Problemi mentali e gente nuda

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Lo spinsi dentro casa e chiusi la porta alle mie spalle, sperando che non sbattesse.

Le labbra di Cameron percorrevano linee imprecise sul mio collo, poi verso la mascella e poi giù, sulla clavicola.

Cosa stavo facendo?

Oggettivamente parlando, ero solo una ragazza che stava per fare sesso con lo spogliarellista di un night club...

So cliché.

Sbattei un fianco contro qualcosa di duro e mi accorsi di aver raggiunto il bancone della cucina. Lasciai un altro bacio sulle labbra del mio partner e lui mi aiutò a sedermici sopra, afferrando la mia vita e sollevandomi da terra come se pesassi quanto una piuma.

Quando fui sicura di non correre il pericolo di cadere, mi immersi nuovamente in quella danza di labbra e mani.

Da troppo tempo non toccavo un corpo in quel modo. Da troppo tempo qualcuno non toccava il mio.

Strinsi le dita tra i suoi capelli e lo avvicinai di più a me, spingendo la sua bocca contro la mia.

Sentivo i suoi palmi fremere contro la mia schiena, sulla vita e lungo le cosce. Ogni centimetro che percorrevano era una dolce tentazione a dargli sempre di più.

Cameron non aveva ancora provato a sfilarmi la maglietta o armeggiare con il bottone dei miei pantaloni, aveva solo lasciato che ci baciassimo come due veri amanti. Nulla di più.

Non volevo che le cose scivolassero via troppo in fretta, volevo godermi quel momento.

Casa mia era completamente immersa nel silenzio, la luce entrava attraverso le vetrate del balcone e illuminavano l'ambiente in modo perfetto. Se fossi stata un occhio esterno, avrei voluto immortalare quel momento.

Gli unici rumori che si sentivano erano i nostri respiri e i nostri corpi che si muovevano.

Lasciai scorrere qualche altro istante e poi infilai le dita di entrambe le mani sotto la sua maglietta.

I polpastrelli incontrarono la pelle rovente del suo dorso e riuscii a sentire i muscoli fremere a contatto con il mio corpo.

Le dita delinearono il contorno dei suoi addominali e poi decisi di sfilargli la maglietta.

Riuscii anche io a togliermi la giacca, per poi far scontrare le mie braccia contro il suo corpo seminudo.

Non ci volle molto prima che le sue mani forti afferrassero le mie cosce e mi sollevassero dal bancone.

Rimasi aggrappata a lui e ci spostammo nella mia camera da letto.

Proprio in quell'istante, realizzai la mia fortuna nel vivere da sola.

Se fossi rimasta a casa con i miei non avrei mai potuto fare una cosa del genere.

Abbandonai quel pensiero superficiale e tornai al mio copro premuto contro quello di Cameron.

Volevo che mi spogliasse, avevo bisogno di sentirlo di più contro di me.

Si piegò e mi poggiò dolcemente sul materasso, piegando le ginocchia e trascinandosi con me al centro del letto.

Le sue dita scivolarono sulle mie braccia, poi contro il tessuto della maglietta e, infine, raggiunsero l'orlo di essa, intrufolandosi al di sotto e rubandomi un sospiro.

Stavo per strapparmi quella cosa di dosso. Se non l'avesse fatto lui l'avrei fatto io!

Il suo tocco caldo mi fece venire la pelle d'oca e le sue labbra non si permisero neanche un momento di tregua, anzi, si scostarono dalla mia bocca e si dedicarono al mio collo, mandandomi completamente in estasi.

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