Sierra passione vendetta

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I passi che avevo appena compiuto verso il tavolo con Destan e tutti gli altri ballerini risuonarono nella mia testa come rintocchi di un orologio a pendolo. Mi fermai dietro la sedia di Travis e mi imposi di sorridere come una normale ragazza e non come una squilibrata con una paralisi facciale.

Le due fanciulle carine e ricoperte di luccichii mi avevano seguita come due fedeli cagnolini e adesso aspettavano che le presentassi a quella ciurma di screanzati con a capo il mio vicino di casa.

Avrei preferito tagliarmi la lingua piuttosto che sottopormi a quella tortura, ma ero stata pagata quindi non potevo più tirarmi indietro.

Ma dannazione, perché avevo delle pietre roventi al posto dello stomaco? E perché mi sembrava quasi di non riuscire più a respirare per via di tutta quella pressione?

Quando Destan ci notò e alzò lo sguardo su di me tutto divenne offuscato e nella mia testa vidi solo e soltanto lui.

Il mio respiro sembrò l'unico rumore nella stanza e il suo viso un quadro troppo bello da cui non riuscivo a distogliere lo sguardo.

Sorridi, Elara. Sorridi.

E così feci, sentendo le labbra tirare in modo inconsueto.

Qualcuno mi toccò la manica. Abbassai lo sguardo.

«Va tutto bene?» chiese Travis, rivolgendomi un'occhiata preoccupata.

Destan sembrava preoccupato quanto lui e i suoi occhi non facevano che seguire i nostri movimenti.

«Certo, tutto a meraviglia!» Trillai, fingendo spensieratezza e rimuovendo la mia mano dalla sua.

Non parve crederci, ma non aggiunse altro, così mi spostai di lato e lasciai che Adelina e Guendalina facessero la loro comparsa.

Gli sguardi di ammirazione non si sprecarono e le due ragazze sembrarono apprezzare tutte quelle attenzioni.

Intanto io mi stavo bruciando internamente, come se dell'acido fosse appena stato versato al centro del mio petto.

Mi schiarii la voce, sperando di poter coprire quella stretta orribile.

«Ragazzi, loro due sono...» Mi bloccai.

Si erano presentate?

Le guardai allarmata e loro mi tolsero dall'impiccio presentandosi da sole.

«Pouline e Ashley» disse quella più grande.

«Già... Ecco... Ehm. Divertitevi.» Troncai poi, capendo che, forse era arrivato il momento giusto per darsela a gambe.

Stare lì e vedere le due ragazze attirare l'attenzione di Destan e gli altri come se fosse l'unica cosa importante nella loro vita, non fece altro che farmi stare peggio.

Meglio tornare a lavoro...

In più il suo sguardo mi stava accarezzando la pelle come una piuma che, dolcemente, cade al suolo, e non potevo più sostenere quel desiderio assurdo di guardarlo e poi, semplicemente... sorridere.

Mi voltai proprio mentre Travis urlava: «Elara, attenta!»

Ci fu una botta che mi colpì sul petto. Un secondo dopo ero con il sedere sul pavimento e con la maglietta fradicia di qualcosa che sapeva vagamente di pesce e alcool.

Che serata di merda.

Prima di capire chi fosse stato l'artefice di quel disastro, abbassai gli occhi sulla mia divisa e la trovai zuppa d'acqua putrida e maleodorante. Perfino alcune ciocche di capelli erano rimaste impigliate in quell'orribile scherzo del destino

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