Solo gli esseri umani hanno la creatività
la capacità di cambiare la storia anziché limitarsi
a ripeterla
-The Kane Chronicles
Tutto ciò che Thomas apprese da quell'esperienza orribile fu una serie di imprecazioni.
Mentre riemergeva dai viscidi tentacoli che ancora lo stringevano convulsamente sciorinò una sfilza di insulti molto vasta.
'Lezione imparata : non farti cogliere di sorpresa' pensò.Quando uscì dalla sua prigione di tentacoli, rivedere il volto di Jacqueline e sentire di nuovo il profumo dell'aria furono le uniche cose rasserenanti della giornata.
Thomas recuperò la sua lancia che era caduta poco distante e ringraziò i suoi compagni.
"Beh è stato piuttosto incredibile che tu sia riuscita a incanalare il potere della spada, così presto, magari è veramente la tua arma...Sorprendente, davvero" si complimentò Henry, rivolgendosi a Jacqueline.
"Grazie, prima di venire interrotti stavamo parlando dell'esistenza dei mantelli dell'invisibilità giusto?" chiese la ragazza, quasi ignorando il complimento.Anche Thomas le lanciò uno sguardo colpito, la sua fermezza era stata fondamentale per salvarlo.
"Sí, i Mantelli si trovano in tre diverse regioni di Auriah il più vicino è nel bosco di Edomen , dove ci troviamo adesso" disse Henry.
I ragazzi assentirono, Thomas osservò che il sole stava tramontando e, scherzando, aggiunse che sarebbe stata una sera perfetta per un campeggio.
Henry disse che non sarebbe durato a lungo, un cupo vento stava soffiando nel bosco. "Pioverà" sentenziò l'artefice dell'aria.Procedettero per un po' a piedi sul sentiero di terra battuta che costeggiava il lago, finchè non trovarono una radura.
"E adesso come facciamo Henry? Tiriamo fuori delle tende dal cilindro?" rise Thomas.
"Fondamentalmente sí" rispose Henry e estrasse dalla sua tasca dei fagottini di stoffa e legno, li posò sul palmo della mano; pronunciò una parola in una lingua sconosciuta e gettò a terra i fagottini.Questi, immediatamente, diventarono delle spaziosissime tende :una per Thomas e Jacqueline e una per Henry.
Jacqueline notò con ilarità che Henry disponeva della tenda più grande, lui in risposta borbottò qualcosa riguardo ai meriti di anzianità. Thomas e Jacqueline si guardarono e si misero a ridere sommessamente. Per un momento non sentirono nelle loro mani il peso del mondo che dovevano salvare.Il cielo si stava tingendo dei colori bluastri del buio, il crepuscolo andava avvolgendo ogni cosa mentre il bosco giaceva nel silenzio, solo un soffio di vento agitava le foglie di tanto in tanto.
Henry si trasformò in lupo e disse mentre si ricopriva di pelo: "Vado a prendere qualcosa da arrostire, a dopo" ululò e scomparve nell'oscurità. Tutto era cosí surreale."Fa freddo qui fuori" disse Jacqueline stringendosi nel mantello che Henry aveva dato loro.
"Ti offrirei anche il mio mantello, ma credo che comporterebbe la mia morte per ipotermia e ho un regno da salvare, se non le dispiace, madame, io entrerei nella tenda".
La ragazza sorrise, il suo accento era terribile.
"Madamoisielle per piacere..." sentenziò ed entrò nella tenda.
Thomas si scoprí a sbirciare il suo sorriso, posò immediatamente lo sguardo altrove. Non appena lei fu entrata nella tenda inspirò il profumo fresco della sera e la seguì.Era ancora molto preoccupato per le due bambine, chissà dove si trovavano, da quanto tempo erano lì,cosa stavano facendo. Si chiese se stessero soffrendo, se avessero ancora speranze riguardo il loro riscatto, si rattristò improvvisamente.
Cominciò a piovere leggermente, Henry aveva avuto ragione.
Quando entrò nella tenda il ragazzo rimase profondamente sorpreso: l'ambiente era enorme e si estendeva sottoterra con molte stanze :c'erano due bagni ,due camere da letto, una cucina e un salottino. Thomas depose la sua lancia vicino al divanetto del salotto, accanto alla spada di Jacqueline. La ragazza era seduta su una delle poltroncine."Sono stanchissima, credo che andrò a farmi una doccia" non aveva tutti i torti.
"Anch'io ,ci vediamo dopo e vediamo cos'ha portato Henry" disse Thomas.
"A proposito, tu ti fidi di lui?" chiese lei.
Le lanciò uno sguardo perplesso.
"Tu No? Mi risulta difficile smentirlo dopo quello che abbiamo visto"
"Potremmo essere stati drogati, potrebbe essere tutto un sogno"
"Allora non svegliarmi, perché è davvero un bel sogno" sorrise l'artefice dell'acqua.
"Mi sembra tutto così strano qui, mi sembra di esserci già stata..." disse Jacqueline giocherellando con una ciocca di capelli.
"Convengo anch'io che questo posto è strano ma penso che dovremmo abituarci alle cose strane d'ora in poi " allargò le braccia.
"Hai ragione, dopotutto siamo stati noi a seguirlo"Terminata la conversazione Thomas scese le scale che portavano al piano della tenda interrato, siccome il primo bagno e la prima camera erano stati monopolizzati dalla ragazza, a lui toccarono quelli più in basso.
Entrò nella sua camera, era di un bel bianco decorata con manufatti di legno, illuminata da candele arancioni che diffondevano un dolce profumo ed emanavano una luce morbida, avvolgente.
Thomas entrò nel bagno e si fece la doccia, quando uscì, però, si pose un problema: come vestirsi? Non aveva portato altri vestiti con sé e siccome i suoi erano coperti dalla mucillagine dei tentscoli non poteva metterseli.
Si avvicinò all'armadio di legno di betulla che aveva notato all'entrata della stanza, al suo interno una sfilza pressoché infinita di abiti e mantelli lo abbagliò.
Sorrise e si disse che se, come diceva Jacqueline, erano stati drogati, quella che aveva usato Henry doveva essere roba davvero forte.Si pettinò i capelli neri mentre guardava l'immagine riflessa nello specchio sopra la cassettiera della sua camera.
"Ciao Thomas" sussultlò: a parlare era stata la sua immagine nello specchio.
"Chi sei?" chiese sorpreso il ragazzo.
"Non vedi? Sono te, chiamami verità, chiamami coscienza, vergogna..."
Il ragazzo lo fissò intensamente alla ricerca di qualcosa di diverso, ma il riflesso era esattamente uguale a lui, gli stessi occhi azzurro ghiaccio, gli stessi ricci neri, la stessa pelle diafana.
"Hai intenzione di continuare a ingnorare la voce della ragione?" gracchiò il riflesso.
"Riguardo a cosa?" A questo punto il riflesso inarcò un sopracciglio e incrociò le braccia osservando il ragazzo con un'espressione carica di cinico disprezzo.
"Thomas, potrai mentire a chiunque ma non puoi mentire a te stesso: tu sai di non appartenere a questo posto. Avrai un'arma e dei poteri (che non sai usare) ma sai benissimo perché non sei riuscito ad aiutare i tuoi amici oggi e perché a Jacqueline sembra di essere già stata qua mentre per te é tutto nuovo!"
"Sono arrivato solo oggi, vengo da una terra civilizzata in cui la magia e tutte queste cose non esistono, è normale che sia spaesato! "
"E come mai Jacqueline è riuscita subito ad usare la sua arma? Come mai lei prova un senso di familiarità che tu non senti? Stando a quanto dice Henry questa è casa vostra..."
"Suppongo di dovermi ancora ambientare" rispose seccato.
"Vedi di farlo in fretta, altrimenti significa che non appartieni a questo posto"
"Posso sempre tornare sulla terra"
"Senza Jacqueline?"
"Cosa ti fa pensare che voglia restare qua? Siamo appena arrivati"
"Non vedi come le brillano gli occhi da quando ha toccato questo suolo? Eppure li guardi parecchio" il riflesso si mise le mani sui fianchi e lanciò al ragazzo uno sguardo provocatorio.
"Se volesse restare sarebbe libera di farlo" disse sospirando Thomas.
"Vorrebbe dire che non conti niente per lei"
"Oggi mi ha anche salvato la vita..."
"L'ha fatto per pietà"
Si domandò come fosse possibile per il riflesso conoscere così a fondo le sue paure, poi rammentò che si trattava di lui stesso... Quella conversazione lo stava mettendo profondamente a disagio
"Perché porti a galla le mie insicurezze, riflesso? "
"Io sono la tua voce della tua coscienza, porto a galla quello che giace sul fondo del tuo cuore, specie le cose più pesanti"
Thomas aveva voglia di frantumare quel riflesso scomodo, ma si trattenne.
Tuttavia le parole della manifestazione magica echeggiarono nella sua mente per un po'. Era stata davvero la sua coscienza a parlargli? Forse aveva avuto il coraggio di dire ciò che lui non osava nemmeno pensare...Thomas irritato da questi pensieri uscì furiosamente dalla stanza e andò a sbattere contro Jacqueline che stava venendo a chiamarlo, ruzzolarono a terra.
"Scusa" disse tentando di rialzarsi. Notò con sorpresa che alla ragazza lacrimavano gli occhi e aveva i vestiti sporchi di terra. Jacqueline gli mise una mano sulla bocca senza consentirgli di sollevarsi. Aveva lo sguardo intimorito e preoccupato."Devi correre Thomas!" disse lei , era molto spaventata, notò.
"Henry è ritornato ma è ferito! E là fuori c'è un branco di lupi"
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Il Regno Di Auriah
Fantasy{IN REVISIONE} Laghi dipinti d'argento dalla luna, spruzzi di profumi colorati sparsi sui prati, ombre d'animali misteriosi che si muovono di notte per il bosco. E poi si intravedono tre sagome nere, macchie di buio su una tela rischiarata. Due di l...