"le favole non servono a spiegare ai bambini che
i draghi esistono, i bambini lo sanno già
le favole servono a spiegare loro che i draghi si possono
sconfiggere"
-G.K. Chesterton
Camminavano ormai da venti minuti quando scorsero le mura del castello in lontananza.
L'imponente costruzione grigia si stagliava nella foresta, il suolo era trafitto da raggi di sole dorati che ricadevano tra le foglie.
"Forza, ci siamo quasi" continuava a ripetere Henry, ma le mura sembravano sempre più lontane e irraggiungibili. Camminavano da circa un'ora quando L'artefice dell'aria si fermò per consentire loro di riprendere fiato. Thomas fece un paio di passi avanti, dopo una siepe di noccioli, per controllare quanto fossero ancora distanti dal castello.Con sua grande sorpresa si accorse che il castello non c'era più.
Come era possibile? L'avevano appena visto. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, confuso: c'era qualcosa che non andava...
Tornò indietro e trovò una vista allarmante: Henry era sprofondato fino alle ginocchia in una pozza di melma e Jacqueline sembrava impazzita, aveva sfoderato la spada dorata e menava colpi contro un nemico invisibile.
"Che cosa sta succedendo?" chiese. Non ottenne alcuna risposa dai suoi amici ma udì un grido e un suono che somigliava terribilmente al ruggito di un leone."Thomas, vieni ad aiutarmi! Sono intrappolato" il ragazzo si riscosse e corse verso Henry che nel frattempo era sprofondato fino alla metà delle cosce, cercò di aiutarlo ma dovette avvicinarsi di più e, senza accorgersene, si trovò invischiato nella melma senza più riuscire a muoversi.
Lanciò un grido di frustrazione: la sua amica era in pericolo e lui nuovamente non poteva aiutarla.
Doveva inventarsi qualcosa, nel frattempo Jacqueline menava colpi a casaccio contro l'aria, il suo nemico invisibile la stava costringendo a terra.
Thomas non poteva restare a guardare, per fortuna aveva ancora in mano la sua lancia. Concentrandosi al massimo evocò i suoi poteri di artefice dell'acqua, avrebbe tanto voluto che il nemico di Jacqueline si rendesse visibile.
Un guizzo argentato sgusciò fuori dalla punta della lancia e attaccò immediatamente le creatura.
Intanto Jacqueline era riuscita a divincolarsi e ad alzarsi in piedi ansimando. Finalmente il loro nemico apparve: un leone enorme con la coda di serpente e zanne lunghissime. Alto almeno tre metri, sovrastava la povera Jacqueline, Thomas osservò l'animale con un'espressione di sgomento.
"È una Chimarahy, Jacqueline stai attenta! Riesce a creare illusioni ottiche come quella delle mura, probabilmente ci ha impedito di arrivare al castello facendoci girare in tondo"
La ragazza gridò, saltando intorno alla criniera del leone gli piantò la spada nella spalla, ansimava e sudava. Maneggiare la spada le costava molta fatica, Thomas pensò che incanalarvi il proprio potere senza conoscerlo a fondo doveva essere davvero dura."Non avvicinarti alle zanne, contengono veleno mortale" urlò Henry.
"Grazie dell'avvertimento" disse Jacqueline saltando vicino all'occhio del leone e infilzandoglielo, la bestia semi-accecata emise un suono orribile che fece tremare ogni albero della foresta.Thomas non poteva sopportare di starsene lì inerme continuando a sprofondare nelle sabbie mobili. Erano entrambi invischiati nella melma, senza la possibilità di muoversi, Henry fino alle cosce e lui fino quasi alla vita, mentre la ragazza rischiava di morire sotto i colpi delle zanne della Chimarahy.
Jaqueline saltò e colpí la creatura sul naso, una lacrima di sangue percorse la sua fronte sudata. Stavolta la Chimarahy non si lasciò sorprendere, lanciò un terribile ruggito e sollevò la sua coda serpentina. Jacqueline si voltò, la paura prese possesso del suo volto, cercò di scappare ma il gigantesco leone la fece inciampare nella sua coda, si rialzò e la creatura l'avvolse nelle sue spire.
"Jacqueline!" urlò Thomas in preda al terrore, cercò di uscire dalle sabbie pur sapendo che non sarebbe servito a nulla. La ragazza si dimenava ma la Chuimarahy la stringeva saldamente.Thomas non potè più stare a guardare: gridò, strinse l'Aiglos ed evocò quanta più energia possibile dal suo elemento. Un flusso trasparente lo avvolse e si diresse verso il gigantesco leone. Si sentì bruciare e contrasse i muscoli nel tentativo di resistere al dolore che gli offuscava la vista, mentre sprofondava nella melma fino all' addome.
Jacqueline agitava le spalle con smorfie di dolore sul volto, l'acqua evocata da Thomas scivolò addosso alla Chimarahy che ruggí spaventata, come se fosse stata repellente.
Henry era sprofondato fino all'ombelico e cercava disperatamente di recuperare il suo bastone ligneo caduto a poca distanza.
Il ragazzo si concentrò profondamente e ordinò all'acqua presente in quel fango di essere leale con gli artefici e di risputare fuori almeno uno di loro. Compì un imperioso gesto con le braccia ed Henry schizzò fuori cadendo fragorosamente a terra. L'uomo ringraziò il ragazzo con lo sguardo e corse a soccorrere Jacqueline che era stata sciolta dalle spire della coda della creatura. Si teneva una mano sul fianco sinistro, poi Thomas comprese il perché: la coda della Chimarahy era irta di piccole spine.Il ragazzo si sentì svenire, ma resistette. Il suo flusso acquatico aveva travolto e distratto la creatura per un momento, ma ora era il turno dell'artefuce dell'aria. Henry era evidentemente molto arrabbiato, si muoveva così velocemente da sembrare una trottola, un piccolo uragano. Jacqueline, pallida come un cencio, con diverse ferite sanguinanti tentava di reggersi in piedi e di darsi un tono, ma non appena sollevò la spada si accasciò a terra per il dolore.
Thomas si sentì inutile. Supplicò nuovamente il suo elemento di aiutarlo, ma era semza forze. Ora era sprofondato quasi fino al petto, la melma aveva un effetto così prosciugante, così stancante che quasi si addormentò. Tentando di salvare la lancia la gettò poco distante
Jacqueline accorse ad aiutarlo camminando sulla melma e prendendolo sotto le ascelle ma lui disse: "No, Jacqueline! Finirai per sprofondare pure tu! Prendi la spada e aiuta Henry!" la ragazza gli scoccò un' occhiataccia.
"Io qui non ti lascio!" disse caparbia, prese un bastone e disse a Thomas di afferrarlo ,lui era sprofondato fino alla base del collo, prese il bastone e Jacqueline tirò. Era pallidissima con le costole e le braccia sanguinanti, un brutto taglio le solcava la fronte, ma riuscì comunque a tirarlo fuori di lì , almeno fino alla vita.Continuò a tirare finchè Thomas schizzò fuori dalla melma, la ragazza cadde a terra e svenne.
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Il Regno Di Auriah
Fantasy{IN REVISIONE} Laghi dipinti d'argento dalla luna, spruzzi di profumi colorati sparsi sui prati, ombre d'animali misteriosi che si muovono di notte per il bosco. E poi si intravedono tre sagome nere, macchie di buio su una tela rischiarata. Due di l...