Tempesta

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Il 1º gennaio 2017 avevo preso una decisione, mi ero ripromessa di smettere di scrivere.
Ho concluso questo racconto nel peggiore dei modi, senza preavviso, senza darmi un'occasione.
Non voglio negare che ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto ricominciare, momenti in cui mi ripromettevo di scrivere qualcosa di mio.
Non trovavo nulla.
Non mi piaceva nulla.
Pensavo a CHI mi avrebbe letto e sapevo COSA avrebbe pensato.
Ho rinunciato.
Negli ultimi mesi ne ho passate tante, colui che credevo fosse il ragazzo d'oro mi ha miseramente abbandonata la sera di capodanno, ho perso una persona a me cara, ho litigato con la mia, ormai ex, migliore amica e il mio gruppo, la mia famiglia, si è sciolto e la cosa sembra totalmente irrimediabile.
Dentro di me è mancato qualcosa, c'è stato un mare calmo, fin troppo stanco per ribellarsi alle molteplici emozioni che ho provato.

Mi sono spenta come candela lasciata al vento e con me, la necessità di scrivere e di raccontare.
In pochi lo sanno, sarò sincera, ma per undici mesi in me non c'è stato nulla se non un inesorabile vuoto.
Oggi però la tempesta si è risvegliata, quella mia vocina che trasforma le mie banali giornate in racconti si è destata dal sonno, come la bella addormentata quando venne baciata dal principe Filippo...

Lo ammetto. Non sono semplice da comprendere, non lo sono mai stata e molte volte nemmeno io capisco ciò che voglio. Ma l'unica cosa che so di me stessa è
che ho bisogno di vomitare fuori ciò che a voce non riesco a dire agli altri e l'unico modo per farlo è questo.

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