Torta acida

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Quando raggiunsi Travis, mi stava aspettando già seduto ad un tavolo. C'erano due piatti davanti a lui e quello che sembrava un frullato alla fragola.

Cameron mi aveva seguita lungo il percorso, ma poi aveva deciso di lasciare che io e il suo amico parlassimo in privato e si era diretto verso il bancone.

Lo avevo osservato andare via e un peso mi aveva stretto lo stomaco così tanto che mi era mancato il respiro.

Perché non avevo provato le stesse sensazioni della prima volta che l'avevamo fatto?

Perché i suoi occhi azzurri non mi avevano stregato e le sue mani non erano riuscite a farmi sciogliere del tutto?

Che fosse la sindrome premestruale?

Qualunque cosa fosse, non mi andava a genio. Cameron era un ragazzo da urlo, con quei suoi modi di fare da bello e tenebroso, quella camminata sicura e quello sguardo di ghiaccio, eppure qualcosa mancava, non riuscivo più a dire che mi piacesse così tanto come prima.

Scossi la testa e mi accorsi di essermi fermata in mezzo alla sala, con gli occhi puntati sui suoi glutei sodi e la faccia da stoccafisso.

Voltai la testa e mi accorsi che Travis mi stava fissando come se fossi l'animale più interessante del pianeta Terra. Chissà cosa gli stava passando per la mente.

Quando lo raggiunsi lui stava picchiettando nervosamente il dito contro la superficie del tavolo, sembrava che i suoi occhi verdi fossero interessati solo al cambiamento della mia mimica facciale e questo mi stava mettendo in soggezione come non mai.

Mi venne in mente il colloquio con George, suo padre, anche con lui non mi ero sentita esattamente a mio agio, mi aveva rivolto solo occhiate penetranti e qualsiasi cosa dicesse mi era sembrata una minaccia di morte.

Probabilmente mi facevo solo prendere troppo dall'ansia...

Mi schiarii la gola e afferrai uno dei due piattini posti davanti a noi, contenevano una fetta di cheescake all'arancia.

«Dimmi» lo incalzai subito dopo, impugnando una forchettina da dessert e soppesandola tra le dita.

L'avrei potuta utilizzare come arma, in caso di pericolo...

Elara, smettila di fare la bambina. E' solo un ragazzo in una pasticceria, il massimo che può fare è strozzarti con i lacci del suo grembiulino da donna.

«Che cosa stai cercando di fare?» Chiese poi con tono d'accusa.

Rimasi in silenzio con gli occhi piantati nei suoi. Cosa voleva dire con quella domanda?

Aggrottai la fronte e fissai la torta. Non mi sembrava più così appetitosa.

«Di che stai parlando?»

Sospirò e si passò una mano tra i ricci scuri. «Sai perfettamente di cosa sto parlando. Non fare la finta tonta.»

Scossi la testa e arricciai il naso.

«Ti giuro che non sto capendo» lo rassicurai, decidendomi a provare un pezzettino di cheescake.

Mentre la portavo alla bocca e lasciavo che mi si sciogliesse sulla lingua, Travis rimase impalato a testarmi con lo sguardo.

Poi schioccò la lingua, probabilmente capendo il mio grado di ottusità.

«Cosa stai cercando di fare con Cameron e Destan?» aggiunse subito dopo, mostrandomi in modo chiaro i suoi pensieri contorti.

Aggrottai la fronte, ora completamente confusa.

«Ma di che stai parlando?»

Lo stavo innervosendo, lo vedevo da come aveva iniziato a far tremare il ginocchio della gamba che riuscivo a vedere dalla mia posizione.

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