Thomas: riti della sera

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"Ci sono molte vie per raggiungere la felicità, la danza è una di queste"

-anonimo

Thomas si voltò bruscamente ed incontrò lo sguardo sogghignante di Oto,  la pelle del suo viso era coperta da disegni bianchi, sinuosi morbidi che descrivevano linee semicircolari. Sembrava che non aspettasse null'altro se non cominciare a danzare vorticosamente, il suo sguardo brillava di energia. Jacqueline le lanciò uno sguardo fulminante, Oto ridacchiò, poi si voltò e corse verso il fuoco. Il ragazzo sorrise e fece per seguirla, ma vide che Jacqueline aveva le sopracciglia aggrottate in un'espressione grave.

Thomas pensò che sembrasse una bambina a cui era appena stato sottratto un giocattolo, il Cerchio, come se avesse intuito i suoi pensieri, avvampò. Comprese il motivo per cui Jacqueline aveva assunto quell' espressione, camminò verso di lei e la strinse in un abbraccio. La ragazza gli gettò le braccia al collo e lo baciò assicurandosi che Oto li stesse guardando. L'artefice dell'acqua sorrise contro le sue labbra, le fiamme di quella infantile gelosia lo divertivano.

Pochi istanti dopo erano entrambi davanti al fuoco del villaggio Syan. Le fiamme mandavano bagliori color sangue sui volti dei compagni di Thomas. I Syan avevano dipinto sui loro visi disegni identici a quelli che aveva Oto, solo i colori erano diversi. Quelli dell'artefice dell'acqua erano azzurro acceso, quelli di Elija verde smeraldo, Henry li aveva grigi così come quelli di Jona, mentre su Jacqueline erano stati tracciati dei segni rossi. L'aria era carica di magia e l'eccitazione di tutti era palpabile. Una donna coi capelli ricci e setosi cominciò a colpire un tamburo con un ritmo veloce e regolare, subito un ragazzo iniziò a soffiare in un flauto d'osso. Una melodia esotica e tribale cominciò ad echeggiare nella foresta lussureggiante dello stretto di Danesh. Si potevano quasi vedere le note volare ed insediarsi tra i presenti come serpenti variopinti. Una voce soave ed acuta intonò delle parole in una lingua sconosciuta ed Oto si mosse vicino al fuoco.

I suoi piedi presero a vorticare e a sollevare la polvere da terra, portò le braccia in alto facendo ondeggiare i fianchi, immediatamente si unirono a lei alcuni membri del popolo Syan che ripeterono gli stessi movimenti.

I bagliori delle fiamme si aggiunsero ai colori dei volti dipinti e, per un momento, sembrò fare tutto parte di un unico insieme di forme, luci e suoni. La musica dei Syan entrò nel cuore di Thomas e parve restare ingabbiata tra le sue costole ,come un uccello, mentre egli osservava gli indigeni vorticare e ondeggiare. Un giovane Syan si chinò verso Jona e la invitò a danzare con lui, l'artefice dell'aria esitò un momento, poi seguì il ragazzo dalla pelle ambrata. Anche Elija si unì a loro.

Thomas vide che Jacqueline fremeva dalla voglia di danzare. Probabilmente, era l'effetto della musica Syan: l'uccello chiuso all'interno della sua cassa toracica scalpitava per uscire e cominciare a volare. Guardò Jacqueline, il suo volto percorso da linee di fuoco pareva brillare nella notte, le porse la mano. Si alzarono come se non avessero mai aspettato altro nella vita e cominciarono a ballare insieme agli altri. Thomas si sentì inebriato dalla sensazione trasmessa da quella danza. Il profumo della foresta si mescolava a quello delle spezie che Temur lanciava nel fuoco a intervalli regolari, la musica deliziava le sue orecchie mentre i suoi piedi scalzi sollevavano la polvere. Il volatile dentro di lui volteggiò e provò una sensazione alla quale non fu capace di dare un nome, un senso di gioia, pienezza e completezza lo riempiva. Si sentì in armonia con qualsiasi cosa, col mare, con il vento, con le piante, col fuoco ma soprattutto col suo elemento: l'acqua. Prese per mano Jacqueline e la fece vorticare su sè stessa, lei rise e compì un'altra giravolta.

L'ipotetico uccello rinchiuso tra le sue costole continuava a dibattersi, così forte che a Thomas parve di collassare.

Improvvisamente, così come quell'incanto era cominciato, finì. La ragazza riccia smise di battere il tamburo, Temur non lanciò più le sue spezie nel fuoco e l'uccello che era rimasto imprigionato nel corpo del ragazzo si dissolse come nebbia al sole. Tutti erano come pietrificati.

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