Jacqueline: l' Elva

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Alcuni luoghi sono un enigma.

Altri una spiegazione.

-Fabrizio Caramagna

Jacqueline rinvenne lentamente e,per la seconda volta nella giornata , la prima cosa che vide fu il volto di Thomas.

Si rialzò e volse lo sguardo verso Henry.
L'artefice brillava di luce bianca e si spostava velocissimo impugnando il suo bastone, raffiche di vento fortissime scuotevano gli alberi della foresta che disorientavano l'enorme leone.
La ragazza tentò di alzarsi, ma le venne un capogiro non appena cercò di puntellarsi sui gomiti. Intanto Thomas si era ripreso dalla caduta ed era corso ad aiutare Henry, la sua lancia brillava.

Il ragazzo si lanciò sulla creatura e la infilzò nella criniera passando molto, troppo, vicino alle sciabole contenenti veleno.

"Thomas !" urlò con rabbia, lui finse di non ascoltarla. Improvvisamente una pioggia di frecce cadde dal nulla e si abbattè sulla Chimarahy che fuggì nel bosco ruggendo.

"Chi siete voi? Cosa ci fate nel bosco di Edomen? Parlate, ora!" una limpida e squillante voce risuonò nel bosco, spuntò da un' altura coperta di faggi una ragazza alta e vestita di verde. I capelli scuri e corti che le scendevano sulle spalle, dalla folta chioma bruna affioravano due orecchie a punta. Il suo vestito era composto da foglie, molto somigliante a quello della ninfa che Jacqueline aveva visto in sogno, ricadeva morbido sul corpo avvolgendola in un piacevole bagliore verde. A ogni passo le frangette di salice in fondo al vestito ondeggiavano sinuosamente. Non portava calzature, i suoi candidi piedi calpestavano il suolo della foresta senza il minimo rumore e senza sporcarsi. Aveva una faretra piena di frecce nere col pennacchio verde scuro, un arco di legno e avorio bianco. Aveva incoccato tre frecce che teneva puntate verso di loro.

"Nobile Aiwlys, siamo solo di passaggio"
"Non mi confonderai di nuovo con le tue lusinghe, Henry! Ti ho concesso solo una volta di passare per il mio bosco, hai abbattuto metà degli alberi presenti e scatenato un ciclone contro quelli restanti! Ci sono voluti mesi per far ricrescere la porzione di bosco che hai distrutto!"
"Ho dovuto farlo: Neear mi stava inseguendo"
"Non è una giustificazione sufficiente, dovresti pagare con la tua vita questo affronto"

Prima che la situazione degenerasse Jacqueline si alzò faticosamente in piedi e disse:"Un momento, ci hai appena salvato la vita, vorremmo sapere chi sei" la fanciulla le lanciò un'occhiata altezzosa e rispose con superbia.
"Il mio nome è Aiwlys, sono una degli ultimi Elvi della terra di Auriah"
Thomas e Jacqueline si presentarono a loro volta sforzandosi di sembrare amichevoli e innocui, la ringraziarono per aver messo in fuga il leone.

Dopo qualche istante l'Elva lanciò un'occhiata stupita a Thomas e, totalmente senza contesto si inchinò.
"Salute e omaggio a te, principe di Ahir Zimenia" il suo tono era pieno di reverenza. I ragazzi la guardarono stupefatti, poi rivolgendosi a Henry accigliata :"So che cerchi il castello di Edomen, è di là , verso nord" indicò un punto dritto davanti a loro. Dopo un istante aggiunse:"Che non ti veda mai più nella mia foresta" e sparì senza fare rumore.

"Cos' ha detto?" chiese Jacqueline.
"Cosa significa principe di 'Ahir Zimenia' ?" disse Thomas.

Henry lo guardò con gli occhi pieni di tristezza, come se avesse una colpa nei confronti del ragazzo, come un padre che guarda il figlio rompere un oggetto molto prezioso per errore...

"C'è qualcosa in me che non va?" chiese Thomas un po' spaventato dalla reazione di Henry.
"Vedi Thomas, Ahir Zimenia è uno dei posti più oscuri di questa terra. Molto tempo fa era la dimora di nobili signori di Auriah, ma ora é il covo di Neear..." Thomas rimase basito da quella rivelazione.

Jacqueline era più sorpresa di lui, quale connessione poteva avere Thomas con il mago più malvagio di Auriah?
Rifletté a lungo e, improvvisamente cominciò ad avere mal di testa, un gran sonno la sorprese. Decise di accasciarsi a terra e si addormentò

Il Regno Di AuriahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora