non è così... non ho notizie da una settimana dell'unica persona per cui provo una sorta di attrazione.» dico in tono calmo e basso. Tanto so che lei ha capito da chi sono attratta, non è un segreto. Dirlo così apertamente però non è da me, mi mette un po' a disagio.
Lei alza lo sguardo su di me e dice: «Heden?», muovo la testa in su e in giù lentamente.
«Io so che tuo fratello all'inizio era contrario al fatto che tu lo conoscessi a causa delle voci che circolano in giro, ma...» la interrompo.
«Quali voci?», chiedo curiosa di sapere qualcosa in più sul suo conto.
«Cose stupide che si sarà inventato qualche imbecille...» taglia corto lei.
«A che proposito?» sono troppo curiosa.
Proprio quando è sul punto di sputare il rospo suonano al campanello e lei si affretta ad andare ad aprire per non finire la nostra conversazione.
Voglio saperne di più!
Nathan entra nella stanza e si sporge verso di me per posarmi un bacio sulla guancia. Mi porge un vassoio, dove credo ci siano pasticcini, e un mazzo di rose.
«E questi sono per...?», chiedo indicando il mazzo di fiori.
«Per te!» dice facendo finta di non aver capito la mia domanda. Ridacchio e vedo Vanessa dietro di Nathan che mi fa l'occhiolino.
Alzo gli occhi al cielo sorridendo e riformulo la domanda: «Perché mi hai regalato questi fiori?»
Mi guarda, mi sorride e poi dice: «Perché ne avevo voglia.»
«Bè, grazie. Non dovevi disturbarti...» non so cos'altro dire.
Sento il campanello suonare e, siccome Vanessa sta finendo di fare quello che penso sia un mojito, appoggio il vassoio di pasticcini e i fiori per andare ad aprire la porta.
Trovo David sulla soglia che trema di freddo. Mi sposto un po' per farlo entrare e lui dice subito: «Non dire te l'avevo detto.»
«Te l'avevo detto!» mi guarda corrucciando la fronte, così aggiungo: «Ops!»
Prima che uscisse questa mattina gli avevo detto di portarsi una giacca più pesante e un maglione a maniche lunghe perché ormai siamo oltre la metà di novembre e fa freddo, ma lui testardo come al solito non ha voluto ascoltarmi quindi fuori moriva di freddo.
Gli sta bene! Deve imparare ad ascoltarmi di più... io dico sempre la cosa giusta.
Forse non proprio sempre...
David arriva in salotto e saluta tutti, dopodiché si precipita in bagno a farsi la doccia.
Ritorno dagli altri due che smettono subito di parlare appena io entro nella stanza. Perché?
«Allora io vado a prendere una cosa che... mi sono dimenticata nella borsa.» farfuglia Vanessa a disagio. È palese che vuole lasciarci da soli e io ridacchio in silenzio della scusa patetica che ha trovato per allontanarsi.
Appena lei sparisce dietro l'angolo lui rompe il silenzio: «Lei me ne ha parlato... perché non me l'hai detto?» è troppo vago, non riesco a capire di che cosa sta parlando. Non voglio fare figure pessime iniziando a parlare di qualcos'altro.
«A cosa ti riferisci?», chiedo.
«Ad Heden. Penso si chiami così quel ragazzo che...» inizia, ma non lo lascio finire.
«E cosa avrei dovuto dirti? Che conosco un ragazzo? Perché si da il caso che io ne conosca più di uno... io e lui non siamo niente come ve lo devo dire?!» dico scocciata.
«Io non volevo offenderti... solo che mi sarebbe piaciuto se mi avessi parlato tu stessa di lui.»
«Ma noi non stiamo insieme porca miseria!» appena pronuncio quelle parole suonano al campanello.
Mi allontano velocemente e vado ad aprire la porta.
Vedo Julia e Oliver con un sorriso stampato in faccia. Ci salutiamo e poi raggiungiamo Vanessa, Nathan e David.
Presento loro i miei due compagni di classe e sembra che vadano subito d'accordo. Iniziamo a fare tutti un po' di conversazione aspettando Liam, il solito ritardatario...
Quando anche Liam si degna di arrivare, ci accomodiamo a tavola e iniziamo a mangiare tutto ciò che ho preparato e il mojito che ha preparato Vanessa.
Gustiamo la mia torta a base di Nutella e panna, e devo ammettere che non mi era mai venuta così bene.
Noi ragazze ci diamo da fare subito dopo aver finito di mangiare. Julia sparecchia la tavola, Io carico la lavastoviglie e Vanessa pulisce la cucina e il pavimento, mentre i ragazzi stanno stravaccati sul divano davanti alla TV.
Uomini...
Quando noi ragazze abbiamo finito di riordinare tutto decidiamo di giocare tutti insieme a poker.
Ovviamente in un primo momento vince Liam, che barando è riuscito a fregarci tutti, ma Nathan è furbo e lo conosce da un sacco di tempo... sa quali sono i suoi trucchi per vincere, così l'ha smascherato.
Verso le cinque del pomeriggio i ragazzi tornano a casa e David esce per fare una commissione. Rimaniamo solo io e Vanessa in casa e devo assolutamente chiederle di dirmi quali voci girano sul conto di Heden. Voglio saperlo!
«Allora?» chiedo insistente.
«Allora cosa?» dice lei senza capire.
«Quali voci girano sul suo conto?»
«Non darci peso, io non so neanche se sono vere, ma forse è meglio che tu lo sappia...» dice in tono triste.
«Che io sappia cosa? Mi sto spaventando Vane.»
Lei prende un grosso respiro e poi dice: «L'hanno visto con una ragazza e con un neonato tra le braccia... si pensa sia suo figlio.» dice con voce bassa.
Che cosa?! Lui... ha un figlio?
«No. Impossibile!» dico più a me stessa che a lei.
«Il fatto è che quando qualcuno gli chiede qualcosa al riguardo lui non nega... non risponde. Quindi si da per scontato che... che abbia un figlio.»
Non ci riesco a credere. Mi fa male il petto.
Come mai non me l'ha detto? Avrei dovuto saperlo da lui!
Adesso che ci penso tutto si collega; lui che dice al telefono che mi deve parlare ma poi non mi parla, poi sparisce e io scopro questo!
Che schifo...
Una lacrima mi scende sulle guance.
Forse sarebbe stato meglio non saperne di più.

✨✨✨

Buon pomeriggio a tutti!!!
Siamo al trentaduesimo capitolo, vi è piaciuto?
Scopriamo un nuovo segreto su Heden che sarebbe stato meglio non sapere per Astrid. Questo segreto per lei è troppo da sopportare non sapendo neanche se sia vero o meno.
Sto continuando a correggere i capitoli precedenti e per questo motivo sono lenta a pubblicare...
Vorrei avere un vostro parere, vi piace lo sviluppo della storia?
Perdonate eventuali errori e grazie per aver letto fin qui ❤️

✨✨✨

Questione di scelteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora