E' il tempo che hai dedicato alla tua rosa
a rendere la tua rosa così speciale
-Il Piccolo Principe
Jacqueline era rimasta turbata dall'espressione che aveva visto dipingersi sul volto dell'amico, si era chiesta come potesse essere la sua mano a farlo soffrire in quel modo. Si impose di non pensarci più e si addormentò non appena i suoi lunghi capelli castani sfiorarono il bordo del cuscino.
Non fu certo un sonno tranquillo, nel regno di Auriah raramente si fanno sonni tranquilli. Per un attimo Jacqueline credette di essersi risvegliata: si trovava sulla via che andava verso un immenso castello, era notte fonda e nel cielo brillava una luna enorme, così argentea da abbagliare.
Più avanti vide un uomo sulla
ventina che trafficava con un bastone e mormorava incantesimi. Vicino a lui una ragazza intonava una dolce melodia in una lingua sconosciuta e tesseva con un arcolaio a pedale. La fanciulla indossava un vestito preziosissimo, le spalline fatte di smeraldi a forma di foglia, il corpetto ricoperto di foglie di faggio e quercia che si alternavano in un armonioso disegno, aveva in vita una cintura fatta di fasci d'erba e la gonna del vestito era intarsiata di fili d'oro che tenevano insieme una notevole quantità di rami di salice, abbaglianti alla luce della luna.L'uomo continuò a mormorare incantesimi finché, dalla punta del suo bastone di legno, scaturì un raggio lucente color verde smeraldo e comparve una strana creatura somigliante ad un drago.
L'uomo e la donna si guardarono allarmati, ma lei non smise di tessere, si fermò solo pochi minuti dopo quando l'uomo stava ormai perdendo le energie per lo sforzo di sorvegliare il raggio verde che si stava evidentemente opponendo al suo controllo. La donna sollevò quello che aveva cucito e finalmente Jacqueline lo vide: un mantello bellissimo, verde acqua con decorazioni di foglie e di rami d'albero.
All' improvviso, il raggio verde dalla forma di drago sfuggì al controllo dell' uomo, che svenne.
Il drago si avventò sulla donna vestita di verde e, aprendo la gigantesca bocca puntellata di denti, la inghiottì. Lei urlò e lasciò cadere il mantello. Questo si impregnò di luce verde smeraldo e volteggiò come scosso da una folata di vento, il drago lucente si frantumò in mille schegge di luce e svanì. Pochi secondi dopo l'uomo rinvenne, Jacqueline non era intervenuta: paralizzata dal terrore. L'uomo si guardò intorno allarmato e chiamò a gran voce: "EDOMEN!"L'uomo raccolse il mantello che brillava di luce verde smeraldo. Lo strinse e le sue guance si bagnarono di pianto.
Lo mise al collo e scomparve continuando a chiamare la donna, ma Edomen era sparita. Jacqueline avvertì la certezza che se ne fosse andata per sempre. Provò a riferirlo all' uomo, ma il sogno scomparve e la ragazza si svegliò ansimando.
La prima cosa che vide fu il volto di Thomas che le scuoteva le spalle: "Va tutto bene? Stavi urlando..."le chiese preoccupato
Non rispose, aveva un gran mal di testa.
"Ho fatto un sogno stranissimo" gli comunicò dopo un po'.
"Cosa hai sognato?" le chiese apprensivo l'amico. La ragazza gli raccontò ciò che aveva visto, lui la ascoltò attentamente e le disse che non era in grado di dare un'interpretazione al suo sogno.
"Raccontalo a Henry dopo, ora quello che ti serve è una bella colazione, speriamo di non incontrare imprevisti nel tratto di metri che ci separano dal nostro sospirato pasto" disse Thomas e Jacqueline sorrise: la giornata cominciava bene.Attraversarono il breve spazio che divideva la loro tenda da quella di Henry, fecero una lauta colazione quasi senza parlare, ad un certo punto Henry domandò: "Jacqueline, ti va di raccontarmi cosa hai sognato?" la ragazza sospirò e raccontò loro della visione della donna vestita di verde che veniva inghiottita dal drago.
"Hai sognato un evento accaduto molti, molti anni fa" commentó Henry lisciandosi la barba.
"Quella notte il mago e artefice Philis voleva creare un mantello in grado di proteggerlo da tutti i colpi, di tutte le armi..."cominciò Henry."Ma qualcosa non è andato a buon fine" lo interruppe Jacqueline mentre Thomas fissava il suo caffelatte con mestizia.
"Mai qualcosa che vada per il verso giusto da queste parti" mormorò.
"Esattamente, Philis richiamò il potere di una creatura potentissima: il Genii. I Genii fanno parte di un ramo della famiglia dei draghi, gli assomigliano, ma sono praticamente spiriti, ma sono molto, molto pericolosi, indomabili e fortissimi, sono da anni identificati come gli essere più bellicosi al mondo e per questo chiamati 'spiriti della guerra'
Il Genii che aveva evocato Philis era avido di potere magico e ingovernabile" fece una pausa .
" Il Genii, assetato di sangue si avventò sulla cosa viva più vicina a sè: la ninfa amica di Philis che stava tessendo il mantello impregnandolo della sua magia primordiale, costei infatti, era la protettrice di questa foresta e si chiamava Edomen.Dovete sapere che molto prima di noi artefici e Lica Morpha erano gli Elvi a governare questa terra, creature molto simili agli elfi ma molto più fragili, quando arrivarono gli artefici dal sud la maggior parte di essi scomparve e di loro non rimasero che pochi discendenti tra cui le ninfe. Fu così che il potere della ninfa protettrice della foresta venne racchiuso nel primo Mantello dell' invisibilità, ed ella scomparve per sempre da questa terra..."
Jacqueline chiese: "Come ho potuto sognare oggi un evento accaduto tantissimi anni fa?" Henry trasse un lungo respiro e spiegò: "Vedete ragazzi, ad Auriah qualcuno non se ne va mai del tutto, neanche dopo la morte, e nemmeno le cose che ha fatto. Gli stessi eventi, le stesse idee, gli stessi pensieri e gli stessi poteri del passato...Rimangono nell'aria per eoni e spesso si intrecciano coi destini altrui, si introducono nelle menti delle persone presenti nel regno e ,molte volte, indirizzano a fare cose già successe...Questo perchè il passato non se ne va mai veramente, mai del tutto, lo stesso vale per coloro che hanno lasciato questa terra morendo, anch'essi non se ne andranno mai del tutto; lasceranno sempre qualcosa di grande da compiere alla loro memoria..." concluse con un velo di grigia tristezza che calava sui suoi occhi scuri.
"Allora..." esclamò Thomas all' improvviso battendosi le mani sulle cosce.
"Avevamo un mantello da recuperare, o sbaglio?" Jacqueline sorrise e pensò che quel ragazzo era sempre miracolosamente in grado di scacciare la sua malinconia.Henry ci mise un attimo a raccattare le tende: gridò una parola in una lingua sconosciuta e i due fagottini gli ricomparvero sul palmo. Jacqueline e Thomas avevano recuperato le loro armi, la ragazza si domandò quando avrebbe trovato la sua mentre camminavano lungo il sentiero di terra battuta che circoscriveva il lago.
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Il Regno Di Auriah
Fantasy{IN REVISIONE} Laghi dipinti d'argento dalla luna, spruzzi di profumi colorati sparsi sui prati, ombre d'animali misteriosi che si muovono di notte per il bosco. E poi si intravedono tre sagome nere, macchie di buio su una tela rischiarata. Due di l...