Gelosa dopo un bacio?!

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Il ritorno a casa fu come correre a occhi chiusi in un tunnel, di tanto in tanto mi accorgevo di dover rispondere al tassista oppure di doverlo pur pagare in qualche modo e mi destavo da quella che era una vera e propria trance.

Avevo appena baciato Destan e il sapore delle sue labbra mi confondeva ancora le idee.

Non potevo credere di averlo appena fatto. Incredibile.

Scesi dal taxi guardando bene dove mettessi i piedi e salii in ascensore. Non mi ricordo bene quando schiacciai il pulsante con il numero 3, ma sta di fatto che, qualche secondo dopo, ero davanti al mio appartamento con le chiavi in mano e con lo sguardo fisso sulla toppa.

Che disastro.

Mi voltai verso la porta di fronte e il mio cuore fece un balzo.

Sarebbe venuto da me al suo ritorno?

Scossi la testa. No, non l'avrebbe fatto, probabilmente sarebbe tornato ubriaco come tutte le altre volte e si sarebbe ritrovato nuovamente incastrato con la cintura alla maniglia della sua porta e si sarebbe appisolato lì com'era già successo in passato.

Ma se invece fosse venuto a bussare alla mia porta?

Ma che diamine, mica la gente va a disturbare i vicini di casa alle quattro di notte!

Non pensarci, Elara. Entra in casa e scrivi.

Così sbloccai la porta e mi ritrovai nell'ingresso deserto.

Dovevo farmi una doccia. Una lunghissima doccia, ne avevo davvero bisogno.

Il potere dell'acqua calda può fare miracoli sulla mente di una ragazza confusa come me.

Oppure no, pensai, mentre lo scroscio dell'acqua mi tappava le orecchie e la mia fronte premeva contro la parete.

Sentivo ancora il suo corpo premuto contro il mio.

«Oh, basta Elara, svegliati!» urlai a me stessa, spingendo la porta della doccia e gettandomi fuori al più presto.

Per poco non scivolai sul tappetino, ma quel piccolo spavento servì a farmi tornare con i piedi per terra.

E, dal nervosismo, avevo pure ricominciato a parlare da sola!

Mi piantai davanti allo specchio, arrabbiata con me stessa, e puntai il dito contro la mia copia riflessa.

«Ora ti dai una calmata e riprendi a fare quello che hai sempre fatto!» ordinai, attenta a mantenere il contatto visivo con la ragazza nuda di fronte a me.

«Non hai fatto tutta questa sceneggiata quando sei andata a letto con Cameron, e con Destan ci hai solo limonato per un po'!»

Rimasi lì, ancora con il braccio alzato, poi decisi di abbassarlo, mentre mi rendevo conto di cosa avevo appena fatto.

«Oddio, sto impazzendo. Ho bisogno di dormire.»

Afferrai l'accappatoio e lo inforcai in fretta e furia, poi mi bloccai di colpo, illuminata da un'idea strabiliante.

«Oppure ho solo bisogno di scrivere!»

Così corsi verso la cucina e aprii il mio computer, decisa a buttare giù tutte le mie idee e le mie sensazioni.

Il capitolo si scrisse da solo, le parole scorrevano dalla mia testa allo schermo e, rileggendolo, mi accorsi che era proprio perfetto.

Certo, descrivere le emozioni fu abbastanza difficile, ma il risultato mi piacque, quindi lo inviai alla Eagle e decisi di alzarmi e mettermi il pigiama.

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